Lunedì
pomeriggio ore 14.30 Palazzo Ferro Fini, sede del governo della Regione. Sono
qui su invito di Manuel Brusco, presidente della commissione PFAS, per una
audizione come portavoce ad hoc della CiLLSA.
Mi aggiro, accompagnato da una gentilissima hostes
dai lineamenti asiatici in questo splendido palazzo veneziano dove si decidono
le sorti della nostra Regione.
L’udienza è fissata per le 14.30. Alle 15.00. Con
mezz’ora di ritardo, si dà inizio alle audizioni in un’aula quasi deserta. Oltre al presidente Brusco
e alla vicepresidente, ci sono solo tre consiglieri membri della commissione, di
cui due appartenenti alla minoranza consiliare, Andrea Zanoni e Cristina
Guarda, molto attenti e interessati alle relazioni dei convenuti, e un solo
membro della maggioranza, il consigliere Barison, che per tutto il tempo delle
audizioni giocherella col cellulare. In parole povere una presenza d’ufficio dei
consiglieri di maggioranza che hanno così dimostrato quanto sia importante per
loro ascoltare i cittadini.
La situazione è molto grave.
Dalla lettura del Piano di campionamento degli
alimenti, recentemente effettuata, emergono dati allarmanti su alcune matrici
alimentari.
Per esempio, per i suini di allevamento sono
stati trovati nel fegato valori massimi di
contaminazione di 41.000 ng/kg (quarantunomila)
di PFOS. Cioè un kg. di questo fegato contiene 1366 volte più PFOS di quanto ne
sia consentito in un litro di acqua.
Questo è solo un esempio delle discrepanze tra i
valori ritrovati dall’indagine dell’ARPAV e dell’ISS e i limiti fissati dallo
stesso governo regionale (non più di 30 nanogrammi per litro d’acqua).
Malgrado ciò i redattori della relazione rilasciata
dalla Regione sostengono che dai dati raccolti “non emergono elementi di criticità”.
Per capire con quali astrusi calcoli si è
arrivati a sostenere che 41.000 nanogrammi presenti nel fegato di maiale e valori
altissimi di PFOS trovati su tanti altri alimenti (uova, pesci, mais ecc.) si è
stabilito che NON CI SONO PROBLEMI potrete leggere la relazione che ho presentato in audizione per conto di CiLLSA.
Solo Arzignano è esclusa dalle mappe dell'inquinamento pur essendo la più vicina a Miteni |
In Regione prevale, come sempre, la tattica di
minimizzare. Tuttavia, a forza di minimizzare la gente non sa più a che santo
votarsi, cosa mangiare, dove acquistare i cibi. Perché ormai non si tratta più
solo dell’acqua ma di tutta la catena alimentare, contaminata da Miteni e da
una gestione balorda del disastro ambientale.
Sembra che il problema più importante, per chi
sta dietro le quinte, sia quello di salvare Miteni più che salvare i cittadini.
L’esclusione ingiustificata di Arzignano dalle mappe della contaminazione, malgrado
gli alti livelli di PFOA presenti nell’acquedotto comunale, sembra studiata per
evitare inopportune indagini sugli scarichi e sulle emissioni gassose dell’area
industriale.
E’ necessaria una svolta nella gestione della
crisi: non si può continuare a dire, come fa Gentilin, che l’acqua di Arzignano
è paragonabile all’acqua oligominerale.
E’ ora di piantarla con queste sparate
d’ufficio che fanno ridere i polli.
E’ urgente salvare i più piccoli dall’inquinamento,
partendo dalle scuole e dalle mense scolastiche.
E’ ora che l’ULSS avverta le
gravide del pericolo insito nell’acqua del rubinetto (almeno questo).
Ma non lo si fa: perché? E’ così difficile da indovinare? Chi o cosa si vuole proteggere con una omertà scandalosa?
Ma non lo si fa: perché? E’ così difficile da indovinare? Chi o cosa si vuole proteggere con una omertà scandalosa?
Di giorno in giorno aumenta il numero di
cittadini che aderiscono al comitato ZERO PFAS e sottoscrivono le nostre
richieste.
Passeremo un Natale ricordando Antonio Boscardin e il suo impegno. Continuiamo la sua lotta per il bene della nostra terra e della nostra gente contro chi specula sulla salute umana.
Sarà un Natale di riflessione sugli effetti nefasti di un consumismo vuoto e privo di valori, in attesa del cambiamento che verrà … o che faremo venire.
Sarà un Natale di riflessione sugli effetti nefasti di un consumismo vuoto e privo di valori, in attesa del cambiamento che verrà … o che faremo venire.
Antonio Boscardin sul greto del torrente Chiampo |
Giovanni Fazio
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