In questi giorni sono stati ascoltati in Senato alcuni rappresentanti del Movimento ecologista in merito al progetto di legge Moronese “Misure urgenti per la riduzione dell’inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS) e per il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano”
Tale disegno di legge prevede la definizione di un limite di 600 ng/litro per l’acqua
potabile e 6000 ng/litro per gli
scarichi in fognatura, più altre misure di controllo e tempi di attuazione
e alcune modalità di misurazione e controllo.
SI TRATTA DEI PIU’ ALTI LIMITI MAI PROPOSTI FINO AD ORA!
Considerato che atomi e molecole presenti nell’acqua, nell’aria
nei cibi e nei terreni hanno comportamenti diversi rispetto agli organismi
viventi, succede che per alcune sostanze
tossiche è possibile fissare livelli di tolleranza mentre per altre, come nel
caso dei PFAS, fissare tali limiti non salvaguarda dai rischi che esse rappresentano per la
salute umana e per l’ambiente.
In particolare, i limiti di tolleranza sono inutili per le
molecole che presentano le caratteristiche
della PERSISTENZA e del BIOACCUMULO, in quanto non
impedirebbero che quantità anche basse di tali sostanze presenti nei cibi e
nell’acqua, ingerite frequentemente, col tempo si accumulerebbero nel nostro
organismo e nell’ambiente circostante, accrescendo il rischio di gravi
patologie (anche esse, peraltro, elencate nel testo della legge Moronese)
Nelle premesse del
documento si legge che le sostanze poli e perfluoroalchiliche appartengono alla
suddetta classe di molecole persistenti e bioaccumulabili, tuttavia, non
si tiene conto di questa loro specifica natura.
Si ignora il dato scientifico
incontrovertibile che tali sostanze impiegano anni ed anni prima che il nostro
organismo riesca a liberarsene.
Addirittura viene citato il limite
EFSA (Ente Europeo per le Protezione Alimentare) che fissa a 4.4 ng x chilo
di peso corporeo la dose massima tollerabile settimanale di PFAS che si
potrebbero ingerire. Si dà il fatto però che attenendosi a tale limite, un
bambino di 20 kg non dovrebbe ingerire giornalmente una dose che superi i 12 ng
di PFAS, dose che, con incontestabile evidenza, resta molto al di sotto dei 600
ng litro di acqua potabile consentiti dal disegno di legge Moronese. Questo
bambino, secondo il legislatore, dovrebbe pertanto morire di sete.
Per la natura delle molecole in questione quindi, proporrne
qualsiasi presenza, anche la più bassa possibile, nell’acqua potabile e nei
cibi, va contro ogni evidenza
scientifica. Di conseguenza non avrebbe nemmeno senso
quanto affermano alcuni proponenti secondo cui “la legge potrebbe essere
migliorata in seguito”. Allo stesso modo non
potrebbe essere migliorabile una legge che stabilisse che la terra ha forma
cubica.
Tale legge, contraddicendo il suo scopo, legalizza l’inquinamento della popolazione e dell’ambiente.
Di fatto è un mostro giuridico in quanto difende ciò che afferma
di combattere.
In realtà si tratta di una ipocrita misura ad esclusivo vantaggio di coloro
che intendono continuare a produrre e commercializzare i PFAS distruggendo le vita e il pianeta.
Chi la sostiene affermando che “finalmente abbiamo una legge”
sappia che tale legge sarebbe stata accolta come una benedizione dalla Miteni e
allo stesso modo verrà accolta dalla Solvay mentre la gente continuerà a morire
e ad ammalarsi “legalmente”.
Giovanni Fazio
I PFAS DISTRUGGONO LA VITA E IL PIANETA.
CHIEDIAMO CHE NE SIA VIETATA LA PRODUZIONE E IL COMMERCIO.
GIA' ESISTONO SOSTANZE CHE POSSONO SOSTITUIRLI
CHIEDIAMO SICUREZZA ALIMENTARE |
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