(Riportiamo in questo post alcuni brani dell’articolo di Giuseppe Pietrobelli pubblicato in data odierna sul Fatto Quotidiano)
Si tratta di un prodotto di degradazione
altamente persistente di alcune sostanze chimiche fluorurate, in particolare gli F-Gases
usati nella refrigerazione e i Pfas pesticidi. Per questo vengono chiamati gli “inquinanti eterni” visto che
si accumulano inevitabilmente nell’acqua, nel suolo, nelle piante e nel corpo umano.
Il Tfa è stato a lungo considerato un
metabolita dei pesticidi “non rilevante”
mentre ora si sospetta che sia tossico per la riproduzione” è la
denuncia di PAN Europe mirata su un settore merceologico finora trascurato.
L’indagine
è stata condotta su una quarantina di vini, considerando le annate di produzione. Per quanto riguarda l’Italia, sono
stati presi in considerazione il Kaleterersee (annata 2024) un rosso
della zona di Caldaro in Alto Adige, il Prosecco (annata 2024) in Veneto
e il Chianti (stagione 2022) in
Toscana.
I risultati più preoccupanti sono tre. Innanzitutto è stato accertato un “aumento esponenziale” dei livelli di Tfa nel vino dal 2010. Mentre non sono stati rilevati nei vini antecedenti al 1988, il periodo 2021- 2024 mostra livelli medi di 122 μg (microgrammi per litro), con alcuni picchi di oltre 300.
(ndr. Attenzione! la pubblicazione di Pan Europe si esprime in microgrammi. Bisogna moltiplicare per 1.000 i microgrammi per ottenere i valori di Tfa in nanogrammi: Otterremo valori spaventosi di Tfa: per un litro di prosecco 69.000 nanogrammi. Sono valori al di sopra di ogni precedente valutazione! Ho pubblicato in calce il link della pubblicazione originale in inglese.
Se pensate che il limite per i PFAS nell'acqua fissato dalla Regione Veneto è (Bontà loro) 100 nanogrammi, vi rendete conto di quanto spaventoso sia il confronto con il prosecco (69.000 nanogrammi).
Il secondo dato è l’ “ubiquità in tutta
Europa”, o almeno nei dieci paesi considerati.
“Sebbene i livelli medi di Tfa variassero, i vini di tutti i paesi mostravano
livelli di diversi ordini di grandezza
superiori ai già elevati livelli di fondo nell’acqua”.
NELLA CONSIDERAZIONE
della media hanno inciso i vini austriaci che hanno raggiunto i livelli
più alti di contaminazione. Per quanto
riguarda l’Italia, il Kaleterersee ha registrato 43.000 nanaogrammi per chilo,
il Prosecco 69.000 nanogrammi e il Chianti 120.000 nanogrammi.
Il terzo responso riguarda la co-presenza di residui
di pesticidi. Infatti, i campioni di vini con livelli più elevati di Tfa
contengono anche un numero e una
quantità maggiori di residui di pesticidi sintetici.
Le proposte sono drastiche. Bisogna vietare i pesticidi Pfas
e i gas fluorurati, avviare un monitoraggio completo dei Tfa nei prodotti alimentari e
avviare “un approccio normativo precauzionale che riconosca le significative lacune nei dati tossicologici e
i potenziali rischi per la salute pubblica, compresi i bambini”.
L’eurodeputata veneta Cristina Guarda,
del gruppo Verdi/Ale, commenta: “La grande
industria chimica sta avvelenando anche il vino, oltre al cibo. E
dato che siamo il primo paese produttore
di vino a livello globale, da imprenditrice agricola dico che dovremmo
considerarla un’emergenza nazionale”. Poi specifica: “Le concentrazioni di
Tfa nei vini europei sono davvero molto preoccupanti, specie nell’agricoltura
intensiva e convenzionale, con livelli anche 1000 volte superiori a quelli delle acque potabili
contaminate ”.
Condivide la richiesta di revocare subito le
autorizzazioni dei prodotti fitosanitari
contenenti Pfas e un mese fa con altri 50 eurodeputati ha scritto alla Commissione per la messa al
bando totale. “Servono azioni urgenti per proteggere noi agricoltori, la nostra salute e quella
delle nostre famiglie e dei consumatori in tutto il mondo”.
Le proposte portate avanti dalla associazione CiLLSA, aderente alla “Rete Zero Pas Italia”, in attesa del bando generale della produzione e commercializzazione di tutti i PFAS, oltre al bando dei pesticidi di sintesi e di tutti quelli contenenti PFAS sono:
Diritto dei medici di prescrivere l'esame del sangue per i Pfas per i pazienti a rischio. (Esame tuttora negato nella Regione Veneto)
1) 1) Acqua zero PFAS per
tutti i cittadini del Veneto
2) 2) Certificazione obbligatoria che garantisca la
presenza o meno di PFAS e di altre sostanze tossiche e cancerogene su tutti
i prodotti e, soprattutto degli sugli alimenti, a carico del
produttore, ben esposta, in modo da consentire alle persone la scelta di
prodotti non contaminati.
3) 3) Progressiva riduzione
degli inceneritori e divieto di bruciare fanghi di depurazione contenenti PFAS
Si tratta di misure che possono essere
applicate da subito, garantendo la salute dei cittadini e soprattutto
dei bambini, in attesa di provvedimenti nazionali e internazionali che
bandiscano per sempre questa classe di prodotti chimici.
Avevamo già preconizzato il disastro il 26 luglio 2024
newjbi.blogspot.com/2024/07/vietare-i-pesticidi-pfas-e-tfa.html
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