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Sbocco del condotto ARICA |
Premetto che condivido le preoccupazioni delle
popolazioni che vivono a valle dello sbocco del collettore ARICA che scarica un
carico inquinante molto forte, poi diluito (mi scusi il termine) dall’apporto
di acque non inquinate.
La
diluizione non esclude la quantità del carico inquinante che, ora sappiamo,
comporta anche la massiva presenza dei perfluorati
provenienti da Miteni e dalle
rifiniture di Arzignano.
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La solita musica |
Aggiungo che spendere 3 milioni e mezzo di euro,
come chiede L’AD di Acque del Chiampo, per allungare il tubo di qualche chilometro, non diminuisce di un nanogrammo il contenuto
dei reflui che vi vengono convogliati, pertanto si tratta di misure inutili,
dannose e spreco di denaro pubblico.
Non si salva la
responsabilità degli scarichi conciari e di Miteni Bypassando Lonigo e inquinando
gli abitanti che abitano un poco più in là nel sud Vicentino, Veronese e
Padovano.
Si tratta di una misura ipocrita che non mira
alla soluzione del problema, che richiede invece una tecnologia conciaria
adeguata, ricicli, controlli a piè di fabbrica, uso di sostanze eco compatibili,
tutte cose che avrebbero dovuto essere messe in opera già con il primo piano per il risanamento del Fratta
Gorzone dal 2005 al 2015 che si è concluso con un nulla di fatto.
Non condivido, a distanza di 20 anni la
dichiarazione da lei citata dell’assessore all’ambiente Stefano De Marzi della
giunta Fracasso
“Il
Nostro distretto produttivo sta comunque cercando di alleggerire l'impatto
ecologico nei territori a sud. è di qualche mese fà l'apertura di una vasca per
liquami da 30 mila metri cubi, dall'uso della quale si conta di ottenere un
miglioramento degli scarichi; inoltre sono allo studio nuove tecniche ecologiche per una concia pulita. Misure che
richiedono tempi lunghi e che non alleggeriscono per ora i disagi di chi stà a
valle. Per questo il prolungamento del
collettore qualora sia studiato in modo da non creare serie
controindicazioni, può essere un rimedio
rapido ed efficace". (Fonte:
Il Giornale di Vicenza 20/10/1998) (Erano forse queste le iniziative che
apprezzava anche Boato? NdR)
Non abbiamo visto “miglioramento degli scarichi” né “nuove tecnologie per una concia più
pulita” malgrado i “tempi lunghi” né
“uno studio che non crei serie controindicazioni” e non è stato un “rimedio rapido”.
A venti anni di distanza tutte queste cose non sono state fatte e il rimedio rapido si è
risolto nello spostare più a valle l’inquinamento pesante di concerie e di Miteni.
Il danno al patrimonio idrogeologico, agroalimentare e alla salute
umana è stato incommensurabile, come recitano le tristi cronache di questi
giorni.
Il tempo ha dato torto a lei e a De marzi e
non dà ragione a Andrea Pellizzari che si accinge a prolungare ulteriormente il
tubo con le medesime promesse e spiegazioni.
So che lei a questo punto
chiede ai suoi interlocutori di esplicitare quali siano le misure da prendere (anche
se non lo ha chiesto a De Marzi); è la stessa domanda che, guarda caso, pongono
i difensori a oltranza del comportamento dei conciari.
Al fine di evitarle di
ripetere la consueta domanda le rispondo che non è affare mio risolvere i
problemi della tecnologia conciaria ma di chi produce pellami ricavandone, tra
l’altro, un buon profitto.
Il mio
compito da medico e da cittadino è quello di chiedere che qualunque impresa
restituisca acqua aria e beni ambientali allo stesso modo in cui li ha ricevuti
dalla comunità.
Questo
significa difendere i beni comuni.
Chiariti i motivi per cui
mi oppongo, insieme ad una vasta moltitudine di cittadini che abitano a SUD di
Miteni e Arzignano, ritorno al suo scritto.
Ribadisco che una compagine
di quattro consiglieri Verdi si
presentò ad Arzignano una sola volta
e fece parte dell’amministrazione del sindaco
Savegnago.
Ribadisco che per tutto il periodo di quella
amministrazione i Verdi di Arzignano furono
all’opposizione.
Stefano De Marzi fu
invitato a far parte della giunta Fracasso molto tempo dopo e a titolo personale.
Non ci fu mai un governo rosso verde della città per il semplice motivo che nell’amministrazione del sindaco
Fracasso non esistevano consiglieri Verdi in quanto non avevano partecipato
nemmeno alle elezioni.
Lei lo sa benissimo e confonde le carte in
tavola.
Preciso che mi sono dimesso da consigliere a metà
mandato per consentire al primo dei non eletti di subentrare al mio posto,
come era stato pattuito prima delle elezioni. Ciò per permettere a tutta la
squadra di imparare a governare un comune.
Tuttavia gli altri tre consiglieri non seguirono il
mio esempio e non rispettarono il patto preelettorale.
Poco
dopo mi dimettevo anche dal partito dei Verdi che negli anni aveva perso
quella carica di rinnovamento degli esordi e il contatto con i cittadini e i
loro reali bisogni.
Non sto qui a raccontare
come ho ritenuto di spendere il mio impegno concretamente a favore degli ultimi.
Lo chieda se vuole ai miei
ex pazienti, agli immigrati che non avevano né documenti né assistenza, alle
ragazze del Burkina Fasu che scappavano dagli stupri, agli anziani abbandonati
dalle istituzioni e dalle famiglie.
Io mi fermo qui, anche per quello che, insieme
a un gruppo di validissimi colleghi, ho realizzato per migliorare l’assistenza sanitaria
nella nostra ULSS e nella provincia di Vicenza.
Sono stato al fianco
di mia moglie, di cui sono fiero, e che ha dato il nome di Antonio Giuriolo alla sua scuola per sottolineare l’impegno civile e democratico che imprimeva alla attività
didattica.
Molti furono gli attacchi delle amministrazioni alla scuola,
proprio per il suo carattere di avanguardia
culturale e civile della vita della città;
la più dura fu
sferrata dal sindaco Gentilin che prendeva spunto da false accuse nei confronti
di uno studente di origine marocchina per fomentare una campagna razzista
contro la scuola.
L’offensiva dell’amministrazione comunale,
sostenuta con articoloni del Giornale di Vicenza, si concluse con una totale
vittoria della scuola.
La “Giuriolo” poco dopo fu premiata pubblicamente, per il suo impegno civile, dal prefetto e
dal provveditore, davanti a tutti i sindaci della provincia schierati in
fascia tricolore, in Piazza dei signori a Vicenza.
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Premiazione della scuola Giuriolo a Vicenza |
Rivendico il
diritto di rispondere esclusivamente del mio operato e delle mie dichiarazioni.
Rivendico la lotta contro la chiusura dell’ospedale di
Arzignano, bene comune (altro spreco
di denaro pubblico).
Rivendico la lotta perdente
contro lo scempio del parco delle Rotte
del Guà.
Rivendico le lotte contro la costruzione di un inceneritore ad
Arzignano (nei confronti della quale lei ha spesso ironizzato).
Rivendico l’impegno nel movimento ZERO PFAS, la
lotta per far sì che ai bambini e alle
donne gravide sia dispensata
acqua senza inquinanti.
Rivendico le lotte
democratiche contro la pedemontana, contro
la costruzione della autostrada in Val d’Astico,
rivendico l’educazione alimentare
che svolgo periodicamente contro l’uso di
pesticidi, insetticidi e fitofarmaci in agricoltura e negli allevamenti, la
lotta contro l’arrivo degli OGM in
Italia e contro i trattati internazionali che lo consentirebbero, rivendico la
partecipazione alla campagna
referendaria vinta contro lo stravolgimento della Costituzione Repubblicana
voluta da Renzi.
Rivendico la partecipazione
da anni alla lotta per sostenere dal basso una legge di iniziativa popolare della scuola che e rispetti la
Costituzione (LIP).
Rivendico la mia solidarietà e partecipazione
alle iniziative contra la TAV a Vicenza e dintorni, le campagne radio condotte da Padova
contro il governo delle lobby
multinazionali che da Bruxelles conduce il nostro paese al disastro.
Partecipo alle iniziative
in difesa degli immigrati e alle iniziative contro l’omofobia per il sostegno dei diritti
civili, del diritto ad una morte
decorosa e umanitaria, dei diritti delle donne ancora discriminate nel mondo del lavoro e dalla cultura
maschilista.
Ritengo che sia ancora altissimo il prezzo di
malattia e di morte che pagano gli operai
in fabbrica, e che la lotta per la
salute parta proprio dalle aziende e deve saldarsi con le lotte del territorio.
Ritengo che ci sia un nesso stringente tra la lotta per il
restauro dei diritti dei lavoratori in fabbrica, la lotta per la difesa dell’ambiente,
la riconquista dei cittadini della sovranità
sulla moneta, la lotta contro le
banche private che stanno divorando i risparmi di tutta una vita a chi ha
avuto fiducia in loro.
Rivendico l’adesione delle lotte benedette dei
centri sociali contro la base militare di Vicenza.
Credo nel dovere di
impegnarsi contro la guerra e il nucleare e nella lotta contro il riscaldamento globale causato, tra l’altro,
dalla ideologia produttivistica che
pretende di far crescere la produzione all’infinito in un pianeta che infinito non è.
La mia libera militanza la esercito in un movimento
vasto e composito che esprime uguali esigenze, settori di società civile
che si ribella al dominio delle
oligarchie e delle caste e lotta
per la difesa dei beni comuni.
In questo vasto fiume in
piena ritengo che ci sia solo bisogno di condivisione
e di solidarietà.
Pertanto non posso accettare
che mi vengano attribuite responsabilità, azioni o pensieri che non mi
appartengono.
Se ha delle domande da
rivolgere a Boato o a Walter Formenton o a chiunque altro, si rivolga a loro
non a me.
Da ora in poi non risponderò
più ai suoi post per il rispetto che nutro per i lettori e per la mia stessa
persona.