LE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA COLPISCONO DURAMENTE L’EUROPA E METTONO IN DISCUSSIONE IL NOSTRO LIVELLO DI VITA
Al netto della
propaganda bellicista e delle ipocrisie della grande stampa, le sanzioni
contro la Russia, imposte dagli Stati Uniti, hanno avuto come primo effetto
deleterio quello di scatenare il vorticoso aumento del prezzo del Gas
Naturale alla borsa di Amsterdam.
La grande speculazione ha costretto i governi
europei a sborsare miliardi di euro per calmierare il prezzo del gas al
consumo.
(Strano che i nostri auto-sanzionatori non avessero
previsto che per la speculazione internazionale il blocco delle importazioni di
gas dalla Russia sarebbe stata una vera manna).
Naturalmente l’effetto
più eclatante è stato l’accelerazione impetuosa della corsa
del debito pubblico del nostro paese.
Secondo il “Sole 24 ore” il debito ha fissato un nuovo record storico.
In base a quanto comunicato dalla Banca
d'Italia a giugno di quest’anno il
debito pubblico è salito a circa 2.843 miliardi di euro.
Ciò significa che gli interessi da pagare alla finanza internazionale vanno alle stelle .Tradotta in euro, la corsa della spesa per interessi suona così:
75,6 miliardi quest’anno, 85,2 il
prossimo, 91,6 miliardi e 100,6 nei due anni successivi.
Sia
in termini pro capite, sia in rapporto al Pil, la spesa per interessi
italiana non conosce rivali in Europa e nel resto del mondo sviluppato.
È
evidente che non possiamo procedere in questa direzione, ingrassando la finanza
mondiale a spese del nostro livello di vita.
Bisogna
prendere atto che ogni prospettiva di sopravvivenza futura come paese e non
come colonia del capitale internazionale, per noi è legata alla cancellazione
del debito e alla riappropriazione della nostra sovranità monetaria.
Tale
prospettiva è strettamente legata alla fine della guerra in Europa, ad
una conferenza internazionale che crei le premesse per una convivenza
pacifica tra i popoli europei e superi le problematiche ereditate dalla
fine dell’Unione Sovietica.
Le sanzioni, lungi dal sortire l’effetto di un crollo dell’economia
russa, hanno messo in seria difficoltà le economie dei paesi che fanno capo
alla EU.
Nave gasiera |
Tuttavia, mentre noi paghiamo il prezzo dell’inflazione e
del taglio del welfare, c’è chi trae vantaggio da questa situazione.
Lo shale gas (gas scistoso) americano che, prima della
guerra in Ucraina non era richiesto da nessuno in quanto il suo costo di
estrazione e trasporto era fuori mercato, ha preso il posto del gas russo.
(Nel documento linkato è descritto, con dovizia di
particolari, cosa sia il gas estratto con il metodo dello scisto, il più
inquinante che si possa immaginare.
Vi consiglio di leggerlo per capire cosa sia questo famigerato GNL
e perché le navi gasiere siano pericolose, oltre che costosissime).
Nello stesso documento è calcolato il costo del trasporto del
Metano in contenitori speciali alla temperatura di meno 165 gradi.
Naturalmente costa anche riportarlo alla temperatura ambiente, una
volta arrivato in Italia, operazione non priva di rischi per le comunità che
risiedono accanto ai rigassificatori. Un’esplosione provocherebbe un’ecatombe simile
a quella verificatasi di recente nel porto di Beirut.
Quest’anno l’export di GNL (gas naturale
liquefatto) americano, ha continuato a seguire l’ascesa iniziata con la
guerra e ha toccato il record di 3.500 miliardi di piedi cubi
(dati EIA, Energy Information Administration).
È dalla prima metà del 2022 che gli Stati Uniti sono diventati
il principale esportatore al mondo di Gas naturale liquefatto, superando
Qatar e Australia, sull’onda della domanda arrivata dall’Europa.
Nei primi 11 mesi dell’anno le spedizioni di GNL americano
verso il Vecchio Continente sono aumentate del 137% rispetto al 2021
(dati Kpler) .
Noi europei, invece, ci siamo beccati una inflazione a due cifre.
Finalmente se ne sono accorti anche i tedeschi. Stiamo comprando metano a prezzi
stratosferici e siamo andati in giro per l’Africa sperando che i paesi da
noi affamati e vilipesi, ci facciano l’elemosina di qualche goccia di petrolio
a basso prezzo.
Enrico Mattei |
Impropriamente la Presidente del Consiglio ha denominato il suo
giro in Tunisia “Piano Mattei”. In realtà Enrico Mattei l’ENI
l’ha creata mentre i liberisti di casa nostra l’hanno svenduta ai privati.
Se L’Eni fosse stata ancora dello Stato non avremmo subìto il ricatto delle
borse e avremmo consumato il nostro gas a prezzo di costo e non di mercato.
Ugualmente, se i liberisti di casa nostra, obbedendo all’imposizione della BCE,
non avessero privatizzato l’ENEL, le famiglie avrebbero dormito sonni
tranquilli, tutelate dallo Stato contro gli speculatori internazionali. Se
non avessero privatizzato la Banca d’Italia che aveva avuto da sempre il
compito di acquistare i titoli dello stato invenduti alle aste, la finanza
internazionale non ci avrebbe mai potuto imporre interessi da strozzini
e oggi non saremmo vittime di un debito mostruoso.
Privatizzazioni e debito sono gli strumenti usati dalla speculazione internazionale per
rapinare i popoli.
Stiamo forse aspettando che Mattarella e Meloni portino i libri
contabili in tribunale e che al posto loro si insedi l’AD di Morgan Stanley?
Giovanni Fazio