È questa la notizia più importante che il
sindaco Gentilin ha riferito in anteprima in Consiglio, tenutosi ieri sera 26
aprile, rispondendo alle interrogazioni di Lorella Peretti e Piero Magnabosco,
consiglieri di minoranza.
E' l’esito di una lunga lotta di CiLLSA e del Movimento ZERO PFAS di Montecchio nel quale Diego Meggiolaro è stato
da anni uno dei maggiori punti di riferimento.
Grazie ad
una convenzione da lui stipulata con lo studio Giusto di Oderzo, molti
cittadini arzignanesi e montecchiani hanno avuto la possibilità di effettuare
le analisi del sangue privatamente per verificare la contaminazione di PFAS ad
un costo più contenuto e di constatare, il più delle volte, contaminazioni
altissime da PFAS.
Sua anche l’iniziativa per includere nel Progetto HEV dell’Istituto Nazionale Tumori
IRCCS-Fondazione Pascale 200 cittadini dell’area Montecchio e Arzignano,
operazione cui ha partecipato attivamente la CiLLSA.
Si è così effettuato uno screening gratuito di
200 cittadini attraverso il quale avremo un primo test sul livello di
contaminazione da PFAS degli abitanti di questo territorio, negletto da sempre
dai sindaci che lo rappresentano e dalla Regione.
Sicuramente importantissimo nel
raggiungimento dell’inclusione di Arzignano nell’area dei territoti inquinati,
il crescente livello di lotta che l’intero movimento sta portando avanti su tutto
il territorio e non secondarie, a questo proposito, le interrogazioni di Cristina Guarda che si è spesa in
regione con interventi e interrogazioni contro l’esclusione di Arzignano dall’area
inquinata da monitorare.
Tornando al Consiglio comunale di ieri sera ad
Arzignano, Il sindaco Gentilin è stato sottoposto ad una lunga serie di domande
nelle interrogazioni di Piero Magnabosco
e Lorella Peretti, consiglieri
di Minoranza.
Quest’ultima ha anche citato la lettera di CiLLSA inviata il giorno 13 del corrente mese ai Consiglieri.
Per quanto riguarda la salubrità dell’acqua, il
sindaco ha tagliato corto “siamo dentro i limiti previsti dal decreto regionale”
“l’acqua di Arzignano è potabile!” Quest’ultima affermazione pronunciata con un
tono più alto e con enfasi.
Giornata di protesta davanti a Miteni 22 aprile 2018 |
Successivamente, rispondendo ad una specifica
domanda di Magnabosco però il sindaco si contraddiceva annunciando un progetto di
Acque del Chiampo del costo preventivato di 3,5 milioni di euro (tutti a carico
dell’utenza) per realizzare una stazione di pompaggio e di filtraggio a carboni attivi a
Canove, per il rifornimento del comune di Montorso e per il serbatoio di
Poiaracca del comune di Arzignano.
Se l’acqua è potabile perché spendere tanti soldi per filtrarla?
Per quanto riguarda i tempi per la realizzazione
del progetto, il sindaco si è tenuto sulle generali dicendo che l’iter sarà molto
lungo. Andrea Pellizzari che già ne
aveva parlato circa due mesi fa sembra avesse posto come data possibile di
realizzazione il 2022 (?).
Certamente la realizzazione di un nuovo acquedotto per Montorso richiede
tempi non proprio brevi e anche la stazione di pompaggio non si fa in un
giorno. Gentilin ha parlato della lunga trafila dovuta all’acquisto dei terreni.
Ma, per noi arzignanesi per cui non è necessaria nessuna
stazione di pompaggio e nessun esproprio di terreni perché non si provvede
immediatamente a porre i filtri a carbone attivo?
L’acqua di Canove va filtrata solo per i cittadini di Montorso?
Gentilin che in precedenti occasioni si è speso
per la realizzazione di approvvigionamento di nuove fonti non contaminate per Brendola non ha nessun progetto in
merito per la nostra città.
È infatti questa una delle domande che abbiamo
posto con insistenza a lui e ai consiglieri:
Perché per gli altri
comuni si provvede a cambiare le fonti di approvvigionamento dell’acqua e per
Arzignano no?
A questa domanda non hanno risposto né il
sindaco né i consiglieri di maggioranza che sono restati zitti, annoiati e
desiderosi di concludere i lavori del Consiglio per andare a casa.
Nessuno dei consiglieri è intervenuto per rispondere alla nostra
lettera sull’acqua che viene data ai bambini negli asili, nelle scuole e nelle
mense scolastiche.
Solo Magnabosco
l’ha fatto nelle precedenti sessioni del Consiglio ottenendo dal sindaco
sempre la stessa risposta “Siamo dentro i limiti” e dai colleghi Consiglieri
una totale indifferenza.
Il sindaco ha risposto anche ad altre interrogazioni
di Magnabosco.
Una riguarda il cosiddetto “trattamento fanghi” in parole semplici
l’INCENERITORE che per anni si voleva
costruire in via Ferraretta e contro il quale CiLLSA si è battuta strenuamente, impedendo alla fine che questa
mefitica opera venisse realizzata nel nostro comune.
Il cosiddetto “Trattamento fanghi” (per prudenza
non si pronuncia più nemmeno il termine, tanto abusato in passato, di “Gassificatore”) sarà realizzato in project financing (leggi “altra mangiatoia”) in comune
con privati ma “fuori dai territori dei
comuni che fanno parte del bacino del Chiampo.”
Dopo anni di annunci e di tentativi
non riusciti, dopo il fallimento decennale del patto stato regione per il
risanamento del Fratta Gorzone, scaduto senza il raggiungimento di alcun
obiettivo il 31 dicembre del 2015, finalmente
la resa dei beati costruttori di inceneritori e la fine di un incubo per i cittadini di Arzignano e dintorni.
L'ultima interrogazione di Magnabosco riguardava
la annunciata sottrazione di una notevole parte dell’acqua che, attraverso il
canale LEB (Che attinge all’Adige) attualmente
diluisce i reflui del dotto ARICA
che conferisce i liquami (depurati) delle nostre concerie ai campi di Cologna Veneta
e a tutto il Bacino irriguo del Fratta Gorzone.
Senza questa diluizioni (per altro vietata per
legge) ARICA non raggiungerebbe i livelli accettabili di inquinamento che gli
consentono di scaricare.
Adesso sembra che una notevole parte di quest’acqua
verrebbe sottratta per l’irrigazione dei campi del Veronese. Se così fosse il
blocco dell’attività conciaria sarebbe inevitabile.
Gentilin ha smentito e garantisce che l’acqua
del LEB destinata a ARICA non sarà toccata. Si vedrà.
Ma nel frattempo non sarebbe meglio
provvedere a produrre reflui più compatibili con l’ambiente?
Oltre che doveroso per la
salubrità del territorio e delle persone che lo abitano, prevenire un disastro annunciato
è importante per la sopravvivenza di un settore industriale che, se non si
provvede, prima o poi entrerà a rischio.
Giovanni Fazio
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