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Manifestazione al tribunale di Vicenza |
La storia di Miteni descrive crimini
aziendali che si perpetuano per decine di anni nella assoluta impunità.
Navi cariche di sostanze tossiche da
scaricare in mare o nei paesi africani, benzene e altri veleni interrati nel
sottosuolo dello stesso stabilimento, acque inquinate da decenni in tutto il
vicentino e nelle provincie vicine.
Vi dice niente tutto ciò? Credete
che si tratti di un caso isolato?
Gli stessi ex proprietari di Rimar, poi
diventata Miteni, hanno esportato il lavoro e il modello veneto in un povero paese della
Calabria.
Anche lì una fabbrica chiamata “Marlane”
ha distribuito i doni che oggi ci elargisce Miteni.
Anche lì, in quello che era stato un ridente paese aperto sul mar Tirreno sono state interrate nel sottosuolo dello stabilimento tonnellate di veleni (un vizietto di famiglia duro a morire) che hanno inquinato le falde e gli uomini.
Anche lì, in quello che era stato un ridente paese aperto sul mar Tirreno sono state interrate nel sottosuolo dello stabilimento tonnellate di veleni (un vizietto di famiglia duro a morire) che hanno inquinato le falde e gli uomini.
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Cittadini di Praia a mare protestano |
Ma questa impunità, per cui si
possono derubare migliaia di cittadini che ingenuamente depositano i risparmi di
una vita nella banche venete oppure versare nei vari depuratori del triangolo
Trissino, Arzignano, Montebello e Lonigo sostanze tossiche derivate dalla
lavorazione della concia e altro e arricchirsi mostruosamente lasciando alla
comunità l’onere di depurare quello che non è depurabile, non vi fanno
riflettere?
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Praia a Mare |

Non sapendo dove buttare quello che
rimane dei PFAS e del cromo, metalli pesanti e altre porcherie, hanno costruito
un condotto chiamato “tubone” che arriva fino a Cologna Veneta, fino ad ora, ma
che si spera di allungare, con i soldi che Zaia & C reclamano da Roma, fino
alla laguna di Venezia, con buona pace dei banditi del MOSE.
Nel frattempo la gente si ammala e
muore nella cosiddetta “zona rossa”.
Nel sangue dei quattordicenni di Lonigo e Montagnana si trovano percentuali altissime di PFAS.
Nel sangue dei quattordicenni di Lonigo e Montagnana si trovano percentuali altissime di PFAS.
Latte, galline, uova, pesci e vitelli
subiscono la stessa sorte degli uomini:
che c’è di strano? La prerogativa di assorbire i PFAS non è solo un privilegio che riguarda gli esseri umani.
che c’è di strano? La prerogativa di assorbire i PFAS non è solo un privilegio che riguarda gli esseri umani.

Da dove ci sono arrivati secondo voi?
Zaia, sai dare una risposta anche a questo o proporrai una plasmaferesi anche per le vacche e per i vitelli?
Zaia, sai dare una risposta anche a questo o proporrai una plasmaferesi anche per le vacche e per i vitelli?
Cosa? Non partecipano al referendum?
Allora possiamo lasciarli come sono e spedire bistecche e salsicce i tutta
Italia, tanto qui fanno notizia solo le uova inquinate che vengono dall’Olanda.
Di quelle autoctone, prodotte dalle
nostre galline padovane non parla, come al solito, nessuno.
Bocche cucite, come sempre. E pensare che
credevamo che l’omertà fosse una virtù del vituperato SUD terrone, sì, quello
dove abbiamo spedito per anni una parte dei nostri veleni con un formidabile accordo
con mafie e camorre.
Ma sì, andiamo coralmente tutti a votare per l’indipendenza del Veneto,
insieme al PD e a tutti quelli che non vogliono perdere il treno del referendum.
Si sente proprio il bisogno di un Kazakistan
nella pianura padana, libero e indipendente.
Un paese dove Monsanto può investire in vigneti al glifosato, un paese che può erogare liberamente veleni DOC non solo ai ragazzi veneti ma anche a quelli di tutto il mondo.
Un paese dove Monsanto può investire in vigneti al glifosato, un paese che può erogare liberamente veleni DOC non solo ai ragazzi veneti ma anche a quelli di tutto il mondo.
Giovanni Fazio
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