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giovedì 26 giugno 2025

ULTIMA ORA TRIBUNALE DI VICENZA

 CLAMOROSA SENTENZA CONTRO GLI INQUINARTORI

 



Pubblichiamo e prime notizie sulla sentenza emessa i questi minuti dal tribunale di Vicenza così come ce le ha trasmesse Alberto Peruffo, uno dei grandi leader della lotta  ultra decennale che ha consentito di ottenere questi risultati.  

“Sentenza storica. Esemplare. Che dimostra che le grandi proprietà - specie le multinazionali - sono potenzialmente criminali e possono essere fermate. Ora dobbiamo rivolgere lo sguardo contro chi ha permesso tutto ciò.”

PENE (quelle che sono riuscito a scrivere)

Mitsubishi giapponese

Maki Hosoda, Kenji Ito, Naoyuki Kimura e Yuji Suetsune

Anni 11, 16, 17, --

ICIG international, holding germanico-lussemburghese

Hendrik Schnitzer, Akim Georg Hannes Riemann, Aleksander Nicolaas Smit, Brian Antony Mc Glynn

Anni 17, 16, 17, --

ex manager ex funzionari di Miteni

Luigi Guarracino 17

Davide Drusian 2

Antonio Nardone 6

Risarcimenti significativi per le parti civili:

genitori e persone singole, 15.000 euro.

Comuni, 80.000

ISDE e associazioni, 50.000

Regione Veneto, più di 6 milioni.

Sindacati, 25.000.

Gestori Acque 500.000

Bacini acque, 400 e 900.000

Ministero 58 milioni euro!!!

ARPAV 840.000

4 milioni parti AVV. Ambrosetti

Provincia 151.000

Altri dettagli nei prossimi giorni.



Queste le prime informazioni grezze sulla sentenza. Ma questa mattina non è la sola grande vittoria dei cittadini contro il potere delle grandi multinazionali. Ci è giunto il comunicato inviato da Mattia Donadel , leader del  Coordinamento No Inceneritori contro il progetto di ENI Rewind, la società che intendeva realizzare a Marghera un gigantesco inceneritore .

 “L’inceneritore per fanghi di ENI Rewind è stato bocciato, i comitati parlano di una vittoria e di una giornata storica: “Avevamo promesso a ENI che di qui non sarebbero passati, e non sono passati. E’ una vittoria importantissima e di portata storica per un territorio che per decenni ha pagato a caro prezzo, in termini di vite umane perse e di degrado ambientale, decenni di industrializzazione dissennata, che ha privilegiato il profitto sopra tutto e sopra tutti, creando la diffusa opinione che la popolazione non ha mai voce in capitolo su questioni così importanti.

🔴Qualcuno pensava di poter continuare a sacrificare questo territorio, ma la mobilitazione popolare, il grande lavoro di inchiesta , di approfondimento scientifico, di sensibilizzazione svolto in questi anni dai comitati del Coordinamento No Inceneritori ha sbarrato la strada addirittura a ENI, una delle multinazionali del fossile più potenti al mondo, la stessa che fa accordi con il governo criminale di Israele .





🔴E’ importante che le argomentazioni del Comitato Tecnico per la valutazione ambientale abbiano accolto i nostri rilievi sulla pericolosità degli inceneritori, impianti insalubri di prima classe, in particolare per quanto riguarda gli impatti ambientali e sanitari derivati dalla inefficace combustione dei PFAS, e per il fatto che questo territorio è già pesantemente inquinato e la popolazione sta già pagando un prezzo altissimo in termini sanitari.

🔴Le istituzioni hanno dovuti ricredersi di fronte ai pareri determinanti dell’Istituto Superiore di Sanità, che hanno di fatto confermato tutte le osservazioni che già avevamo posto. Questa sentenza non vale solo per ENI, perché ora il problema della salute, dei PFAS e dell’inquinamento ambientale non potrà essere più ignorato né per l’inceneritore di Veritas, né per quelli di Padova, di Schio, di Verona e di Loreo. Il problema della gestione dei rifiuti, dei fanghi e dei PFAS sono un dato di fatto, ma la soluzione non sta nel creare un problema ancora più grave.

🔴E’ necessario aprire al confronto con i comitati, con le associazioni ambientaliste, con le popolazioni, investire in ricerca, e soprattutto assumere come paradigma che la tutela della salute e dell’ambiente vengano prima dei profitti e di ogni altra cosa”.




*    Il Coordinamento No Inceneritori, forte di questa vittoria ora rilancia: “E’ necessario bloccare immediatamente la seconda linea di Veritas; ora chiediamo alla Regione e a ARPAV di avviare studi approfonditi intorno agli inceneritori, con il supporto di CNR e ISPRA, per verificare il livello di contaminazione da PFAS nei suoli, nelle acque, e negli alimenti. Noi non ci fermiamo, Veritas è avvisata”.



Tornando a noi, a CiLLSA e alla RETE ZERO PFAS ITALIA che opera nel Veneto è ora che la Regione sblocchi l’assurdo, criminale divieto, imposto ai medici, di effettuare gli esami del sangue per la ricerca dei PFAS nei soggetti a rischio. È ore che si emetta un decreto che obblighi tutti i produttori di generi alimentari e i venditori a accompagnare i propri prodotti sui banchi dei mercati e nei negozi con una ETICHETTA che informi  cittadini sulla presenza o meno di PFAS negli alimenti e negli imballaggi.

La tutela della salute investe le responsabilità della politica.

Non ci fermeremo!



Giovanni Fazio


domenica 22 giugno 2025

QUANTI PFAS HAI DATO DA MANGIARE OGGI AI TUOI BAMBINI?

 


DALLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI VICENZA  PARTIRANNO LE LOTTE PER LIBERARCI TUTTI DAI VELENI QUOTIDIANI!

 Il 26 Giugno il processo del secolo che si è svolto a Vicenza per lunghi quattro anni arriverà a sentenza.

Ci aspettiamo una condanna per i presunti colpevoli di  un inquinamento che ha sconvolto la vita di centinaia di migliaia di persone nelle tre province venete di Vicenza, Verona e Padova.

Qualunque sia la sentenza, anche se dovesse essere deludente per coloro che attendono una giustizia certificata, sarà  comunque una grande vittoria per quanti hanno partecipato, in vario modo ad una incredibile lotta contro potentissime multinazionali, Mitsubishi e Eni. Colossi che appartengono alla classe delle nuove oligarchie economiche che pretendono di sovrastare i Parlamenti e  governare il mondo.

La sentenza, però, non ci darà nel breve tempo la risposta alla nostra richiesta di salute. La politica, molto spesso servile nei confronti dei nuovi potentati, non si sbrigherà a riconoscere i torti subiti da centinaia di migliaia di cittadini.

Un esempio eclatante delle responsabilità della politica sono i nuovi limiti fissati per l’acqua potabile da una Commissione europea, sempre più pressata dal movimento ecologista internazionale:  sono di 100 nanogrammi per litro!

Chi di voi farebbe bere al suo bambino dell’acqua contaminata da 100 nanogrammi litro, sapendo che quei PFAS resteranno nel suo organismo per più di 20 anni e si sommeranno a tutte le maledette molecole che ci fanno ingoiare quotidianamente?!

Alla sentenza seguirà l’appello, e poi la cassazione. Nel frattempo i tempi si dilatano, e la giustizia si allontana sempre più in un futuro molto incerto.

Per chiedere a chi ci governa la tutela della salute che ci scappa in avanti, incalzata da molecole tossiche, non aspetteremo certo che l’ultimo degli imputati vada in galera, ammesso che non si tratti di una vacanza nel suo proprio domicilio con tutti i confort possibili per chi ha potere e soldi.

La sentenza non basterà ad abbassare il rischio che sovrasta tutti, presente con maggiore crudeltà nei più piccoli, quelli che sono il target del silenzioso veleno che aggredisce le nostre esistenze.

Nessuno ci salverà da un avvelenamento pervasivo, continuo  e feroce che innescherà in molti di noi le sue bombe ad orologeria. Intanto sempre più persone si ammalano di tumore, sempre più le molecole che sconvolgono il nostro sistema endocrino colpiscono i nostri organismi. Le mamme porgono le bianche mammelle agli ignari bambini che succhiano, insieme al candido latte, i veleni che ammorbano il suolo, i cibi e l’aria che respiriamo.

Chi ci salverà? Chi salverà i bambini?


La risposta viene da quanti la sera del 20 giugno hanno chiesto GIUSTIZIA, con le loro fiaccole di fronte al nero palazzo di giustizia. L’unica salvezza può venire solo da noi stessi. A patto che si generi una mobilitazione permanente che metta gli avvelenatori con le spalle al muro.

È dal seme che è stato piantato in questi anni che può nascere la RESISTENZA CONTRO IL POTERE DEGLI OLIGOPOLI E DELLA POLITICA SERVILE. Lotteremo  nelle piazze, nei supermercati, nei campi spruzzati di veleno, nelle fabbriche e sugli argini dei nostri fiumi massacrati.

Contro chi cerca di punire il dissenso, agiremo pacificamente ma con fermezza e determinazione, ben sapendo quale è la posta di questa guerra senza bombe, ma non per questo senza vittime.

Pretenderemo trasparenza, certificazioni vere, abbattimento dei limiti farlocchi cui andrà sostituita la totale assenza delle molecole cancerogene e tossiche dal nostro pane quotidiano.

A chi, spudoratamente, afferma che ciò non è possibile, sbandiereremo le alternative ai loro veleni, innocue, già in parte attuate, sperimentate e usate. Smaschereremo le alleanze immonde dei politici distruggendo un consenso immeritato, costruito con le menzogne di giornalisti pennivendoli e delle televisioni  asservite con finanziamenti ad hoc o controllate direttamente dal Potere.

Il primo impegno che noi tutti dovremo sottoscrivere è una vasta campagna di contro informazione  per diffondere la VERITA’ sulle molecole tossiche, sulle responsabilità di chi ci governa impunemente. Denunciare le omissioni e le false notizie.

Nella prima tornata giudiziaria abbiamo portato alla sbarra i dirigenti Miteni. Ma costoro non sono i soli responsabili di un disastro enorme che non è bastato a fermare chi avvelena cibi e aria, acque animali e piante.

Come è possibile che si consenta agli agricoltori di inondare di veleni terre, campi e frutteti ? Come è possibile che dopo le allarmanti dichiarazioni di scienziati e giornalisti coraggiosi sui vini del Veneto, da parte degli organi regionali preposti alla tutela della salute non sia stato emesso nessun commento!

 Si tratta di decine di migliaia di nanogrammi/litro di TFA (il più insidioso dei PFAS per le sue piccole dimensioni) riscontrati nei vini pregiati del Veneto. Nessuna smentita! Nessuna iniziativa precauzionale! Troppi interessi economici coinvolti dalla prevedibile scoperta. Cosa si pretende?! Si è sempre saputo che una considerevole parte di pesticidi contengono PFAS.  Dove credete che vadano a finire se non nell’uva, oltre che nei terreni e nelle falde acquifere sottostanti?!  

COSA SI ASPETTA A BANDIRE I PFAS DALL’AGRICOLTURA?!


Abbiamo scovato e denunciato i responsabili dell’inquinamento Miteni. Dal 26 giugno cominceremo a ricercare e denunciare ai cittadini e alla magistratura i responsabili di un avvelenamento di un popolo, che non sono solo coloro che spruzzano i veleni ma anche e soprattutto coloro che lo consentono senza impedirlo.

Ciò è necessario per tutelare la vita e la salute dei nostri bambini!

CHIEDIAMO TRASPARENZA ALIMENTARE. ETICHETTE CHIARE E LEGGIBILI CHE ATTESTINO LA PRESENZA O MENO DI PFAS NEI PRODOTTI ALIMENTARI IN VENDITA,  

IL SECONDO IMPEGNO INALIENABILE sarà quello di INVESTIRE LA REGIONE per RESTITUIRE AI MEDICI LA POSSIBILITA' DI INDAGARE, ATTRAVERSO L'ESAME DEL SANGUE, SULLA PRESENZA O MENO DI PFAS  NEI PAZIENTI A RISCHIO . 

 SCANDALOSAMENTE CIO' NEL VENETO NON E' CONSENTITO.

Lottare per prevenire una contaminazione quotidiana e i suoi effetti sui cittadini di un’intera regione non è un reato. Lottare per conoscere cosa c’è dentro i cibi che acquistiamo non è un reato: è un diritto attualmente negato!

Il processo Miteni ci insegna che lottare contro i presunti responsabili dell’avvelenamento totale di un popolo è possibile. Ci insegna che è possibile vincere, che ciò che appare come un’utopia può diventare realtà.

Affronteremo le oligarchie del fossile, delle armi e dei veleni chimici con la forza della VERITA’. Combatteremo contro il cibo spazzatura imposto da ignobili catene di supermercati e di Mc Donald. Ci alleeremo con la nostra madre terra  per salvarla e per salvare, insieme ad essa, le istituzioni democratiche  che, di giorno in giorno, vengono attaccate da una finanza, potente e aggressiva.

Esiste un nesso stretto tra la lotta per liberare il pianeta e l’umanità dagli avvelenatori e dai loro complici e quella per fermare  il potere dei grandi oligopoli che pretendono di operare sopra le leggi e sopra i parlamenti.

La nostra è una lotta non solo  per difendere il diritto alla salute ma anche per garantire il primato delle leggi e della Costituzione contro chi pretende di imporre la supremazia del mercato.  

Giovanni Fazio

 

 


 NEL LINK UN APPROFONDIMENTO SULLA PRESENZA DI TFA NEI VINI EUROPEI E NEL PROSECCO. MEGLIO ESSERE INFORMATI ADESSO CHE PIANGERE DOMANI QUANDO SARA' TROPPO TARDI 

https://drive.google.com/file/d/1zT86s3AfTrXOmT2vuTa8708LWsR7Hxvv/view?usp=sharing

sabato 31 maggio 2025

SANITA’ A RISCHIO NELL’OVEST VICENTINO

Insieme al taglio del nastro inaugurale del nuovo ospedale di Montecchio la Regione taglierà 285 posti letto.

Dai 546 posti si passerà ai 253 previsti nel nuovo ospedale.                      

I DATI

Il nuovo ospedale di Arzignano-Montecchio Maggiore, attualmente in fase di costruzione, avrà infatti una capacità complessiva di 253 posti letto.

Di questi:

·                     225 saranno destinati a degenza ordinaria, cui si aggiungeranno

·                     10 posti letto per l’Osservazione Breve Intensiva (OBI) nel Pronto Soccorso

·                     12 posti per il Servizio di Dialisi

·                     6 posti per l’OBI pediatrico e ostetrico

 

Non possiamo considerare posti letto le 18 culle di pediatria (sommati dalla stampa locale per nascondere le cifre reali del taglio).

 

L'investimento complessivo per la realizzazione dell'ospedale ammonta, fino ad ora a 123,5 milioni di euro.


 Nelle tabelle i 546 posti letto del 1° gennaio 2009 Nel 2013  ne avevamo ancora 516

Non siamo gli unici a subire tagli nel nostro patrimonio storico ospedaliero. Hanno subito una sorte simile tutti gli ospedali del Veneto. Ad esempio quanto avvenuto nell’Alto Vicentino, dove nel 2012 si chiudevano i due ospedali di Schio e Thiene (700 posti letto) per aprirne uno nuovo a Santorso (400 posti letto). Una  dura cura dimagrante con cui la Regione scende al di sotto della stessa media nazionale, fanalino di coda europeo.

Se nel 2000, in Italia, erano disponibili 4,7 letti ogni 1.000 abitanti, nel 2016 erano scesi a 3,17 e nel 2021 a 3,12 ogni 1.000 residenti[1].

Nella Regione del Veneto, tra il 2016 e il 2023, il numero di posti letto pro capite è diminuito del 5,8%, passando da 3,25 a 3,06 posti letto ogni 1.000 abitanti, in coerenza con il PSSR 2019-2023 della Regione del Veneto che prevede fino a 3 posti letto per acuti per 1000 abitanti e a 0,5 posti letto di riabilitazione ogni 1000 abitanti, parametri al di sotto di quelli stabiliti a livello nazionale, (pari complessivamente a 3,7 posti letto per 1.000 abitanti[2] )

Nella tabella la crescita del settore privato in percentuale negli anni

La politica sanitaria taglia l’assistenza pubblica per favorire quella privata, con i risultati che tutti noi constatiamo quotidianamente sulla nostra pelle.

Ricordiamoci che tutte le strutture sanitarie sono patrimonio della nostra comunità, realizzate con i nostri soldi attraverso le tasse. La popolazione invecchia e ha bisogno di maggiore assistenza che non può essere delegata alla speculazione privata.

Non è più possibile accettare ulteriori tagli.

Ciò significa non avere spazio sufficiente per curare i nostri ammalati. Non è giusto sottoporre l’intera popolazione a elemosinare ricoveri urgenti, chissà dove e chissà quando, proprio mentre le risorse dell’intera regione sono ridotte al lumicino.

A prescindere dal colore politico di ciascun cittadino, è necessario difendere, tutti insieme, una preziosa risorsa perfettamente funzionante. È necessario che anche le istituzioni locali si uniscano a noi cittadini in difesa dei nostri ospedali.

Impediamo la chiusura e lo smantellamento dell’ospedale Cazzavillan e incorporiamo nel nostro patrimonio ospedaliero il nuovo ospedale montecchiano. La salute è un bene prezioso che va difeso.

Nei prossimi giorni ci ritroveremo tra quanti hanno già aderito alla costituzione del Comitato per la difesa della salute pubblica dell’ Ovest Vicentino per studiare insieme tutte le iniziative necessarie ad evitare ulteriori tagli e grandi sofferenze per l’intera comunità.

Giovanni Fazio



[1] (fonte EUROSTAT), https://ec.europa.eu/eurostat/cache/metadata/en/hlth_res_esms.htm)

[2] (DL 6 luglio 2012, n. 95).






venerdì 9 maggio 2025

ZAIA: A COSA BRINDIAMO?

 


Da un report di RUR-EU

Tutti i dati indicano un ulteriore forte aumento della contaminazione da TFA nell'ambiente in tutte le regioni europee. Sebbene le concentrazioni rimangano attualmente ben al di sotto dei valori limite vigenti per l'acqua potabile nella maggior parte delle regioni europee, la situazione diventerà critica per un numero crescente di fornitori di acqua nei prossimi anni, a meno che non vengano adottate misure drastiche.

L'acqua piovana, essenziale per ricostituire le nostre risorse idriche, può contenere centinaia di nanogrammi di TFA a causa dell'emissione e della degradazione atmosferica di alcuni gas fluorurati (in particolare gli HFO), mentre, allo stesso tempo, significative emissioni provenienti dall'agricoltura attraverso pesticidi contenenti PFAS aumentano i livelli di inquinamento delle falde acquifere.

Documento di posizione - TFA nelle risorse idriche potabili

EUR EU esorta l'UE ad agire e:

~ Legiferare per l'immediata cessazione di tutte le emissioni di TFA nell'ambiente e per eliminare gradualmente i suoi principali precursori, inclusi tutti i pesticidi contenenti PFAS. Ciò include gli usi contemplati dalla proposta di restrizione universale dei PFAS attualmente in esame da parte dell'ECHA, ma anche gli usi esclusi dal suo ambito di applicazione, in particolare i pesticidi e i biocidi contenenti PFAS.

~ Introdurre un monitoraggio più dettagliato dei TFA per area da parte degli Stati membri nelle acque superficiali e sotterranee in tutte le regioni dell'UE per ottenere maggiori dati.

~ Garantire chiarezza normativa a livello UE e utilizzare la prossima revisione della direttiva sull'acqua potabile per stabilire un valore parametrico derivato dalla salute per i TFA nell'acqua potabile, distinto dal "totale PFAS". ~ Sebbene la priorità debba essere prevenire e limitare le emissioni di TFA, il principio "chi inquina paga" dovrebbe essere applicato per coprire i costi di un trattamento aggiuntivo dell'acqua potabile, qualora ciò si rendesse necessario per tutelare la salute pubblica.

~ Valutare l'impatto del collegamento tra il Regolamento sui Pesticidi e la Direttiva sulle Acque Reflue (DWD) in merito alla riclassificazione dei metaboliti dei pesticidi non rilevanti in metaboliti rilevanti. La Commissione dovrebbe procedere in stretto coordinamento con gli Stati membri e il settore idrico. Se i TFA diventassero un metabolita rilevante, molti fornitori di acqua potabile potrebbero immediatamente non essere conformi, senza alcun rimedio immediato.

 PROSECCO E SILENZI

Oltre l’acqua, come è ormai di dominio pubblico dopo la pubblicazione dei dati sui vini europei da parte dei giornalisti di “Pan Europe”, anche i nostri vini “pregiati” come il PROSECCO, fiore all’occhiello del presidente della nostra regione, presentano valori allarmanti 95.000 ng /litro.

Forse ci è sfuggita, nel marasma di notizie che si accavallano in questi giorni, una dichiarazione da parte di Zaia: una smentita o l’annuncio di iniziative immediate per salvaguardare la salute dei cittadini. Noi aspettiamo speranzosi e siamo certi che, sia pure in ritardo, il presidente ci risponderà; magari da Cortina.


Giovanni Fazio

domenica 4 maggio 2025

PALESTINA LIBERA!

 

Un cantante, un ragazzo, grida dal palco del Primo Maggio “Palestina libera”. I benpensanti di destra e di pseudo sinistra sono rimasti sconcertati! Ma, come si fa!? Le comunità ebraiche italiane insorgono! Dal palco  suona ancora un inno di libertà per un popolo massacrato sotto gli occhi indifferenti di una Europa “democratica e liberal!” Stiamo vedendo in diretta uno sterminio e ci incazziamo se sentiamo un ragazzo gridare dal palco “Palestina libera”. Come si è ridotta la nostra democrazia, con una premier che stringe la mano a Erdogan! Così come l’ha stretta ad Al Sisi, protettore dei torturatori e assassini di Giulio Reggeni.
















 Questo non fa indignare i benpensanti né le comunità ebraiche italiane che si incazzano solo a senso unico, cioè quando si tratta di ebrei mentre se sono neri americani, migranti africani, bambini siriani che cadono sotto i colpi del razzismo e delle dittature internazionali, meglio ancora, degli aerei israeliani, non si scompongono di una virgola poiché l’olocausto riguarda solo loro. 




Gli altri? Be! Dio non ha mica scritto la Bibbia per loro. Anzi, l’ha scritta contro di loro. 

Non sono antisemita, parola che respingo perché è diventata l’ombrello sotto il quale gli israeliani commettono le loro nefandezze. Grido soltanto “Palestina libera” unendomi al coro di una grande piazza che ripeteva “Palestina libera”.

https://www.facebook.com/reel/2115334408889079

https://www.facebook.com/reel/2115334408889079

lunedì 28 aprile 2025

PESTICIDI NELLA TERRA DEL PROSECCO:

  ZAIA, MELONI E VON DER LEYEN devono rispondere al più presto,  dando indicazioni precise per far fronte ad un disastro annunciato e non tenuto da loro in alcuna considerazione. 


I gravissimi problemi provocati dall’uso dei pesticidi e diserbanti erano già noti anche due anni fa, come ci ricordano le testimonianze ben circonstanziate relative alla politica di Zaia, presenti in quest’articolo di Ingrid Feltrin Jefwa pubblicate da “OGGI TREVISO” del 26/09/2023. 

 CONEGLIANO / VALDOBBIADENE – Come è cambiato il territorio del prosecco negli ultimi decenni e a che prezzo? Lo hanno raccontato ieri sera nella trasmissione Presadiretta di Rai3 dove hanno mostrato come sono stati tolti i vecchi vigneti di uva nera per sostituirli con il glera per il prosecco ma allo stesso modo sono stati sacrificati i prati, i campi di mais e di soia.




 “L’allora ministro delle politiche agricole, Luca Zaia estese la denominazione del prosecco, che era limitato alla zona Valdobbiadene e Conegliano, in un’area vastissima su 9 province tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia con ingenti sussidi pubblici”: hanno spiegato nel servizio televisivo. Tra gli intervistati il consigliere regionale dem e membro della Commissione ambiente del Veneto, Andrea Zanoni, che ha spiegato: “Nel periodo 2009/2019 sono stati destinati alla viticultura 580 milioni di euro”.

Un cambiamento nell’uso del territorio che ha portato il prosecco a risultati da record, con: 700milioni di bottiglie prodotte all’anno, un giro d’affari di 3 miliardi di euro e il primato di vino più venduto all’estero. Ma tutto questo ha anche delle conseguenze:

“Sono coltivazioni che hanno bisogno di un alto tasso di chimica di sintesi per combattere tutte le malattie che attaccano questa vite che è poco resistente. Si tratta di trattamenti soprattutto contro le malattie fungine e poi ci sono gli erbicidi come il glifosate, che caratterizza la fascia sotto alle viti, in cui l’erba è palesemente secca”. Zanoni quindi prosegue spiegando che: “Nel 2012 veniva impiegati 14,7 milioni di chili di pesticidi passati nel 2021 a 15,8 milioni, con un incremento in 10 anni del 7% a livello regionale mentre per quanto riguarda Treviso, terra del prosecco, invece c’è stato un incremento dei pesticidi pari al 22%. "Una media di 3,3 chili di pesticidi per ogni cittadino del Veneto".

Il Veneto, inoltre, è la regione che coltiva meno biologico con solo un 5% contro un 17% a livello nazionale. “Zaia, ha scritto cose condivisibili sul biologico e pubblicamente porta argomenti che i sottoscriverei completamente – ha proseguito Zanoni - ma poi nel chiuso del palazzo fa il contrario. Addirittura, chiede al ministero della salute di usare dei pesticidi vietati per legge”.

Quindi la giornalista prosegue spiegando che per contrastare la flavescenza dorata, malattia che colpisce i vigneti, la regione Veneto ha chiesto di usare un pesticida che si chiama clorpirifos, vietato in Europa dal 2020 per i suoi effetti neurotossici sui bambini. Il ministero della salute ha avviato la procedura per l’autorizzazione e il caso ha sollevato un vespaio che ha allungato i tempi dell’iter, per trattamenti che andavano fatti da giungo a luglio, quindi per quest’anno anche se arrivasse l’ok non se ne fa nulla. “Probabilmente il pericolo è scampato per sempre – dice Zanoni – visto che i produttori si sono resi conto che sarebbe un boomerang pazzesco”.


Ma perché i vigneti di glera si ammalano così facilmente? Nel corso della trasmissione hanno spiegato che l’agricoltura intensiva favorisce la propagazione dei patogeni infestati che non incontrano più barriere naturali tra un vigneto e l’altro e questo sospinge a un impiego sempre maggiore di pesticidi che però sterminano anche gli insetti antagonisti, quelli utili contro i parassiti, riducendo ulteriormente le difese a protezione delle viti, danneggiando così la biodiversità. “Le rondini e i passeri sono spariti – conclude Zanoni -. Mi sono rimasti solo i nidi e la speranza che un giorno le rondini tornino”.

Interviene quindi Fabio Magro, figura nota per la sua battaglia insieme alle famiglie che vivono vicino a quello che un tempo era il bosco di Premaor che nel 2019 ha lasciato il posto a un vigneto:

 “Questa è la camera di mio figlio – e mostra la stanzetta sprangata – ovviamente non possiamo far andare un condizionatore che pesca aria dall’esterno. La prescrizione dell’autorità sanitaria è di tenere chiuse le finestre e limitare le attività all’aperto. Chi ha voluto i vigneti così vicini alle case se l’è posto il problema? L’azienda sanitaria si è pronunciata dicendo che noi siamo particolarmente esposti, siamo un gruppo vulnerabile e il minore che vive qui (il figlio di Fabio n.d.r.) può avere un peggioramento della sua malattia neurologica anche con piccole quantità di prodotti fitosanitari. Il getto dei trattamenti è di 40 metri su un pendio e quindi è inevitabile che scenda fino a casa nostra. A confine dovrebbero mettere una siepe altra 3 metri che non c’è. Il comune ha dato la prescrizione che i filari vicino alle case fossero trattati a mano ma così non è. Chi fa il trattamento sta qui mezz’ora vestito come un astronauta e noi invece siamo qui in maniche di camicia e dobbiamo viverci. Perché non ci dicono con cosa trattano i vigenti? Cosa c’è da nascondere?”.



La parola passa all’endocrinologo Ernesto Rorai:

“Molti pesticidi sono considerati interferenti endocrini, cioè, possono interferire con il sistema endocrino a vari livelli. Il problema è l’effetto cocktail, quando si mescolano tra di loro i pesticidi, anche se in concentrazioni al di sotto della soglia pericolosa”. L’esperto, quindi, cita alcune patologie che si sospetta possano essere in relazione con l’esposizione della popolazione ai pesticidi. Ma a Presadiretta sono state poi illustrate anche forme di agricoltura “virtuosa” dove il ricorso ai pesticidi è inesistente o estremamente esiguo e super controllato: le alternative quindi ci sono ma secondo il report televisivo serve un’inversione di rotta politica e produttiva che non implica per forza una perdita economica.

Intervengono i giovani studenti con un filmato formidabile. Abbiamo molto da imparare da loro.

APOCALIPSE WINE

DISCORSO CIVILE SUL PAESAGGIO INCONGRUO

Film della

Classe IV Am dell’ISISS LUCIANO DAL CERO di S. Bonifacio (VR)

https://youtu.be/0oOW4xuhdnk?si=etc5osufLxCL0zVO

 

SERVE UNA INVERSIONE DI ROTTA POLITICA E PRODUTTIVA!

ASPETTIAMO A BREVE UNA RISPOSTA IN MERITO!

Giovanni Fazio



 

 

venerdì 25 aprile 2025

VELENO NEL BICCHIERE: NEL PROSECCO TROVATI 69 000 nanogrammi /litro di Tfa (decine di migliaia di volte della quantità tollerata nell’acqua potabile)

 


(Riportiamo in questo post alcuni brani dell’articolo di Giuseppe Pietrobelli pubblicato in data odierna sul Fatto Quotidiano)

 25/04/2025

 La denuncia viene da Bruxelles dove i membri dellEuropean Pesticide Action Network Euro pe (PAN  Europe) hanno presentato uno studio inedito e allarmante sulla contaminazione alimentare da  acido trifluoroacetico (Tfa) nel vino, condotto in dieci paesi del continente. Il Tfa fa parte della  famigerata famiglia delle sostanze perfluoroalchiliche utilizzate nell’industria e, sotto forma di  fitosanitari, anche in agricoltura.

Si tratta di un prodotto di degradazione altamente persistente di alcune sostanze chimiche  fluorurate, in particolare gli F-Gases usati nella refrigerazione e i Pfas pesticidi. Per questo vengono  chiamati gli “inquinanti eterni” visto che si accumulano inevitabilmente nell’acqua, nel suolo, nelle  piante e nel corpo umano.

Il Tfa è stato a lungo considerato un metabolita dei pesticidi “non  rilevante” mentre ora si sospetta che  sia  tossico per la riproduzione” è la denuncia di PAN Europe mirata su un settore merceologico finora  trascurato. 

 


 L’indagine è stata condotta su una quarantina di vini, considerando le annate di  produzione. Per quanto riguarda l’Italia, sono stati presi in considerazione il Kaleterersee (annata 2024) un rosso della zona di Caldaro in Alto Adige, il Prosecco (annata 2024) in Veneto e il Chianti  (stagione 2022) in Toscana.

I risultati più preoccupanti sono tre. Innanzitutto è stato accertato un  aumento esponenziale” dei livelli di Tfa nel vino dal 2010. Mentre non sono stati rilevati nei vini  antecedenti al 1988, il periodo 2021- 2024 mostra livelli medi di 122 μg (microgrammi per litro), con alcuni picchi di oltre 300.

 (ndr. Attenzione! la pubblicazione di Pan Europe si esprime in microgrammi. Bisogna moltiplicare per 1.000 i microgrammi per ottenere i valori di Tfa in nanogrammi: Otterremo valori spaventosi di Tfa: per un litro di prosecco 69.000 nanogrammi. Sono valori al di sopra di ogni precedente valutazione! Ho pubblicato in calce il link della pubblicazione originale in inglese.

Se pensate che il limite per i PFAS nell'acqua fissato dalla Regione Veneto è (Bontà loro) 100 nanogrammi, vi rendete conto di quanto spaventoso sia il confronto con il prosecco   (69.000 nanogrammi).

Il secondo dato è l’ “ubiquità in tutta Europa”, o almeno nei dieci paesi  considerati. “Sebbene i livelli medi di Tfa variassero, i vini di tutti i paesi mostravano livelli di  diversi ordini di grandezza superiori ai già elevati livelli di fondo nell’acqua”.

 

NELLA  CONSIDERAZIONE della media hanno inciso i vini austriaci che hanno raggiunto i livelli più alti di  contaminazione. Per quanto riguarda l’Italia, il Kaleterersee ha registrato 43.000 nanaogrammi per chilo, il Prosecco 69.000 nanogrammi e il Chianti 120.000 nanogrammi.

Il terzo responso riguarda la co-presenza di residui di pesticidi. Infatti, i campioni di vini con livelli più elevati di Tfa contengono  anche un numero e una quantità maggiori di residui di pesticidi sintetici.

 


Le proposte sono  drastiche. Bisogna vietare i pesticidi Pfas e i gas fluorurati, avviare un monitoraggio completo dei  Tfa nei prodotti alimentari e avviare “un approccio normativo precauzionale che riconosca le  significative lacune nei dati tossicologici e i potenziali rischi per la salute pubblica, compresi i  bambini”.

 

L’eurodeputata veneta Cristina Guarda, del gruppo Verdi/Ale, commenta: “La grande    industria chimica sta avvelenando anche il vino, oltre al cibo. E dato che siamo il primo paese  produttore di vino a livello globale, da imprenditrice agricola dico che dovremmo considerarla un’emergenza nazionale”. Poi specifica: “Le concentrazioni di Tfa nei vini europei sono davvero molto preoccupanti, specie nell’agricoltura intensiva e convenzionale, con livelli anche 1000 volte  superiori a quelli delle acque potabili contaminate ”.

Condivide la richiesta di revocare subito le  autorizzazioni dei prodotti fitosanitari contenenti Pfas e un mese fa con altri 50 eurodeputati ha  scritto alla Commissione per la messa al bando totale. “Servono azioni urgenti per proteggere noi  agricoltori, la nostra salute e quella delle nostre famiglie e dei consumatori in tutto il mondo”. 

Le proposte portate avanti dalla associazione CiLLSA, aderente alla “Rete Zero Pas Italia”, in attesa del bando generale della produzione e commercializzazione di tutti i PFAS, oltre al bando dei pesticidi di sintesi e di tutti quelli contenenti PFAS sono:

Diritto dei medici di prescrivere l'esame del sangue per i Pfas per i pazienti a rischio.  (Esame tuttora negato nella Regione Veneto)

1)    1Acqua zero PFAS per tutti i cittadini del Veneto

2)   2) Certificazione obbligatoria che garantisca la presenza o meno di PFAS e di altre sostanze tossiche e cancerogene su tutti i prodotti e, soprattutto degli sugli alimenti, a carico del produttore, ben esposta, in modo da consentire alle persone la scelta di prodotti non contaminati.

3)  3) Progressiva riduzione degli inceneritori e divieto di bruciare fanghi di depurazione contenenti PFAS

Si tratta di misure che possono essere applicate da subito, garantendo la salute dei cittadini e soprattutto dei bambini, in attesa di provvedimenti nazionali e internazionali che bandiscano per sempre questa classe di prodotti chimici.

Avevamo già preconizzato il disastro il 26 luglio 2024

newjbi.blogspot.com/2024/07/vietare-i-pesticidi-pfas-e-tfa.html



Fonte: https://www.pan-europe.info/sites/pan-europe.info/files/public/resources/reports/Message%20from%20the%20bottle_TFA%20in%20wine%20_23042025.pdf