SIAMO TUTTI ESPOSTI.
Ringraziamo la dottoressa Laura Facciolo
per il contributo scientifico di altissimo livello che continua a fornirci.
Grazie a lei veniamo a conoscenza
degli studi e delle ricerche effettuate in Australia, secondo le quali le PFAS
sono un nemico proteiforme, cioè capace di cambiare aspetto e caratteristiche
chimiche perfino all’interno dei filtri che dovrebbero neutralizzarle.
Sappiamo anche, grazie alle ricerche
riportate dalla dottoressa Laura Facciolo, che le PFAS più pericolose,
quelle di nuovo conio, non vengono nemmeno ricercate nei nostri acquedotti.
Stando
così le cose comprendiamo quanto difficile sia eliminare le PFAS una volta
entrate nel ciclo vitale e in quello degli acquedotti.
Sappiamo
che l’intero pianeta è contaminato da queste sostanze, incautamente e
criminalmente create e usate dall’uomo. Nei più lontani oceani, a grandissima
distanza dalle aziende e dai fiumi inquinanti, scopriamo che i pesci sono
addirittura inzuppati da PFAS. Constatiamo, intanto, che nei nostri territori
i cibi subiscono la contaminazione dall’acqua e dai terreni.
Sappiamo anche, tramite tantissimi studi
scientifici, che la presenza di queste sostanze mette a repentaglio la
salute e la vita stessa delle nuove generazioni, essendo in grado di
incidere perfino sul genoma.
È IN GIOCO LA SICUREZZA ALIMENTARE.
Dove vanno a finire i cibi contaminati
prodotti nel Veneto?
Rispetto a queste drammatiche
problematiche le risposte della Regione Veneto non si possono definire
brillanti, trasparenti e risolutive.
È chiaro che, di fronte ad un disastro
ambientale di tali dimensioni quale è quello che riguarda centinaia di migliaia
di persone, non si può pensare di uscirne fuori adottando pannicelli caldi e mezze
misure come sembra si stia facendo fino ad ora.
Abbassare di qualche
nanogrammo i limiti consentiti delle PFAS
nell’acqua potabile o nei cibi non risolve il problema, anzi lo aggrava
in quanto autorizza i gestori e gli amministratori a erogare legalmente cibi
e acqua contaminati.
Si tratterebbe di una
legalizzazione dell’inquinamento che
servirebbe solo a smorzare temporaneamente il malumore crescente dei cittadini e
a tacitare le coscienze di chi tergiversa sulle vere misure urgenti
da adottare.
Pertanto, chiedere
a ministri e amministratori di vario ordine e grado nuovi livelli “accettabili”
di PFAS negli acquedotti e negli scarichi dei depuratori e delle aziende, oltre
a non risolvere il problema rappresenterebbe
un ennesimo inganno a danno dei cittadini.
Possiamo cercare di salvare il futuro nostro
e dei nostri figli solo attraverso l’adozione di misure radicali.
Così come è stato fatto per il DDT, l’amianto
e altre sostanze,
è necessario PROIBIRE LA
PRODUZIONE, L’USO E IL COMMERCIO DI SOSTANZE PERFLUORATE DI QUALUNQUE TIPO e lo
SCARICO DELLE STESSE NELL’AMBIENTE (rogge,
fiumi, canali, terreni).
È indispensabile eliminare del
tutto la loro presenza negli ACQUEDOTTI.
È necessario ATTUARE UNA STRETTA VIGILANZA
SUGLI ALIMENTI affinché siano esclusi dal commercio quelli contaminati.
Questi sono alcuni degli
obiettivi per cui ci battiamo da sempre e continueremo a batterci fino a quando
non li avremo raggiunti.
Per inciso, non ci fermano le denunce
che fioccano da parte di qualche assessore regionale nei confronti di chi si
batte per la salute dei bambini e di tutti i cittadini in generale.
Chi risponde così alla richiesta di
salute, di prevenzione e di sicurezza alimentare non fa altro che aggravare, davanti
agli occhi di tutto il popolo veneto, la sfiducia motivata che già grava
sul comportamento delle istituzioni).
Giovanni Fazio
17 giugno 2017 manifestazione davanti al tribunale di Vicenza |
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