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martedì 19 marzo 2024

LE NANOPLASTICHE NEL CERVELLO

  


La ricerca scientifica ha scoperto frammenti di plastica nelle nostre carotidi e un indagine epidemiologica ha scoperto che i chi ha microplastiche nelle pareti delle arterie ha un rischio doppio di fare un ictus o un infarto. Dove vogliamo arrivare? 

A Bruxelles  i  ministri degli stati UE hanno bocciato  il regolamento sugli imballaggi

 L’obiettivo del Parlamento Europeo e della Commissione era quello di ridurre, progressivamente, gli imballaggi di plastica usa e getta che stanno invadendo il pianeta di micro e nano plastiche.

 La presidente Meloni, schierata a tutto campo con i produttori di plastica, commenta:" Abbiamo dimostrato che c'è un'Italia che non si arrende e valorizza le nostre eccellenze".

Se pensiamo al recente ritrovamento nell’acqua minerale in bottiglie di plastica di centinaia di migliaia di micro e nano plastiche e alla correlazione con un aumento di rischio di ictus e infarto,  alla contaminazione di tutta la fauna ittica e al passaggio dei queste sostanze nel corpo umano, viene da rabbrividire.

 La bozza approvata il 30 novembre scorso dalla Commissione Europea già votata dal Parlamento Europeo prevedeva di ridurre la quantità di plastica riciclata incoraggiando il riuso. 

UN RICICLAGGIO POCO VANTAGGIOSO PER LE AZIENDE 

I grandi produttori di plastica sventolano la bandiera del riciclaggio per difendere la produzione di plastiche mono uso che, a loro dire sarebbero completamente riciclate.                                                                                                                                                In realtà solo una parte di plastica monouso viene riciclata. Infatti i produttori preferiscono la plastica vergine, materia prima sicuramente più performante ed economica, rispetto a quella riciclata. Pertanto vantarsi di sostenere il riciclo è solo un escamotage per continuare a produrre in maniera incontrollata plastiche monouso, gran parte delle quali finiscono direttamente nell’ambiente e nel nostro stesso corpo. 

LA BOZZA 


LA DIRETTIVA AFFOSSATA ANCHE DALL'ITALIA

Tra le principali novità, la bozza prevedeva la riduzione dei rifiuti generati pro-capite, nuove regole contro l’over-packaging, obiettivi più ambiziosi su tassi di riciclo e contenuti minimi di materiale riciclato e, a partire dal 2028, l’obbligo di istituire sistemi di deposito cauzionale per i contenitori monouso con capacità fino a 3 litri, non solo in plastica.

 

Le case produttrici di plastiche festeggiano il naufragio del progetto europeo inneggiando al riciclo che avrebbe dovuto salvaguardare l’inquinamento dei mari dei fiumi e delle riserve di acqua potabile.

Il testo della direttiva approvato è stato svuotato di tutti i contenuti osteggiati dalle case produttrici diventando una norma assolutamente inefficace a contrastare l'inquinamento dei mari e del territorio e soprattutto l'aumento dello stesso a causa della crescita continua della produzione di plastiche mono uso. 

 

Palazzo Chigi, commenta:

"testo equilibrato ed efficace", che concentra gli oneri sulle società di grandi dimensioni (oltre 1.000 dipendenti e 450 milioni di fatturato globale) meglio in grado di monitorare le proprie catene di approvvigionamento e di contribuire alla mitigazione degli effetti delle attività economiche sui cambiamenti climatici, nonché alla tutela dei diritti umani delle persone interessate dall'attività d'impresa.”

 

Tutela dei diritti umani

 

"… Il merito di questo successo va attribuito anche al cruciale lavoro di squadra svolto dai nostri europarlamentari, che hanno saputo travalicare gli schieramenti politici", ha proseguito la presidente Meloni, riservando un  ringraziamento particolare a Massimiliano Salini (Forza Italia) e a Patrizia Toia (Partito Democratico)”

 Il nuovo campo largo per la plastica (ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere).

 INTANTO ALL’ESTERO

Diversi stati europei però hanno già introdotto quote obbligatorie da raggiungere nei prossimi anni: l’Austria ha introdotto una quota del 25% per i contenitori per le bevande entro il 2025, la Francia il 10% del packaging entro il 2027, il Portogallo il 30% entro il 2030. “Coca Cola ha annunciato di voler utilizzare il 25% di contenitori riutilizzabili entro il 2030 per le bevande che commercializza in tutto il mondo – ricorda  Giuseppe Ungherese (Greenpeace) – un obiettivo non dissimile da quello presente nella bozza (20% entro il 2030).




SISTEMI DI DEPOSITO SU CAUZIONE

Sul sistema di deposito e cauzione Enzo Favoino di Zero Waste Europe, esponente della campagna “A Buon Rendere” dichiara:

Nei 13 paesi europei che hanno già il deposito cauzionale la media di intercettazione dei contenitori per bevande è del 94%, ma quella dei Paesi senza deposito cauzionale è del 47%. Altri dieci Paesi europei, però, hanno già definito le scadenze per l’entrata in vigore di questi sistemi, per i quali l’Italia rischia davvero di rimanere l’ultima ruota del carro."

 DATI SULLA PLASTICA 

Si sentiva proprio il bisogno dell’intervento di Giorgia Meloni in favore di BIG Plastica. I dati sono letteralmente terrorizzanti se pensiamo al pianeta che subisce questa offensiva quotidiana nell’indifferenza generale.

 


«La produzione mondiale di plastica si avvicina a 400 milioni di tonnellate all’anno», ha dichiarato Beizhan Yan,  chimico ambientale presso l’Osservatorio della Terra Lamont-Doherty della Columbia University.

 «Più di 30 milioni di tonnellate vengono gettate ogni anno in acqua o sulla terraferma e molti prodotti realizzati con la plastica, compresi i tessuti sintetici, perdono particelle mentre sono ancora in uso. A differenza della materia organica naturale, la maggior parte delle materie plastiche non si scompone, ma si divide e si ridivide in particelle sempre più piccole della stessa  composizione chimica».

 PLASTICA E PFAS

Il libero mercato non ha esitazioni nel mescolare pfas e plastiche per ricavare ulteriori profitti. Li hanno mescolati anche nei pesticidi (76% di quelli usati in Italia). È veramente necessario fare delle profonde riflessioni e sulla china in cui ci precipita un capitalismo folle e disumano.  Molti oggetti in plastica contengono anche PFAS, per cui al danno delle nano plastiche si aggiunge quello delle sostanze perfluoroalchiliche (Tumori, Alzheimer e altro).

 BUONE NOTIZIE DALL’AMERICA

In America, leggiamo su Rinnovabili.it, le aziende statunitensi hanno dato seguito a un accordo con la Food and Drug Administration per interrompere volontariamente l’uso di PFAS negli imballaggi alimentari.  

 

Per una volta, un impegno assunto in modo volontario grazie al “soft power” esercitato dall’agenzia governativa, ha prodotto un risultato                               Con questo accordo, sono stati tolti di mezzo involucri per cibo da asporto, sacchetti per popcorn da microonde, contenitori di cartone per il take away e sacchetti per cibo per animaliAspettiamo che si faccia qualcosa di simile anche in Italia.

 NANOPLASTICHE NELL’ACQUA MINERALE

 Purtroppo, dagli USA non ci arrivano soltanto buone notizie.

 Da un articolo di Raicaldo di Pasquale apprendiamo che arriva dagli Stati Uniti l'ultimo rischio di ingerire micro plastiche, ma soprattutto nanoplastiche, attraverso il consumo di acqua commerciale in bottiglie di plastica:

un team di ricercatori ha analizzato i prodotti di tre celebri marche, alla ricerca di frammenti di grandezza anche inferiore a 100 nanometri.

 Ne sono stati trovati molti più di quanto accaduto nelle stime precedenti: in un litro di acqua in bottiglia, in media, sono stati individuati 240 mila frammenti di plastica.

Fino a cento volte di più rispetto al passato, molto più di quanto non si riscontri nell'acqua di rubinetto. Nulla, naturalmente, di percepibile all'occhio umano.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences, organo ufficiale della National Academy of Sciences) ha immancabilmente aperto un ampio dibattito negli Stati Uniti. E minaccia, sin d'ora, di incidere sui comportamenti dei consumatori. Su scala globale.

 

NON SOLO PET 

Le analisi di laboratorio, che hanno utilizzato due strumenti di ultimissima generazione con il puntamento di due laser in grado di osservare e "leggere" la risposta delle diverse molecole, hanno individuato da un minimo di 110 mila a un massimo di 370 mila particelle di plastica.

Si tratta in larga parte (circa il 90%) di nano plastiche, riconducibili a sette tipologie differenti.

Tra queste, come ci poteva attendere, figurano quantità significative di PET,  il polietilene tereftalato, utilizzato su larga scala per imbottigliare il 70% delle bottiglie  per bevande e liquidi alimentari di tutto il mondo. Ma non è la sola molecola trovata; poliammide, polistirene, polivinilcloruro ecc. arricchiscono le nostre acque minerali nonché bibite varie a base di zuccheri e coloranti.

 Quanto basta, insomma, per accendere la luce dei riflettori su un grande business mondiale, proprio mentre la presenza di micro e nano plastiche viene certificata un po' ovunque, negli ecosistemi, persino in Antartide.

Ma stavolta il rischio è di ingerirle direttamente, non attraverso la catena trofica degli ecosistemi dai quali preleviamo il nostro cibo.

"le nanoplastiche presenti nelle nostre bottiglie d'acqua sono potenzialmente pericolose per la salute umana, ancor più delle microplastiche", ammonisce " Wei Min, docente di chimica alla Columbia.

 NANOPLASTICHE NEL CUORE E NEL CERVELLO

 


Un recente articolo di Sara Carmignani ci dice che, in linea teorica, le nanoplastiche sono abbastanza piccole da poter entrare nel sangue, nel fegato e nel cervello di un essere umano.

Di più: invadere le singole cellule e attraversare la placenta arrivando fino agli embrioni, come peraltro dimostrato da uno studio pubblicato sulla rivista Environment International e condotto dai ricercatori dell'Università delle Hawaii a Manoa e del Kapi'olani Medical Center for Women & Children su placente donate da donne che hanno partorito alle Hawaii tra il 2006 e il 2021.

 

"Oggi "i rischi per la salute dovuti alla presenza di contaminanti emergenti nell'acqua imbottigliata suscitano un crescente interesse. - commenta invece Antonio Limone, che guida l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, ente sanitario in prima linea nei processi di sicurezza alimentare - Composti di origine antropica come alchifenoli, ftalati e le ormai note nanoplastiche possono, anche a basse concentrazioni, causare effetti tossici agendo in modo additivo.

 A quanto ci risulta, l’acqua imbottigliata in plastica può essere contaminata in diverse fasi della catena di produzione e distribuzione, considerando che le condizioni di stoccaggio – luce, temperatura – favoriscono la migrazione dei contaminanti nell’acqua. Di sicuro, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie, siamo agli albori di un nuovo approccio sull’approfondimento delle questioni legate ad ambiente e salute”.

 L’ULTIMO PASSO

 Le microplastiche sono arrivate nelle nostre arterie

Un nuovo studio italiano ha collegato questa presenza ad un rischio di infarto, ictus e morte prematura più elevato.


A tornare sull'argomento è oggi un nuovo studio italiano, definito rivoluzionario in un editoriale di accompagnamento dall'epidemiologo, Philip J. Landrigan, fondatore e direttore del Global Public Health Program del Boston College, appena pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Il nuovo studio, coordinato dall'Università della Campania Luigi Vanvitelli, non solo mostra la presenza di plastiche microscopiche nelle placche aterosclerotiche ma, per la prima volta, ne ha dimostrato la pericolosità per la salute, ovvero un rischio significativamente aumentato di infarto, ictus e morte prematura.

 LA PRESENZA DI PLASTICA

Studi precedenti hanno già mostrato come le micro e le nano plastiche possano arrivare in diversi organi e tessuti del nostro corpo. Alcuni esempi sono: la placenta, il latte materno, i tessuti polmonari ed epatici, urine, feci e sangue. Tuttavia, fino ad ora, non si era riusciti a studiarne l'impatto di questi polimeri sulla salute, o meglio sugli organi e tessuti e le loro funzioni.

“Microplastiche e nano plastiche stanno emergendo come potenziale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari negli studi preclinici”, si legge nello studio. “Mancano prove dirette che questo rischio si estenda agli esseri umani”.

LO STUDIO

 Per capirlo, i ricercatori hanno coinvolto 257 pazienti sottoposti a endo arteriectomia per malattia asintomatica dell'arteria carotidea (vaso che porta il sangue al cervello), una procedura nella quale sono state rimosse le placche aterosclerotiche, ossia i depositi di grasso nelle arterie, e successivamente esaminate con un microscopio elettronico per cercare la presenza di micro e nano plastiche.

Dalle analisi, i ricercatori hanno osservato che più della metà dei pazienti aveva depositi di grasso contaminati con minuscole particelle di polietilene e cloruro di polivinile, Pvc, tipologie di plastica molto comuni, utilizzate per i sacchetti, contenitori per cibi e bevande. Nel dettaglio, il polietilene è stato rilevato nella placca dell'arteria carotide in 150 pazienti (il 58% circa), mentre il Pvc in 31 pazienti (12% circa).

 RISCHIO RADDOPPIATO DI ICTUS, INFARTO E MORTE PREMATURA

 I pazienti le cui placche contenevano microplastiche o nanoplastiche, inoltre, avevano un rischio almeno raddoppiato di avere un ictus, un infarto o morte prematura per qualsiasi causa nei successivi 34 mesi di follow-up, rispetto a coloro che avevano placche prive di contaminazione di plastica dimostrano che le particelle di nano e microplastica provochino ictus e infarti (le persone più esposte all’inquinamento potrebbero essere maggiormente a rischio per altri motivi), ma evidenziano per la prima volta la connessione tra la presenza di plastica e la nostra salute cardiovascolare.

 Ad oggi, il nostro studio è il primo ad associare la contaminazione da plastica a malattie umane”, ha spiegato Raffaele Marfella, autore principale dello studio.

“I nostri dati devono essere confermati da altri studi e su popolazioni più ampie. Tuttavia, evidenziano in modo convincente la presenza di plastica e la sua associazione con eventi cardiovascolari in una popolazione rappresentativa affetta da aterosclerosi”.

Oltre a un aumento delle probabilità di avere un infarto, un ictus o di morire prematuramente per qualsiasi causa, il tessuto della placca dei pazienti ha mostrato segni di un aumento dell'infiammazione.

 

 

SONO ARRIVATE NELLE NOSTRE ARTERIE

Un nuovo studio italiano ha collegato questa presenza ad un rischio di infarto, ictus e morte prematura più elevato.

 A tornare sull'argomento è oggi un nuovo studio italiano, definito rivoluzionario in un editoriale di accompagnamento dall'epidemiologo, Philip J.Landrigan, fondatore e direttore del Global Public Health Program del Boston College, appena pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Il nuovo studio, coordinato dall'Università della Campania Luigi Vanvitelli, non solo mostra la presenza di plastiche microscopiche nelle placche aterosclerotiche ma, per la prima volta, ne ha dimostrato la pericolosità per la salute, ovvero un rischio significativamente aumentato di infarto, ictus e morte prematura.

 


 Studi precedenti hanno già mostrato come le micro e le nano plastiche possano arrivare in diversi organi e tessuti del nostro corpo. Alcuni esempi sono: la placenta, il latte materno, i tessuti polmonari ed epatici, urine, feci e sangue. Tuttavia, fino adora, non si era riusciti a studiarne l'impatto di questi polimeri sulla salute, o meglio sugli organi e tessuti e le loro funzioni. “Microplastiche e nanoplastiche stanno emergendo come potenziale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari negli studi preclinici”, si legge nello studio. “Mancano prove dirette che questo rischio si estenda agli esseri umani”.

 LO STUDIO EPIDEMIOLOGICO

 Per capirlo, i ricercatori hanno coinvolto 257 pazienti sottoposti a endo arteriectomia per malattia asintomatica dell'arteria carotidea (vaso che porta il sangue al cervello), una procedura nella quale sono state rimosse le placche aterosclerotiche, ossia i depositi di grasso nelle arterie, e successivamente esaminate con un microscopio elettronico per cercare la presenza di micro e nano plastiche.

Dalle analisi, i ricercatori hanno osservato che più della metà dei pazienti aveva depositi di grasso contaminati con minuscole particelle di polietilene e cloruro di polivinile, Pvc, tipologie di plastica molto comuni, utilizzate per i sacchetti, contenitori per cibi e bevande. Nel dettaglio, il polietilene è stato rilevato nella placca dell'arteria carotide in 150 pazienti (il 58% circa), mentre il Pvc in 31 pazienti (12% circa).

 RISCHIO DI MORTE RADDOPPIATO

 I pazienti le cui placche contenevano microplastiche o nanoplastiche, inoltre, avevano un rischio almeno raddoppiato di avere un ictus, un infarto o morte prematura per qualsiasi causa nei successivi 34 mesi di follow-up, rispetto a coloro che avevano placche prive di contaminazione di plastica dimostrano che le particelle di nano e microplastica provochino ictus e infarti (le persone più esposte all’inquinamento potrebbero essere maggiormente a rischio per altri motivi), ma evidenziano per la prima volta la connessione tra la presenza di plastica e la nostra salute cardiovascolare.

 Ad oggi, il nostro studio è il primo ad associare la contaminazione da plastica a malattie umane”, ha spiegato Raffaele Marfella, autore principale dello studio. “I nostri dati devono essere confermati da altri studi e su popolazioni più ampie. Tuttavia, evidenziano in modo convincente la presenza di plastica e la sua associazione con eventi cardiovascolari in una popolazione rappresentativa affetta da aterosclerosi”.

 

CONCLUSIONI

 La scienza è molto severa e pretende ulteriori conferme. Tuttavia i dati ci dicono che la plastica sta entrando nei nostri corpi.

Ci chiediamo se possiamo accettare passivamente tale realtà o se il diritto alla vita e alla salute ci imponga una svolta determinata contro le logiche di mercato e la brama di profitto che sta divorando ogni cosa.

Ci chiediamo se possiamo accettare la passività degli enti preposti alla tutela della nostra salute davanti al veloce progredire di molecole tossiche e cancerogene nei nostri organismi.

La morte chimica dell’umanità diventa ormai più probabile di quella atomica.

È figlia di un sistema economico che procede verso la distruzione del pianeta.

La logica liberista del primato del mercato sull’uomo e sulla vita sta perdendo ogni giustificazione di fronte allo sfacelo della sanità , alle privatizzazioni che hanno arricchito solo pochi oligarchi e grosse compagnie finanziarie.

Leggiamo che le riserve idriche del Veneto si sono terribilmente abbassate, che la siccità è alle porte,  e non per la fine del secolo ma per domani, eppure accettiamo che la presenza dei pesticidi nella preziosa acqua che ci rimane arriva a interessare il 67% delle acque superficiali il 34% delle acque sotterranee.

 

Questi numeri dovrebbero far tremare tutti, ma soprattutto i politici che continuano a inaugurare grandi opere di cementificazione che impermeabilizzano il suolo, facendo scorrere le acque piovane più velocemente verso il mare, che inneggiano a vigneti tossici e fingono di ignorare l’apporto chimico che aziende e agricoltura rilasciano sulle nostre acque potabili, sempre più assediate.

Col ditino alzato ci insegnano come risparmiare l’acqua, quando ci laviamo i denti: dovere civico, ma non ci dicono che il consumo civile è solo l’8% del totale e che gli enormi sprechi sono nell’agricoltura, negli allevamenti e nell’industria.

Continueremo a celebrare il made in Italy e a dire con Meloni che "Abbiamo dimostrato che “c'è un'Italia che non si arrende e valorizza le nostre eccellenze"?

Questo ignobile teatrino deve abbassare il sipario.  Spalleggiare chi si arricchisce a spese dei cittadini e dell’ambiente è una vergogna cui dobbiamo dire con forza “BASTA”.

  Giovanni Fazio

ONE HEALT non ci può essere salute per l'uomo in un pianeta ammalato

 

 

 

 

 

 

 

 


domenica 3 marzo 2024

Raccolto tossico: l’aumento dei pesticidi PFAS nella frutta e nella verdura in Europa

 

Frutta e verdura in Europa sono sempre più contaminate da residui di pesticidi PFAS.

 Ciò emerge dall’analisi dei dati ufficiali dei programmi nazionali di monitoraggio dei residui di pesticidi negli alimenti negli Stati membri. Il numero di prodotti ortofrutticoli europei in cui sono stati rilevati residui di pesticidi PFAS è quasi triplicato tra il 2011 e il 2021, con un tasso di crescita del 220% per la frutta e del 274% per la verdura.

 In alcuni degli Stati membri dell’UE presi singolarmente, il tasso di crescita è stato ancora più drammatico: Austria (+698% per la frutta, +3277% per la verdura) e Grecia (+696% nella frutta, +1974% nella verdura).

Un’analisi dettagliata dei dati 2021, i più recenti ad oggi pubblicati, fornisce un quadro più raffinato della contaminazione. Da esso emerge che la frutta non biologica, soprattutto quella estiva, sono i prodotti più frequentemente contaminati da residui di pesticidi PFAS. 


Zoomando sulla frutta coltivata in Europa, il 37% delle fragole, il 35% delle pesche e il 31% delle albicocche sono contaminate. Di questo frutto contaminato coltivato in Europa, il 20% contiene cocktail di residui di pesticidi PFAS, con un massimo di quattro diversi pesticidi PFAS rilevati in un singolo campione di fragole e uva da tavola e fino a tre in pesche e albicocche. 

Mentre, in media, una percentuale minore di verdure coltivate in Europa (12%) è contaminata da residui di pesticidi PFAS rispetto alla frutta, alcune verdure sono contaminate con la stessa frequenza della frutta di punta (cicorie: 42%; cetrioli: 30%) . 

Nel 2021, gli Stati membri che hanno prodotto frutta e verdura più frequentemente contaminati da residui di pesticidi PFAS sono stati i Paesi Bassi (27%), Belgio (27%), Austria (25%), Spagna (22%) e Portogallo (21%). Tra la frutta e la verdura importate, quelle che con maggiore probabilità contenevano residui di pesticidi PFAS provenivano da Costa Rica (41%), India (38%), Sud Africa (28%), Colombia (26%) e Marocco (24%). 

Nel 2021, le sostanze attive PFAS rilevate più spesso nei prodotti coltivati ​​in Europa contaminati sono state il fungicida fluopyram, l’insetticida flonicamid e il fungicida trifloxystrobin. 

Questi risultati indicano che l’uso di PFAS nei pesticidi provoca la contaminazione di frutta e verdura con residui di queste sostanze chimiche, portando a un’indigestione sempre più frequente di residui di pesticidi PFAS da parte dei consumatori europei. Questa fonte di contaminazione da PFAS non dovrebbe essere minimizzata. Il continuo accumulo di PFAS nel suolo, nelle acque e nella catena alimentare, insieme ad altre sostanze chimiche o “cocktail chimici”, comportano rischi a lungo termine per la salute umana e l’ambiente.

 È urgente vietare l’uso dei pesticidi PFAS per frenare l’esposizione dei cittadini europei e proteggerne la salute, compresa quella dei gruppi più vulnerabili, come le donne incinte, i neonati e i bambini.

Pesticide Action Network Europe (PAN Europe), Rue de la Pacification 67, 1000, Bruxelles, Belgio, tel. +32 2 318 62 55

Pesticide Action Network Europe (PAN Europe) ringrazia con gratitudine il sostegno finanziario dell’Unione Europea, della Commissione Europea, della DG Ambiente e del programma LIFE. La responsabilità esclusiva di questa pubblicazione spetta agli autori e i finanziatori non sono responsabili per qualsiasi uso che possa essere fatto delle informazioni qui contenute.



 

 

 La Commissione europea, CON IL GREEN DEAL intendeva fissare obiettivi più ambiziosi per un uso “sostenibile” dei pesticidi. Uno di questi avrebbe dovuto essere la riduzione entro il 2030 del fattore di rischio dei pesticidi chimici e di quelli più pericolosi del 50%.

Con tutti i limiti e le timidezze che questa direttiva conteneva, la si poteva considerare un primo passo verso la fuoriuscita dall’uso di sostanze tossiche e cancerogene in agricoltura.

Con la cancellazione del Green Deal da parte della Commissione Europea, a seguito delle manifestazioni degli agricoltori, si pone, irresponsabilmente, una grossa ipoteca sulla salute di 400 milioni di cittadini europei.

Il trionfo delle lobby della chimica col compiaciuto contributo del governo italiano sarà causa di decine di migliaia di morti, di tumori, di malattie cerebrali degenerative, aborti e altro. Noi cittadini non abbiamo avuto alcun vantaggio da questa misura e ne terremo conto quando verranno a chiederci di votare per il parlamento europeo.

Giovanni Fazio


giovedì 29 febbraio 2024

GRANDE SUCCESSO DELL’INIZIATIVA ECOLOGISTA IN DIFESA DELLA SALUTE

 NO FANGHI DI DEPURAZIONE ALL’INCENERITORE DI SCHIO

APPROVATA IN CONSIGLIO COMUNALE LA PROPOSTA DI INIZIATIVA POPOLARE  CHE IMPEGNA SINDACO E GIUNTA  AD OPPORSI ALL’INCENERIMENTO DEI FANGHI DI DEPURAZIONE NEL’IMPIANTO DI SCHIO E A SOSTENERE LA DISMISSIONE DELLA LINEA 2 DELL’INCENERITORE.

Ci scrive LAURA ROSSI, docente biologa ISDE, che da sette mesi conduce la campagna da lei proposta e portata avanti con determinazione.

“Con il Consiglio Comunale di ieri, 26 febbraio 2024, si è concluso l’iter della proposta di iniziativa popolare che avevo presentato quasi sette mesi orsono. È stata un’avventura non semplice e piuttosto impegnativa, ma ne è valsa la pena, come accade quasi sempre quando si decide di intraprendere una nuova strada, armati di salde motivazioni e sana incoscienza.

Il testo da me proposto, che impegna Sindaco e Giunta del Comune di Schio ad opporsi all’incenerimento dei fanghi di depurazione nell’impianto di Schio e a sostenere la dismissione della linea 2 del nostro inceneritore, è stato approvato a maggioranza, con l’astensione di PD, Fratelli d’Italia e Lega .

L’ approvazione è un risultato positivo in sé, soprattutto in un momento in cui l’incenerimento dei fanghi sembra essere al centro di una strategia regionale, contro la quale si stanno attivando comitati di cittadini a Marghera, Padova e Verona, e potrebbe condurre altri Consigli Comunali a pronunciarsi sul tema.

Dal mio punto di vista, però, altrettanto importante è che grazie a questa iniziativa i cittadini abbiano avuto modo di approfondire un tema che riguarda la loro salute e l’integrità del loro territorio e, al contempo, di conoscere il pensiero dei rappresentanti da loro eletti in merito alla questione.

 Il compimento di questo percorso, infine, comporta l’assunzione di responsabilità che deriva dalla condivisione della conoscenza, e così chi in futuro dovesse essere chiamato a decidere su questi temi non potrà dire di ignorarne i rischi.

Grazie a Francesco Bertola, Vitalia Murgia, Vincenzo Cordiano, Claudio Lupo e Giovanni Fazio di ISDE Vicenza- Medici per l’Ambiente che hanno condiviso con me questo percorso, grazie a Sindaco e Giunta per averlo reso possibile. Grazie alle cittadine e ai cittadini che hanno partecipato alle sedute della Commissione e del Consiglio Comunale. Grazie al Presidente della terza Commissione, all’Assessore all’Ambiente e a tutti i Consiglieri che hanno seguito i lavori in commissione terza, confrontandosi su temi impegnativi e complessi con una proponente a tratti assai ruvida. Grazie ai Consiglieri che hanno discusso la proposta in Consiglio Comunale con passione politica, esprimendo punti di vista anche diametralmente opposti ai miei senza mai venir meno al rispetto nei miei confronti.

E un grazie, infine, anche a chi, in questa occasione, il rispetto ha dimostrato di non saperlo proprio praticare. Grazie per essere un fulgido esempio di ciò che un politico non dovrebbe mai diventare.”

 


Grazie Laura,

anche a nome di tanti bambini che, grazie a te, non respireranno veleni. La tua azione è stata un’occasione per i cittadini, di assistere al Consiglio Comunale dove si è discusso concretamente di ambiente, salute e futuro del territorio.

Presentata utilizzando per la prima volta questo strumento di partecipazione, la proposta chiedeva al consiglio di vincolare sindaco e giunta ad opporsi all’incenerimento dei fanghi di depurazione nell’impianto di Schio e di sostenere la dismissione della linea 2 dello stesso.

Tale richiesta si basa sulle numerose evidenze scientifiche che hanno rilevato nei fanghi di depurazione, nel loro incenerimento e nell’incenerimento dei rifiuti in generale, una delle principali sorgenti di contaminazione di aria, acqua e suolo da parte delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), molecole resistenti alle alte temperature in grado di accumularsi nell’ambiente e negli organismi, provocando danni certi alla salute, tra cui aumentata incidenza di alcuni tipi di tumore, alterazioni della salute riproduttiva, del metabolismo lipidico e alterazioni del sistema immunitario, in particolare nei bambini. Mentre la proposta seguiva il suo iter, il PFOA, una tra le numerosissime molecole appartenenti alla famiglia dei PFAS, è stato classificato dall’IARC (International Agency for Research on Cancer) come cancerogeno certo per l’uomo e il PFOS come cancerogeno probabile.

Noi tutti apprezziamo il tuo impegno che dimostra come la politica delle cose e dei fatti supera le logiche di schieramento e può raggiungere risultati importanti per la vita e la salute delle persone e del territorio.

Giovanni Fazio



mercoledì 28 febbraio 2024

FIGURACCIA ASSICURATIVA DI MELONI E SOCI

 


BLOCCATA DAL CONSIGLIO DI STATO LA NUOVA LEGGE DEL GOVERNO SUI RISARCIMENTI ASSICURATIVI.

(Sintesi di un articolo di Marco Palombi sul Fatto Quotidiano)

28/02/2024

 Anche se finora è nota solo agli esperti di settore  e alle istituzioni coinvolte, la  figuraccia “assicurativa” di Meloni e soci è di quelle che pesano.

Il DPR contenente le nuove tabelle per il risarcimento dei danni biologici e morali  approvato il 16 gennaio dal  Consiglio dei ministri,  tagliando i risarcimenti per le macrolesioni, prova a fare un regalo alle compagnie che vale almeno mezzo miliardo l’anno.

La nuova legge pacchia è stata però bloccata da un parere  del Consiglio di Stato che ha messo più che in allarme il Colle: le nuove tabelle che  diminuiscono gli indennizzi per danno biologico e morale sono infatti contenute in un  decreto del presidente della Repubblica (Dpr) che Sergio Mattarella non potrà certo  firmare così.

 

E qui torniamo a Meloni. Il 16 gennaio il ministro competente, per così  dire, Adolfo Urso festeggiava “un atto di responsabilità verso il Paese” che “andrà a  beneficio sia dei consumatori sia delle compagnie assicurative”.

Il Consiglio di Stato, pur nel suo linguaggio giuridico, ci spiega ora che andrà a vantaggio solo delle  seconde: motivo per cui ha sospeso il parere chiedendo al governo i numeri che  giustificano un regalo a prima vista non necessario

(la ragione “non emerge dai  dati  allegati”, né dalla “redditività aggregata delle imprese di settore”, che peraltro si  vanno dedicando a “significativi incrementi dei profili tariffari ”).

Il risultato è che le  compagnie pagheranno meno risarcimenti, cioè faranno ancora più utili (visto che in  utile sono già ora).

 

 A spanne questa sforbiciata potrebbe valere tra 500 milioni e 1  miliardo, ma quantificare il regalo con precisione è impossibile, anche perché i dati  presi a riferimento dal governo sono quelli del 2018-2020: vale a dire che si sono  dimenticati un paio d’anni d’inflazione alle stelle...

Questa generosità del governo Meloni col settore assicurativo – oltre 700 miliardi di riserve, quasi la metà in titoli di  Stato – è peraltro realizzata “contro ” le intenzioni della legge.


La politica di Meloni è in linea con le direttive europee che mirano alla privatizzazione della previdenza[1] e del welfare a svantaggio dei cittadini. Tali obiettivi sono tra i punti cardini delle politiche liberiste di cui l’attuale governo è attivo sostenitore.

La lotta per la difesa della salute e dell’ambiente non può prescindere dalla lotta per la difesa dei diritti sociali. Ricordiamoci che il potere di acquisto dei lavoratori è attualmente, in  Italia, uno dei più bassi in Europa.  

In parole povere, l’operato del governo si manifesta ogni giorno di più in controtendenza rispetto ai valori della nostra Costituzione.

Il resto sono chiacchiere.

Giovanni Fazio



[1]            (Previdenza (sociale), l'azione svolta dallo stato o da appositi istituti allo scopo di assicurare ai cittadini l'assistenza necessaria quando vengono a trovarsi in condizioni di bisogno (infortunio, malattia, disoccupazione, ecc.) o al termine della vita lavorativa (pensione).)

 

mercoledì 21 febbraio 2024

 

MELONI: UNA VITTORIA DI PIRRO

PFAS E PESTICIDI A GO GO NELLA FRUTTA



La Presidente del Consiglio Meloni ha affermato :

«È una vittoria anche italiana l'annuncio della Commissione europea del ritiro della proposta legislativa sui pesticidi.

Fin dal suo insediamento, infatti, il Governo italiano sta lavorando in Europa, con grande concretezza e buon senso, per tracciare una strada diversa da quella percorsa finora e coniugare produzione agricola, rispetto del lavoro e sostenibilità ambientale. Proseguiremo in questa direzione.»

 La Presidente del Consiglio è anche mamma.

 In tale veste vorremo chiederle, educatamente ed escludendo ogni possibile interferenza con la sua vita privata:  «cosa dà da mangiare a sua figlia?»

Che i pesticidi siano responsabili di tante malattie croniche e tumori, crediamo lo sappia: «non le trema la mano quando le sbuccia una bella mela  o le prepara un ovetto? Non pensa a quelle molecole tossiche con cui questi semplici cibi sono stati trattati?»

«Non riflette sul fatto che moltissime altre mamme non sanno più dove acquistare cibi indenni dalla contaminazione di pesticidi e pfas?»

 

LA RETROMARCIA DI URSULA

La direttiva che la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen si è affrettata a ritirare, di fronte all'avanzare dei trattori, faceva parte del quadro della strategia "Dal produttore al consumatore" considerato addirittura uno dei pilastri del "Green Deal europeo".

Con essa, la Commissione europea intendeva fissare obiettivi più ambiziosi per un uso “sostenibile” dei pesticidi. Uno di questi avrebbe dovuto essere la riduzione entro il 2030 del fattore di rischio dei pesticidi chimici e di quelli più pericolosi del 50%.

Con tutti i limiti e le timidezze che questa direttiva conteneva, la si poteva considerare un primo passo verso la fuoriuscita dall’uso di sostanze tossiche e cancerogene in agricoltura.

 


Di solito i politici giustificano le loro azioni contro le proposte ecologiste accusando gli ambientalisti di “ideologismo” ma non esibiscono documenti che certifichino la salubrità dei pesticidi, o quella dei PFAS, che neghino la presenza sempre più massiva delle microplastiche nelle acque e in tutta la fauna acquatica o la dimostrazione che il pianeta si sta in realtà raffreddando e che i nostri ghiacciai si espandono e godano di ottima salute. Non dimostrano che l’aria che si respira nella pianura padana e nelle città  del Veneto sia migliorata al punto da non doverci più preoccupare dei motori a benzina o diesel, delle emissioni degli allevamenti, delle ciminiere delle fabbriche e così via.

Contro le loro ridicole dichiarazioni condite da termini come “sviluppo sostenibile” gridano i fatti, le evidenze innegabili, che ciascuno tocca con mano, come, ad esempio una superstrada completamente vuota costruita a spese dei cittadini del Veneto.

 

Superstrada pedemontana vuota. Fotografata  martedì 20 febb. ore 12.00

I loro comizi televisivi assomigliano più a chiacchiere da bar che a risposte argomentate su base scientifica, per cui in realtà, i veri ideologisti sono proprio loro che rispondono a vanvera e in maniera palesemente non corrispondente alla realtà dei fatti.

LA VAL VENOSTA


 


È quanto ha rilevato uno studio dell'Università Kaiserslautern-Landau (RPTU) e dell'Università di Risorse Naturali e Scienze della Vita di Vienna (BOKU) che ha analizzato la situazione in Val Venosta, "la più grande area di coltivazione di mele d'Europa"

https://greenreport.it/news/agricoltura/in-val-venosta-pesticidi-diffusi-dai-meleti-alla-cima-delle-montagne/

 


La ricerca avverte che anche a basse concentrazioni, i pesticidi possono avere effetti sub letali sugli organismi animali.

Johann Zaller dell'Università di Risorse Naturali e Scienze della Vita di Vienna:  "Sappiamo da studi precedenti (Caroline Linhart et al 2021, Environmental Sciences Europe) che i parchi giochi dei bambini vicino ai meleti sono contaminati da pesticidi. In alcuni casi anche durante tutto l'anno", afferma il coautore della ricerca Koen Hertoge, che vive in Val Venosta. “I risultati attuali mostrano una nuova dimensione del problema, poiché anche le aree più remote sono contaminate dai pesticidi".

 

PATRIZIA GENTILINI

“Possiamo con ragionevole certezza affermare che la relazione fra pesticidi e salute umana è stata ampiamente indagata e che soprattutto per quanto riguarda i danni neuropsichici per l’infanzia e rischi tumorali (in particolare tumori ematologici), si riscontra un nesso di causalità difficilmente opinabile.

 Questi rischi sono stati infatti ormai dimostrati in modo inequivocabile per gli agricoltori o comunque per i lavoratori esposti e la loro prole.”

Chi parla è Patrizia Gentilini, medico oncologo ed ematologo, autrice di una monografia pubblicata dalla rivista “Il Cesalpino” organo ufficiale dell’associazione ISDE ( Medici per l’ambiente).

https://www.isde.it/wp-content/uploads/2014/06/2012-Cesalpino-n.-30-ESPOSIZIONE-A-PESTICIDI-E-RISCHI-PER-LA-SALUTE-UMANA-Gentilini.pdf

 

La ricerca riguarda , oltre alla popolazione generale, proprio coloro che hanno un maggiore contatto con i pesticidi cioè gli agricoltori e la loro prole, popolazione dove gli effetti si sono rivelati ancora più nefasti.

 In Francia, proprio in relazione ad uno degli effetti di alcune di queste sostanze, l’Alzheimer è stata riconosciuta malattia professionale.

 


I PFAS NEI PESTICIDI

Ma c’è un aspetto ancora più allarmante al riguardo dell’uso dei pesticidi della cui mancata riduzione la nostra presidente del consiglio si fregia .

Mentre la contaminazione da PFAS è spesso attribuita a emissioni industriali “accidentali” o a inquinamento negligente, il nostro rapporto scopre una fonte intenzionale e diffusa di inquinamento da PFAS: i pesticidi PFAS.

Una recente ricerca francese, pubblicata da Pan Europe ci informa  che i PFAS sono entrati trionfalmente nel mondo dei pesticidi.

https://drive.google.com/file/d/1oM2anshNBdSeGQKGfYSw4ouN8PR3oiDj/view?usp=sharing

 

Il 72% (37) dei principi attivi sintetici autorizzati per l’uso come pesticida nell’Unione Europea sono PFAS, tutti contenenti forti legami carbonio-fluoro, che ne aumentano la persistenza nell’ambiente, o dei loro prodotti di degradazione (cioè metaboliti).

Queste 37 sostanze attive vengono deliberatamente spruzzate sui campi agricoli dell’UE, contaminando il nostro cibo, l’acqua e l’ambiente.

L’Europa dà il suo consenso e l’industria dei pesticidi incassa i suoi profitti.

 

 


 

Concludendo, non ci sono dubbi sul ruolo dei pesticidi sull’aumento delle patologie croniche e dei tumori  in Italia e nel mondo.

In nome del MADE IN ITALY si sacrifica la salute dei bambini e delle persone in generale.

Parlamento e Governo dovrebbero battersi per la tutela della salute e del benessere dei cittadini invece di inchinarsi per favorire le grandi lobby della chimica , dell’agricoltura e della distribuzione.

Abbiamo bisogno di menti aperte e generose di veri rappresentanti del popolo italiano e non di nominati dalle segreterie dei partiti con listini inaccettabili, imposti agli elettori.

Questo Parlamento, prodotto di una legge elettorale truffaldina, non ci rappresenta, in quanto le persone che indegnamente siedono sugli scranni non le abbiamo scelte noi.

Le ripeto la domanda: “Signora Meloni: cosa dà da mangiare alla sua bambina?”

 

Giovanni Fazio

giovedì 8 febbraio 2024

TRATTORI E TUMORI

 


La Precipitosa ritirata della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen davanti alla marcia dei trattori, fa da pendant con i gridolini di gioia di Meloni e di suo cognato, il ministro dell’agricoltura Lollobrigida. Entrambi si sono già intestati la vittoria  e il trionfo della marcia su Roma 2.

In realtà, chi  tacitamente assapora la propria vittoria sono le grandi compagnie multinazionali della chimica che dominano l’agricoltura mondiale estraendo una grande quantità di ricchezza dai redditi agricoli . Tra queste BASF ( 93 miliardi di $ di reddito annuo), SINOPEC (78.2 miliardi di $),  DOW (56 miliardi $) , SINOPEC (51.9miliardi $) e, a scendere, BAYER, fusasi recentemente con Monsanto).

 Nell’euforia del momento, chi si attribuisce una insensata vittoria contro la tutela dell’ambiente e della vita, non si ricorda o forse non lo sa, che la  richiesta di una progressiva diminuzione dei pesticidi avrebbe dovuto fermare la continua crescita di tumori e di altre patologie, nelle popolazioni non solo europee. I più colpiti da queste patologie sono proprio gli agricoltori.  Un aumento di leucemie, linfomi, tumori al fegato ecc. si sta verificando in tutta l’Europa, eccetto la Svezia che da trenta anni ha bandito i pesticidi più dannosi.

Il cancro è una patologia in costante crescita in tutto il mondo. Nel 2022 l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) stima ci siano stati 20 milioni di nuovi casi di cancro. Il Global Cancer Observatory dello IARC stima che nel 2050 i nuovi casi di cancro saranno oltre 35 milioni.

È questo il rovescio della medaglia di cui non si parla.

Di fronte ai dati epidemiologici, alle sofferenze e ai funerali c’è poco da brindare.        Il cancro avanza e uccide anche i bambini, vittime della diffusione dei pesticidi e di altre sostanze chimiche come, ad esempio i PFAS, nell’acqua, nell’ambiente e negli alimenti. La contaminazione ambientale, è estremamente diffusa. Soprattutto nelle aree dove si pratica l’agricoltura intensiva.

L’USO DI PESTICIDI È LEGATO ALLA COMPARSA DI DIVERSE MALATTIE

 Al momento è documentato che l’impiego di pesticidi è messo in relazione con lo sviluppo di diverse malattie croniche. A partire da altre tipologie di cancro (oltre quello al fegato): tumore a pancreas, vescica, prostata, cervello, ossa e leucemia. Patologie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson, dovuti entrambe a esposizione da pesticidi e organofosfati. Asma, soprattutto in caso di esposizione diretta. Disfunzioni del sistema endocrino, con alterazioni ormonali, problematiche riproduttive e anomalie nello sviluppo. Problemi di fertilità sia nell’uomo sia nella donna. Difetti della nascita (come per esempio malformazioni congenite) e problemi di sviluppo (che coinvolgono organi e cervello, fino a determinare autismo), questo soprattutto nelle comunità agricole rurali dove si fa uso di pesticidi.

Secondo le stime, rispetto al 2020, i casi di tumore in Italia nel 2023 sono aumentati di oltre 18.000 casi: da 376.600 nuove diagnosi (194.700 negli uomini e 181.900 nelle donne) a circa 395.000 (208.000 negli uomini e 187.000 nelle donne).* 

 Probabilmente molti dei nuovi pazienti non riusciranno a superare le barriere delle liste di attesa e non avranno abbastanza soldi per pagarsi una TAC o una Risonanza Magnetica. La sanità pubblica è a pezzi ma investiamo in armi e in combustibili fossili.

Gli scienziati suggeriscono di ridurre il più possibile alimenti industriali e prodotti provenienti dall’agricoltura industrializzata, prediligendo materie prime, frutta e verdura da produttori locali, di origine biologica, non trattati e privi di pesticidi.

Il maggior disagio degli agricoltori non dipende dalle regole europee ma dalla vera e propria rapina che le compagnie di distribuzione esercitano su di loro  acquistando i prodotti agricoli a prezzi bassissimi, non in grado nemmeno di coprire le spese per produrli rivendendoli al pubblico a prezzi maggiorati che superano a volte anche di ottanta volte la spesa per l’acquisto.

La rivolta dei piccoli agricoltori dovrebbe rivolgersi quindi contro le catene della Grande Distribuzione (GD) che acquistano i loro prodotti a prezzi infimi e li rivendono a prezzi esagerati.  Gli attori più importanti sul mercato Italiano sono attualmente: Bennet, Carrefour, Unes, Coop, Pam Panorama, Esselunga o anche, nell’ambito dei discount, Eurospin, Lidl Italia, MD.

Guardando i “conti” dei singoli gruppi della GDO, MD è campione di crescita delle vendite tra il 2017 e il 2021: +9,7% medio annuo, seguita da Lidl Italia (+8%) e Agorà (+7,6%). Seguono il discount Eurospin (+6,9%), Conad (+6,7%) e Selex (+5,2%).

In cinquant’anni, anche questo settore dell’economia e della produzione è cambiato. l’economia di mercato ha prodotto anche nel settore alimentare nuovi super padroni e nuovi oligarchi. È sempre bene ricordare il contesto politico ed economico in cui queste distorsioni del mercato non controllato (LIBERO di fare i fatti suoi e ridurre alla fame gli agricoltori e i loro dipendenti). Nulla avviene per caso o per un destino cinico e baro. Tutto questo è stato costruito per anni e i risultati li vediamo.

La premier, parla di ideologismi ambientalisti ma l’aumento della temperatura globale di un grado e mezzo certificata rilevata dal Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S) non è un’idea ma un dato concreto.

Ne fa le spese la Catalogna, che non è tanto lontana dalla Pianura Padana e ha dovuto dichiarare lo stato di emergenza, razionando l’acqua perché non piove più da quattro anni. La prossima estate sarà dura anche per noi.

Non si prende atto che le riserve delle falde sotterranee del Veneto sono al di sotto del 50%. Non si è provveduto a bonificare i fiumi e si gioca con la Laguna considerando un sistema biologico delicatissimo alla stregua di un luna park.

La medaglia della marcia dei trattori ha una terza faccia, quella di un paese dove l’unico vero interesse di chi governa è il potere e la speculazione economica, dove si premiano e si esonerano dalle tasse i superprofitti delle banche e si manda a  fondo chi ha avuto la sventura di aprire un mutuo per comprarsi una casa. In paese dove si fanno leggi per proteggere i delitti dei colletti bianchi.

 È la faccia di una economia di mercato che crea povertà diffusa, malattie e morte. Piantedosi continua ad arrestare i ragazzi che cercano di svegliare le coscienze: modo originale con cui questo governo e i suoi accoliti ritengono si debba affrontare la crisi climatica. 

Giovanni Fazio

*“I numeri del cancro 2023”, frutto della collaborazione tra AIRTUM (Associazione italiana registri tumori), AIOM (Associazione italiana di oncologia medica), Fondazione AIOM e PASSI (Progressi nelle aziende sanitarie per la salute in Italia).

** Report looks at liver cancer, fastest-growing cause of cancer deaths in US – Significant disparities persist despite availability of effective interventions – American Cancer SocietyFarhad Islami et al. – Disparities in liver cancer occurrence in the United States by race/ethnicity and state – CA: A Cancer Journal for Clinicians (June, 2017)

 

Le nuove generazioni stano arrivando