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domenica 24 aprile 2022

DISARMIAMO LA GUERRA

LA SCUOLA GIURIOLO DI ARZIGNANO IN PRIMA LINEA DA SEMPRE

 

1945 Arzignano Piazza Libertà  

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali … (Costituzione della Repubblica Italiana)

 La Resistenza fu una dura lotta per sconfiggere il nazi fascismo, per la pace e una nuova vera democrazia. L'ignominia con cui tutti coloro che si oppongono alla guerra e all'allargamento del focolaio bellico vengono tacciati di filo putinismo va respinta con decisione ricordando che le armi che stiamo inviando, sottraendo, tra l'altro risorse al nostro welfare, vanno ai battaglioni nazisti che si sono macchiati di indicibili crimini nel Donbass.

Chi paga questa ignobile partita tra imperialismo russo e imperialismo americano è il popolo ucraino per il quale prima la guerra finisce e meglio è.

Chi paga sono anche tutti i cittadini italiani ed europei cui vengono sottratti servizi essenziali per finanziare l’industria bellica.

Chi paga un prezzo molto salato sono tutti gli abitanti della terra che hanno visto saltare tutti i buoni propositi dei governi per combattere il riscaldamento globale. Si riaprono le miniere di carbone e sale il costo dei combustibili fossili.

Impedire la catastrofe che travolgerà i nostri figli sarà sempre più difficile.

Nel filmato la scuola “ANTONIO GIURIOLO” di Arzignano che per 10 anni è stata punto di riferimento di resistenza antifascista vecchia e nuova.



LINK DEL FILMATO

 

giovedì 21 aprile 2022

IL FRATTA GORZONE SBARCA AD ARZIGNANO

 


Il sindaco di Arzignano Alessia Bevilacqua accoglie in Municipio la delegazione del "Coordinamento per il risanamento del fratta Gorzone" . Illustrate nel corso della conferenza stampa le iniziative del Comune per alleggerire il carico inquinante del distretto della concia in una prospettiva di progressivo risanamento del l'intero bacino irriguo.

Presenti l'assessore arzignanese alla cultura e all'ecologia Giovanni Fracasso e il vicesindaco Enrico Marcigaglia che hanno motivato l'adesione all'iniziativa con la necessità di un cambiamento profondo nel modo di produrre e di depurare che superi realmente i gravi limiti che hanno determinato l'attuale situazione,

Ascoltate le proposte di CiLLSA, contenute nel comunicato stampa, letto dalla portavoce Donata Albiero, e le richieste del Coordinamento, espresse da Alessandro Tasinato e Piergiorgio Boscagin. 

La conferenza stampa è stata concepita come momento propedeutico alla staffetta che si svolgerà in tre tappe dal 23 al 25 Aprile, partendo da Cologna Veneta con meta finale Chioggia . 

L'iniziativa del Coordinamento è un modo di evidenziare il disagio di cittadini e agricoltori  che vivono nel territorio del grande bacino irriguo l'ungo tutta l'asta del fiume per il grave stato in cui si trova il corso d'acqua a causa del fortissimo inquinamento arrecato dei reflui del distretto della concia.

Riportiamo la cronaca del Giornale di Vicenza e il link del Comunicato








domenica 10 aprile 2022

UN INVITO PER PASSARE UNA BELLA SERATA INSIEME

 


Ti invitiamo ad un piacevole incontro per consumare insieme una pizza, una birra e farci gli auguri di buona Pasqua.

In questi anni CiLLSA non si è mai fermata e ha raggiunto molti obiettivi importanti per la nostra città e per la salute dei nostri concittadini.

Siamo ancora qua perché c’è ancora molto da fare, in particolare, per impedire che venga costruito un gassificatore ad Arzignano, in violazione del deliberato di tutti i sindaci della vallata del Chiampo.

Ci troveremo per parlare dell’acqua depurata nelle scuole e nelle casette, del mercato contadino Zero Pfas di prossima apertura e di tanto altro, in un momento di relax,  in compagnia di quanti ci hanno accompagnato in questo lungo percorso  con il loro impegno e il loro sostegno. 

Vieni con noi in difesa dalla nostra città e del futuro tuo e dei tuoi figli. C’E’ BISOGNO DI TE

Potrai essere un sostenitore o un attivista o un semplice amico 

Potrai trovare il tuo modo di far valere le tue ragioni e porre le tue proposte.

Appuntamento da Jole per una pizza sociale accompagnata da vino o birra, una fetta di colomba e un  caffè.                 Prezzo 15 euro.

LE PRENOTAZIONI si effettuano chiamando la pizzeria 

al 0444 362194  per “PIZZA CiLLSA”.

SERATA APERTA A TUTTI.

 


martedì 5 aprile 2022

INQUINAMENTO NELL'EST VERONESE


 


Pfas, aumentate alcune patologie:

servono ulteriori analisi per 7 abitanti su 10

 

Almeno 7 veronesi su 10, fra quelli esposti alla contaminazione da Pfas, hanno bisogno di controlli sanitari specifici. A dirlo sono i recenti risultati, parziali, dello screening promosso dalla Regione per verificare lo stato di salute della popolazione della zona rossa.

I campanelli d’allarme non mancano. Stando ai numeri diffusi dall’Ulss9 Scaligera, più di 16.500 delle 23.250 persone della Bassa e dell’Est veronese che hanno aderito al piano di sorveglianza, necessitano di verifiche mediche ulteriori.

Si tratta di cittadini di Albaredo d’Adige, Arcole, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Cologna Veneta, Legnago, Minerbe, Pressana, Roveredo di Guà, Terrazzo, Veronella e Zimella.

 Secondo quanto è sinora stato verificato, il 28 per cento dei residenti nei 13 municipi deve effettuare controlli cardiologici, il 16 per cento necessita di verifiche endocrinologiche ed il 27 per cento si sottoporrà ad entrambi gli approfondimenti.





























Questa situazione non è ufficialmente correlabile con la contaminazione, ma va sottolineato che praticamente tutti gli esaminati risultano avere Pfas nel sangue.

Nel 71 per cento dei soggetti controllati, le analisi presentano delle anomalie.

La scorsa settimana, nella sua deposizione nel processo in corso in tribunale a Vicenza per l’inquinamento da Pfas, Francesca Russo, responsabile del dipartimento di Prevenzione della Regione, ha spiegato che in 2.623 residenti, non veronesi, della zona rossa era stato verificato un abbattimento del 50 per cento dei valori di Pfas nel sangue, in esami svolti a distanza di almeno due anni dai primi. La stessa Russo, però, aveva anche ricordato che, rispetto al resto del Veneto, la popolazione della zona rossa ha dimostrato, tra il 2007 e il 2014, un eccesso di mortalità per cardiopatia ischemica, del 21 per cento in più nei maschi e dell’11 per cento in più nelle femmine. Un aumento, nei maschi, di malattie cerebrovascolari del 19 per cento, un incremento di diabete mellito pari al 25 per cento e di demenza del 14.

Le persone esposte alla contaminazione hanno un’incidenza superiore alla media regionale anche di ipertensione arteriosa (+22 per cento nei maschi e +20 nelle femmine), di dislipidemia (+15 per cento nei maschi e +12 nelle femmine) e di malattie tiroidee (+17 per cento nei maschi e +12 nelle femmine). Le gestanti in area rossa hanno evidenziato, tra il 2003 e il 2015, un aumento di casi di pre-eclampsia del 49 per cento, di diabete gestazionale del 69 e c’è stata una crescita del 30 per cento di bambini con basso peso alla nascita.

Abbiamo riportato i dati dichiarati in tribunale dalla dottoressa Francesca Russo responsabile del Dipartimento di Prevenzione Regionale, pubblicati alla stampa locale del Veronese in questi giorni.

Tali dati incontestabili sono noti da tempo tuttavia ci chiediamo quali misure di prevenzione abbia attuato la Regione per contrastare quello che a tutti appare come un vero bollettino di guerra?   

Alla vigilia del suo interrogatorio avevamo posto questa domanda e tante altre che sicuramente interessano i cittadini delle zone contaminate e non solo della zona rossa.

Le riportiamo nel LINK 

 in attesa che ad esse la dottoressa risponda, aprendo l’accesso ai laboratori ai cittadini, attuando un controllo sui cubi, dando gli strumenti ai medici e ai consultori di effettuare quella prevenzione e quelle cure che, a tutt’oggi, non si vedono.

Sarò presente all’incontro che si terrà con la cittadinanza giovedì 7 aprile alle 20.30 anche per rispondere alle vostre domande.

Giovanni Fazio

 


domenica 3 aprile 2022

UNA NOTIZIA POSITIVA

 



In America Jane Fonda, l’attrice che da sempre si batte contro le guerre e per la salvezza del pianeta, ha lanciato una raccolta fondi per sorreggere quanti intendono politicamente impegnarsi contro la pesantissima interferenza delle compagnie petrolifere nella politica americana. 

Del resto, se ci pensate bene, la guerra in Ucraina,  che tanto dolore e tanto sangue sta versando, cosa è se non una lotta tra grandi compagnie petrolifere?

Da qui al 2030 dice la famosa attrice ecologista, ci restano solo 8 anni per cercare di bloccare quel punto di non ritorno che segnerebbe la fine del nostro pianeta e della stessa nostra civiltà. 

Il riscaldamento globale non potremo spegnerlo girando semplicemente un interruttore.

L’iniziativa di Jane Fonda che, quest’anno, compie 84 anni è una notizia positiva che ci insegna come ognuno di noi è coinvolto e ognuno di noi può fare qualcosa, grande o piccola, ma comunque sempre significativa e utilissima, per sé e per il futuro dell’umanità.


LEGGI L'ARTICOLO




giovedì 31 marzo 2022

IL NUOVO DISEGNO DI LEGGE SUI LIMITI AI PFAS LEGALIZZA L’INQUINAMENTO

 


In questi giorni sono stati ascoltati in Senato alcuni rappresentanti del Movimento ecologista in merito al progetto di legge Moronese “Misure urgenti per la riduzione dell’inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS) e per il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano”

 

Tale disegno di legge prevede la definizione di un limite di 600 ng/litro per l’acqua potabile e 6000 ng/litro per gli scarichi in fognatura, più altre misure di controllo e tempi di attuazione e alcune modalità di misurazione e controllo.

SI TRATTA DEI PIU’ ALTI LIMITI MAI PROPOSTI FINO AD ORA!

Considerato che atomi e molecole presenti nell’acqua, nell’aria nei cibi e nei terreni hanno comportamenti diversi rispetto agli organismi viventi, succede che  per alcune sostanze tossiche è possibile fissare livelli di tolleranza mentre per altre, come nel caso dei PFAS, fissare tali limiti non salvaguarda  dai rischi che esse rappresentano per la salute umana e per l’ambiente.

In particolare, i limiti di tolleranza sono inutili per le molecole che presentano le caratteristiche  della PERSISTENZA e del BIOACCUMULO, in quanto non impedirebbero che quantità anche basse di tali sostanze presenti nei cibi e nell’acqua, ingerite frequentemente, col tempo si accumulerebbero nel nostro organismo e nell’ambiente circostante, accrescendo il rischio di gravi patologie (anche esse, peraltro, elencate nel testo della legge Moronese)

Nelle premesse  del documento si legge che le sostanze poli e perfluoroalchiliche appartengono alla suddetta classe  di molecole persistenti e bioaccumulabili, tuttavia, non si tiene conto di questa loro specifica natura.

Si ignora il dato scientifico incontrovertibile che tali sostanze impiegano anni ed anni prima che il nostro organismo riesca a liberarsene.

Addirittura viene citato il limite EFSA (Ente Europeo per le Protezione Alimentare) che fissa a 4.4 ng x chilo di peso corporeo la dose massima tollerabile settimanale di PFAS che si potrebbero ingerire. Si dà il fatto però che attenendosi a tale limite, un bambino di 20 kg non dovrebbe ingerire giornalmente una dose che superi i 12 ng di PFAS, dose che, con incontestabile evidenza, resta molto al di sotto dei 600 ng litro di acqua potabile consentiti dal disegno di legge Moronese. Questo bambino, secondo il legislatore, dovrebbe pertanto morire di sete.

Per la natura delle molecole in questione quindi, proporrne qualsiasi presenza, anche la più bassa possibile, nell’acqua potabile e nei cibi, va contro ogni evidenza scientificaDi conseguenza  non avrebbe nemmeno senso quanto affermano alcuni proponenti secondo cui “la legge potrebbe essere migliorata in seguito”. Allo stesso modo non potrebbe essere migliorabile una legge che stabilisse che la terra ha forma cubica.

Tale legge, contraddicendo il suo scopo, legalizza l’inquinamento della popolazione e dell’ambiente.

Di fatto è un mostro giuridico in quanto difende ciò che afferma di combattere.

In realtà si tratta di una ipocrita misura ad esclusivo vantaggio di coloro che intendono continuare a produrre e commercializzare i PFAS  distruggendo le vita e il pianeta.

Chi la sostiene affermando che “finalmente abbiamo una legge” sappia che tale legge sarebbe stata accolta come una benedizione dalla Miteni e allo stesso modo verrà accolta dalla Solvay mentre la gente continuerà a morire e ad ammalarsi “legalmente”.

 

Giovanni Fazio

 I PFAS DISTRUGGONO  LA VITA E IL PIANETA.

CHIEDIAMO CHE NE SIA VIETATA LA PRODUZIONE E IL COMMERCIO.

GIA' ESISTONO SOSTANZE CHE POSSONO SOSTITUIRLI



CHIEDIAMO SICUREZZA ALIMENTARE


domenica 20 marzo 2022

Esami del sangue vietati in Veneto

 


 GIURAMENTO DI IPPOCRATE

Ogni medico, prima di iniziare la sua attività professionale, è tenuto ad effettuare il giuramento che fissa il rispetto delle norme deontologiche fondamentali della professione.

Il primo punto del decalogo di Ippocrate recita:

Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro di esercitare la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento, contrastando ogni indebito condizionamento che limiti la libertà e l'indipendenza della professione”

Tuttavia nella nostra regione “l’indebito condizionamento” da parte di funzionari regionali o, peggio, di chi governa e delibera,  limita sfacciatamente la libertà e l’indipendenza della professione non consentendo ai medici di richiedere per i propri pazienti (non residenti nella zona rossa) quegli esami che permetterebbero di conoscere la presenza o meno di PFAS nel sangue delle persone a rischio, tra cui, in primis, vengono i bambini e le donne in stato di gravidanza.

Ci meraviglia il fatto che gli Ordini professionali si siano inchinati agli ukase (immotivati) della politica, senza esprimere la minima protesta, disattendendo al loro compito che è quello di tutelare i medici nel rispetto del codice deontologico.

         Ciò è molto umiliante per i professionisti, che vedono limitata  la “libertà e indipendenza professionale” secondo criteri che esulano dalla competenza scientifica, e rischioso per la vita e la salute di tante persone.

La regione Veneto non solo non ha il diritto di limitare la libertà professionale dei medici nell’accertamento delle patologie dei propri pazienti ma può essere chiamata a rispondere  nel caso in cui gli accertamenti negati possano essere causa di danni alla loro salute.

Ci aspettiamo che gli Ordini rompano questo vergognoso silenzio e reagiscano  riscattando la dignità e la libertà professionale dei medici, restituendo al cittadino il diritto di conoscere le cause dei propri mali e al medico quello di esercitare, senza limitazioni burocratiche, tutte le azioni in grado di guarire i propri pazienti.

I pfas uccidono e rovinano la vita di molti. Tuttavia PREVENZIONE e TERAPIA adesso, in molti casi, sono possibili ma per poterle attuare sono indispensabili gli esami attualmente negati.  

Giovanni Fazio

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