Dal
Giornale di Vicenza di Martedì 10 ottobre
“A Lonigo l'obiettivo Pfas Zero è già stato raggiunto grazie ad un nuovo
sistema di filtraggio messo in funzione la scorsa settimana dall'acquedotto
Acque del Chiampo.
I valori di tutti i composti
perfluoroalchilici e degli isomeri sono scesi al di sotto del limite di
quantificazione in pochi giorni.
L'importante
risultato si è registrato nell'impianto di filtraggio di via dell'Artigianato
ed è stato verificato dalle analisi Arpav».
Ad
annunciarlo è la stessa Agenzia regionale per la prevenzione e protezione
ambientale.”
All’indomani della imponente
manifestazione nella quale il MOVIMENTO ZERO PFAS ha reclamato il diritto di
bere acqua senza inquinanti, mangiare cibi non contaminati, subito e non fra
quattro anni, e messo alla gogna assessori regionali, presidenti di provincia e
sindaci, accorsi per evitare le dure critiche dei cittadini e messi in fondo al
corteo, senza diritto di parola,
E’
AVVENUTO IL MIRACOLO.
Nicola dell’Acqua,
presidente dell’Arpav regionale, annuncia:
” A Lonigo
l'obiettivo Pfas Zero è già stato raggiunto”.
Dobbiamo crederci? Lo diranno le
analisi che L’ARPAV dovrà esibire nei prossimi giorni.
Ci volevano
le Mamme della zona rossa, le associazioni, i comitati, i ragazzi di “Vicenza
si Solleva”, le migliaia di cittadini indignati e preoccupati per la propria
salute e quella dei propri figli e la venuta di Rob Billot dall’’America per
spingere Zaia e i responsabili dell’ambiente e della sanità della Regione a
provvedere (se non è una boutade propagandistica) a restituire acqua veramente potabile alla popolazione
di tre province venete.
Dopo 40 anni di sonno profondo
questi signori si sono svegliati per la vera paura che, per loro, non sono i
PFAS ma quella di perdere il consenso popolare.
Ammesso che la miracolosa macchina
sia stata veramente messa a punto, rimangono aperti una serie di problemi che
devono essere immediatamente risolti.
CHIEDIAMO PERTANTO
· L’applicazione
immediata dei nuovi filtri a tutti gli
acquedotti contaminati.
- La pubblicazione
dei nuovi dati ARPAV su alimenti
di origine animale e vegetale prodotti nell’area inquinata. (CiLLSA ha chiesto al dipartimento di prevenzione della ULSS Berica di
dirci quali misure siano state prese per evitare che venissero immessi in
commercio i prodotti alimentari contaminati della zona, accrescendo di
fatto il rischio di ulteriore contaminazione attraverso una nuova fonte
alimentare.)
· Nuove disposizioni alle aziende che producono
o utilizzano PFAS affinché applichino agli
scarichi a piè di fabbrica e ai camini i nuovi dispositivi che abbattono la
presenza dei perfluorati.
· L’applicazione
dei filtri anche alle acque reflue
dei depuratori.
· L’estensione dei
controlli sanitari e dei filtri anche alle aree
esterne alla zona rossa.
· L’inclusione del comune di
Arzignano, fino ad ora escluso da tutte le misure di prevenzione, nell’area dei
comuni inquinati e quindi l’applicazione dei nuovi filtri all’acquedotto e le
analisi gratuite ai cittadini, per verificare il livello di contaminazione da
PFAS.
· Il controllo
delle emissioni gassose dell’area
conciaria probabilmente contaminata da PFAS e le eventuali misure di
prevenzione. (CiLLSA ha
chiesto dati anche su questo all’ARPAV)
· La messa in
atto rapida di un piano di bonifica
di tutto il territorio.
· La attivazione
di un’azione giudiziaria nei
confronti di tutti i responsabili del disastro ambientale. Dovranno rispondere del danno
sia i produttori e gli utilizzatori dei PFAS che hanno inquinato la falda più
grande d’Italia senza prendere alcuna misura per prevenire il danno, sia coloro
che, a tutti i livelli istituzionali, hanno permesso che il disastro si
propagasse per anni senza intervenire.
· L’impegno da
parte dei gestori degli acquedotti e delle autorità regionali a non scaricare sull’utenza i costi della
bonifica e della depurazione.
Ci auguriamo che quanto affermato da
ARPAV e REGIONE risponda al vero e riportiamo parte della dichiarazione di Michela Piccoli, una delle più
combattive tra le Mamme No Pfas, al Giornale di Vicenza:
“Il nostro obiettivo era far sentire, chiaro e forte,
il grido di protesta e direi che ci siamo riusciti.
La lotta, però è solo all'inizio.
Se qualcuno pensa che ci possiamo accontentare del
successo di domenica si sbaglia di grosso. Le questioni irrisolte per le quali
attendiamo delle risposte da chi di dovere sono ancora molte …”
Giovanni
Fazio
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