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giovedì 8 giugno 2023

TRIBUNALE DI VICENZA

 

DIRITTI UMANI IN QUESTIONE 


Negli USA una causa di 70.000 abitanti della West Virginia contro DuPont, accusata di avere contaminato con scarichi di PFAS  il fiume Ohio e le popolazioni abitanti lungo il suo corso, si è conclusa con il pagamento, da parte della multinazionale, di 700 milioni di dollari ai cittadini inquinati.

         Se non avesse temuto una condanna ancora più drastica l’azienda produttrice di perfluorati, non avrebbe sborsato questa enorme somma alle vittime dell’inquinamento da essa determinato.

Questa è storia e non giurisprudenza, tuttavia la storia ha una pregnanza e un peso che schiaccia qualunque  ipotesi assolutoria o minimizzante, qualunque perizia di esperti conniventi con le lobby.

 La pregnanza della somma sborsata è un macigno che nessuna Miteni potrà mai scrollarsi di dosso. È realtà più schiacciante e più solida di qualunque ipotesi scientifica, come tutto ciò che è veramente accaduto.

Oggi gli operai della ex Miteni hanno chiesto che la causa di risarcimento contro la multinazionale di Trissino non venga archiviata.

Gli operai della ex Miteni portano nei propri organi e nel proprio sangue le molecole tossiche assorbite in lunghi anni di permanenza a diretto contatto con esse. Tutti loro sono a rischio e le tremende patologie correlate, che hanno già spazzato via  i loro compagni più anziani, potrebbero scatenarsi da un momento all’altro. Come l’amianto, anche le PFAS uccidono.

Archiviare la causa sarebbe inaccettabile, non solo dalle vittime della Miteni ma da tuto il popolo Italiano che non accetta più escamotage né scappatoie giuridiche per  chi dissemina morte.

Questo è il motivo per cui stamattina, 8 giugno 2023, insieme a molte altre sigle del movimento ecologista abbiamo presidiato il tribunale di Vicenza perché la giustizia che chiedono gli operai è anche la nostra e quella dei nostri figli per i quali chiediamo un futuro in cui la salute e la vita non siano più barattabili con il posto di lavoro.

POST SCRIPTUM

L’udienza, iniziata poco dopo le 13.00 si è conclusa con l’intervento del Gip che si riserva di studiare il caso. Ci si risentirà probabilmente a settembre.

Non possiamo mollare! La pressione sociale sulla magistratura deve continuare perché il diritto di chi non conta sia rispettato in una provincia in cui il potere di chi conta è pervasivo e onnipotente.

Difendere gli operai della ex Miteni è, fuor di retorica, la vera continuazione della Resistenza, la difesa del Diritto, dei valori che la Costituzione attribuisce al Lavoro, dei diritti sociali e, inevitabilmente, dei Diritti Umani, visto che di salute in ultima analisi si parla, di salute scientemente messa a rischio, di salute che scientemente continua ancora ad essere a rischio per una grandissima parte della popolazione.

 

 

Giovanni Fazio 

 

 



 

 

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