Visualizzazioni totali

martedì 10 ottobre 2017

ZERO PFAS. OBIETTIVO RAGGIUNTO?

LE DICHIARAZIONI NON BASTANO, VOGLIAMO I FATTI


Dal Giornale di Vicenza di Martedì 10 ottobre

“A Lonigo l'obiettivo Pfas Zero è già stato raggiunto grazie ad un nuovo sistema di filtraggio messo in funzione la scorsa settimana dall'acquedotto Acque del Chiampo.

 I valori di tutti i composti perfluoroalchilici e degli isomeri sono scesi al di sotto del limite di quantificazione in pochi giorni.

L'importante risultato si è registrato nell'impianto di filtraggio di via dell'Artigianato ed è stato verificato dalle analisi Arpav».
Ad annunciarlo è la stessa Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale.”

All’indomani della imponente manifestazione nella quale il MOVIMENTO ZERO PFAS ha reclamato il diritto di bere acqua senza inquinanti, mangiare cibi non contaminati, subito e non fra quattro anni, e messo alla gogna assessori regionali, presidenti di provincia e sindaci, accorsi per evitare le dure critiche dei cittadini e messi in fondo al corteo, senza diritto di parola, 
E’ AVVENUTO IL MIRACOLO.

Nicola dell’Acqua, presidente dell’Arpav regionale, annuncia:

A Lonigo l'obiettivo Pfas Zero è già stato raggiunto”.

Dobbiamo crederci? Lo diranno le analisi che L’ARPAV dovrà esibire nei prossimi giorni.

Ci volevano le Mamme della zona rossa, le associazioni, i comitati, i ragazzi di “Vicenza si Solleva”, le migliaia di cittadini indignati e preoccupati per la propria salute e quella dei propri figli e la venuta di Rob Billot dall’’America per spingere Zaia e i responsabili dell’ambiente e della sanità della Regione a provvedere (se non è una boutade propagandistica) a restituire acqua veramente potabile alla popolazione di tre province venete.


Dopo 40 anni di sonno profondo questi signori si sono svegliati per la vera paura che, per loro, non sono i PFAS ma quella di perdere il consenso popolare.

Ammesso che la miracolosa macchina sia stata veramente messa a punto, rimangono aperti una serie di problemi che devono essere immediatamente risolti.


  


CHIEDIAMO PERTANTO

·      L’applicazione immediata dei nuovi filtri a tutti gli acquedotti contaminati.

  • La pubblicazione dei nuovi dati ARPAV su alimenti di origine animale e vegetale prodotti nell’area inquinata.  (CiLLSA ha chiesto al dipartimento di prevenzione della ULSS Berica di dirci quali misure siano state prese per evitare che venissero immessi in commercio i prodotti alimentari contaminati della zona, accrescendo di fatto il rischio di ulteriore contaminazione attraverso una nuova fonte alimentare.)

·      Nuove disposizioni alle aziende che producono o utilizzano PFAS affinché applichino agli scarichi a piè di fabbrica e ai camini i nuovi dispositivi che abbattono la presenza dei perfluorati.

·      L’applicazione dei filtri anche alle acque reflue dei depuratori.

·      L’estensione dei controlli sanitari e dei filtri anche alle aree esterne alla zona rossa.

·      L’inclusione del comune di Arzignano, fino ad ora escluso da tutte le misure di prevenzione, nell’area dei comuni inquinati e quindi l’applicazione dei nuovi filtri all’acquedotto e le analisi gratuite ai cittadini, per verificare il livello di contaminazione da PFAS.

·      Il controllo delle emissioni gassose dell’area conciaria probabilmente contaminata da PFAS e le eventuali misure di prevenzione.  (CiLLSA ha chiesto dati anche su questo all’ARPAV)

·      La messa in atto rapida di un piano di bonifica di tutto il territorio.

·      La attivazione di un’azione giudiziaria nei confronti di tutti i responsabili del disastro ambientale.  Dovranno rispondere del danno sia i produttori e gli utilizzatori dei PFAS che hanno inquinato la falda più grande d’Italia senza prendere alcuna misura per prevenire il danno, sia coloro che, a tutti i livelli istituzionali, hanno permesso che il disastro si propagasse per anni senza intervenire.

·      L’impegno da parte dei gestori degli acquedotti e delle autorità regionali a non scaricare sull’utenza i costi della bonifica e della depurazione.


Ci auguriamo che quanto affermato da ARPAV e REGIONE risponda al vero e riportiamo parte della dichiarazione di Michela Piccoli, una delle più combattive tra le Mamme No Pfas, al Giornale di Vicenza:

“Il nostro obiettivo era far sentire, chiaro e forte, il grido di protesta e direi che ci siamo riusciti.
La lotta, però è solo all'inizio.
Se qualcuno pensa che ci possiamo accontentare del successo di domenica si sbaglia di grosso. Le questioni irrisolte per le quali attendiamo delle risposte da chi di dovere sono ancora molte …”

Giovanni Fazio





Nessun commento:

Posta un commento