CLAMOROSA SENTENZA CONTRO GLI INQUINARTORI
Pubblichiamo e prime
notizie sulla sentenza emessa i questi minuti dal tribunale di Vicenza così come
ce le ha trasmesse Alberto Peruffo, uno dei grandi leader della lotta ultra decennale che ha consentito di ottenere
questi risultati.
“Sentenza storica.
Esemplare. Che dimostra che le grandi proprietà - specie le multinazionali -
sono potenzialmente criminali e possono essere fermate. Ora dobbiamo rivolgere
lo sguardo contro chi ha permesso tutto ciò.”
PENE (quelle che sono riuscito a scrivere)
Mitsubishi
giapponese
Maki Hosoda, Kenji
Ito, Naoyuki Kimura e Yuji Suetsune
Anni 11, 16, 17, --
ICIG international, holding germanico-lussemburghese
Hendrik Schnitzer,
Akim Georg Hannes Riemann, Aleksander Nicolaas Smit, Brian Antony Mc Glynn
Anni 17, 16, 17, --
ex manager ex
funzionari di Miteni
Luigi Guarracino 17
Davide Drusian 2
Antonio Nardone 6
Risarcimenti
significativi per le parti civili:
genitori e persone
singole, 15.000 euro.
Comuni, 80.000
ISDE e associazioni,
50.000
Regione Veneto, più
di 6 milioni.
Sindacati, 25.000.
Gestori Acque
500.000
Bacini acque, 400 e
900.000
Ministero 58 milioni
euro!!!
ARPAV 840.000
4 milioni parti AVV.
Ambrosetti
Provincia 151.000
Altri dettagli nei
prossimi giorni.
Queste le prime
informazioni grezze sulla sentenza. Ma questa mattina non è la sola grande
vittoria dei cittadini contro il potere delle grandi multinazionali. Ci è giunto
il comunicato inviato da Mattia Donadel , leader del Coordinamento No Inceneritori contro il
progetto di ENI Rewind, la società che intendeva realizzare a Marghera un
gigantesco inceneritore .
“L’inceneritore per fanghi di ENI Rewind è
stato bocciato, i comitati parlano di una vittoria e di una giornata storica:
“Avevamo promesso a ENI che di qui non sarebbero passati, e non sono passati.
E’ una vittoria importantissima e di portata storica per un territorio che per
decenni ha pagato a caro prezzo, in termini di vite umane perse e di degrado
ambientale, decenni di industrializzazione dissennata, che ha privilegiato il
profitto sopra tutto e sopra tutti, creando la diffusa opinione che la popolazione
non ha mai voce in capitolo su questioni così importanti.
Qualcuno pensava di poter continuare a sacrificare questo
territorio, ma la mobilitazione popolare, il grande lavoro di inchiesta , di
approfondimento scientifico, di sensibilizzazione svolto in questi anni dai
comitati del Coordinamento No Inceneritori ha sbarrato la strada addirittura a
ENI, una delle multinazionali del fossile più potenti al mondo, la stessa che
fa accordi con il governo criminale di Israele .
E’ importante che le argomentazioni del Comitato Tecnico per la
valutazione ambientale abbiano accolto i nostri rilievi sulla pericolosità
degli inceneritori, impianti insalubri di prima classe, in particolare per
quanto riguarda gli impatti ambientali e sanitari derivati dalla inefficace
combustione dei PFAS, e per il fatto che questo territorio è già pesantemente
inquinato e la popolazione sta già pagando un prezzo altissimo in termini
sanitari.
Le istituzioni hanno dovuti ricredersi di fronte ai pareri
determinanti dell’Istituto Superiore di Sanità, che hanno di fatto
confermato tutte le osservazioni che già avevamo posto. Questa sentenza non
vale solo per ENI, perché ora il problema della salute, dei PFAS e
dell’inquinamento ambientale non potrà essere più ignorato né per
l’inceneritore di Veritas, né per quelli di Padova, di Schio, di Verona e
di Loreo. Il problema della gestione dei rifiuti, dei fanghi e dei PFAS
sono un dato di fatto, ma la soluzione non sta nel creare un problema ancora
più grave.
E’ necessario aprire al confronto con i comitati, con le
associazioni ambientaliste, con le popolazioni, investire in ricerca, e
soprattutto assumere come paradigma che la tutela della salute e dell’ambiente
vengano prima dei profitti e di ogni altra cosa”.

Il Coordinamento No Inceneritori, forte di questa vittoria ora
rilancia: “E’ necessario bloccare immediatamente la seconda linea di Veritas;
ora chiediamo alla Regione e a ARPAV di avviare studi approfonditi intorno agli
inceneritori, con il supporto di CNR e ISPRA, per verificare il livello di
contaminazione da PFAS nei suoli, nelle acque, e negli alimenti. Noi non ci
fermiamo, Veritas è avvisata”.
Tornando a noi, a CiLLSA
e alla RETE ZERO PFAS ITALIA che opera nel Veneto è ora che la Regione sblocchi
l’assurdo, criminale divieto, imposto ai medici, di effettuare gli esami del
sangue per la ricerca dei PFAS nei soggetti a rischio. È ore che si
emetta un decreto che obblighi tutti i produttori di generi alimentari e i
venditori a accompagnare i propri prodotti sui banchi dei mercati e nei negozi
con una ETICHETTA che informi cittadini
sulla presenza o meno di PFAS negli alimenti e negli imballaggi.
La tutela della
salute investe le responsabilità della politica.
Non ci fermeremo!
Giovanni Fazio
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