Abbandonate le famiglie degli anziani non autosufficienti.
Gridi
di allarme di U.R.I.P.A. (Unione
Regionale Istituti Per Anziani Della Regione Veneta):
“Servono più fondi» «Il Veneto sarà
ancora tax free”.
Con
una frase che ricorda il lessico berlusconiano, Cristina Giacomuzzo descrive nel Giornale di Vicenza di oggi, lo
scontro tra il presidente della Regione e Roberto Volpe, presidente di U.R.I.P.A.
scrivendo:
“Nel bilancio 2024 Zaia non metterà mano nelle tasche dei veneti”
dimenticandosi però che le ha già messe pesantemente
con l’accordo sulla
pedemontana come
conferma la sentenza della Corte dei conti del Veneto con la delibera 178/2023 dell’8
giugno scorso secondo la quale in 39 anni l’accordo di Zaia con la SIS di Dogliani determinerà una perdita di
479 milioni di Euro.
Inoltre Zaia, così attento alle
tasche dei veneti, si dimentica degli 85 milioni di euro previsti per la costruzione di una
pista da bob, inutilizzabile dopo le olimpiadi, a Cortina.
Dichiara
Volpe “Chiudiamo in rosso inostri bilanci. Per il prossimo anno ci servono
100 milioni in più sul fondo non autosufficienza. E sia chiaro, a gennaio non li chiederemo alle
famiglie che sono già stremate. Quindi, cara Regione, sei avvisata. Se
deciderai di non sostenerci, vorrà dire che gli anziani non sono una priorità”…
“I
nostri bilanci non stanno più in piedi. Zaia ci costringe a tassare per lui le famiglie
che già non ce la fanno più. Con l'ultimo aumento a inizio anno, per ogni
ospite la retta mensile varia dai 1600 ai 1900 euro”.
Zaia, ovviamente teme l’impopolarità derivata dalla riattivazione della imposta addizionale IRPEF (sospesa per il covid) e la sua risposta è chiara a questo proposito:
“Tra
due anni finisce la legislatura e si andrà al voto. Chi ritiene che vada
applicata potrà scriverlo nel proprio programma elettorale”.
Risposte
del genere, ciniche e opportunistiche, non sono degne di chi governa la regione.
Ma ormai il linguaggio da bar fa parte
della normale prassi del dibattito politico (proprio in questi giorni abbiamo anche visto di peggio).
Tra chi ritiene, invece, che le famiglie e la sanità
non vadano abbandonate c’è Roberto Toigo della UIL Veneto che ritiene giusto reintrodurre l’addizionale IRPEF,
che andrebbe destinata alla sanità e al sociale, ma solo per i redditi più alti
e Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio, che boccia il bilancio di previsione:
«Il
problema non è la mancata applicazione dell'Irpef, ma la mancata volontà di
garantire l'accesso ai servizi di essenziale importanza come la sanità, l'istruzione,
l'infanzia e l'università in un circolo vizioso che ingigantisce i fenomeni di
scarsa natalità e fuga dei giovani».
Le ultime dichiarazioni ci ricordano che, non solo in
Veneto e in Italia, siamo in una fase di grave regressione sociale morale ed economica.
Del resto
quando si ha la pretesa di sostituire lo Stato, il Parlamento e le istituzioni
democratiche col mercato e si pensa di sostituire, nei trattati internazionali,
la magistratura indipendente con una commissione di avvocati, non ci si può
aspettare altro.
La transizione
mondiale verso una società governata da multinazionali oligopolistiche che
giocano alla roulette i destini dell’umanità e del pianeta ci riserva grandi
sconvolgimenti e sofferenze di cui la morte di migliaia di persone in mare o in
Ucraina sono solo un annuncio.
Il presidente Zaia è perfettamente in linea
con chi balla sulla tolda del Titanic brindando con le bollicine di uva glera.
Giovanni Fazio
Non si vive di solo prosecco.
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