UN
SUCCESSO DEL MOVIMENTO ZERO PFAS CHE PUO’ TRAMUTARSI IN UNA DEBACLE.
Il
teatro di Lonigo, domenica 1 ottobre, era stracolmo già un’ora prima dell’incontro.
Ottima organizzazione da parte delle “Mamme” e dei volontari del Movimento.
La
presentazione di Alberto Peruffo ha sottolineato l’importanza della
partecipazione attiva dei cittadini alla lotta per ottenere quello che ci
spetta di diritto: acqua libera da PFAS
e da ogni altro inquinante.
Le istituzioni sono lontane e non hanno
giocato a nostro favore in questa vicenda come emerge dagli interventi che si
sono susseguiti a cominciare da quello di Rob
Billot, lo straordinario avvocato americano che con il suo impegno è
riuscito a vincere la causa dei cittadini dell’Ohio e del West Virginia contro
la multinazionale DUPONT (la Miteni
americana), ottenendo rimborsi milionari a 70 000 cittadini danneggiati dall’inquinamento
effettuato in 40 anni dall’azienda: “E’ necessario – ci ha spiegato- estendere
gli esami del sangue a tutta la popolazione residente nell’area inquinata, come
premessa per una causa per ottenere il risarcimento dalle malattie correlate
alla contaminazione da PFAS.”
A
differenza di quanto affermano anche personalità importanti della magistratura
vicentina, le prove dei danni gravissimi
arrecati dai perfluorati alla salute dei cittadini sono concrete e
abbondantissime; è sufficiente connettersi ad Internet per consultare l’enorme
database dove sono documentate scientificamente.
Uno dei punti forti dell’iniziativa
giudiziaria svoltasi negli USA e conclusasi nel 2014 con la condanna
severissima della DUPONT è stato quello di ottenere dal tribunale l’obbligo da
parte della multinazionale di consegnare i cospicui dati sulla nocività di PFOS
e PFOA che la ditta conservava nei propri archivi segreti e la pubblicazione
degli stessi in Internet.
La TRASPARENZA in questi casi è
fondamentale.
Bisogna
rimarcarlo con forza alla Commissione Regionale di inchiesta che ha secretato gli atti relativi alle riunioni
e ai documenti. Un bel modo per chi guida la Regione Veneto di rispettare il
diritto di conoscenza e di partecipazione dei cittadini danneggiati.
Michela Piccoli ha parlato a nome
delle mamme di tutta la zona inquinata. Le sue parole ci hanno commosso perché raccontano
un dramma, vissuto giorno dopo giorno, nel sangue dei propri figli.
Le
mamme hanno capito che l’azione civile di una
cittadinanza attiva che difende se stessa e i propri figli è l’unica strada
praticabile e che questa presa di
coscienza sarà il tracciato esistenziale che guiderà la vita futura dei
loro ragazzi.
Dall’amore
nasce la coscienza civile e la lotta.
Ottimi
gli interventi che si sono susseguiti, quello dell’Avv. Edoardo Bortolotto che ha denunciato la mancata trasparenza della
Commissione Regionale e la necessità di mettere in atto i consigli di Billot (esami
del sangue per tutti), ripresa dal dott.
Vincenzo Cordiano, salutato dal
pubblico con una grande ovazione.
Giuseppe Ungherese, da parte di Greenpeace
ha posto l’accento sul mancato controllo
degli alimenti e della attuale situazione dell’intero comparto agroalimentare del Veneto, abbandonato a se stesso e molto
vicino ad una catastrofe.
La LINEA DEL MOVIMENTO è stata espressa CON CHIAREZZA nel corso della serata,
confermata dagli applausi e dagli interventi del pubblico.
L’unico
intervento controcorrente è stato quello, estremamente polemico, del sindaco di Lonigo; ha esordito asserendo
che l’acqua dell’acquedotto è potabilissima e che lui ha due figli cui la fa
bere.
Strana
potabilità se le analisi effettuate da “Acque del Chiampo” il 17 luglio 2017 ci
danno
119
ng/L di PFOA, 4 ng/L di PFOS, 76 ng/L di PFBA, 75 ng/L di PFBS e 357 ng/L di PFAS
diversi.
O IL SINDACO NON HA
CAPITO NIENTE DI QUELLO CHE E’ STATO DETTO IERI SERA O CE LA VUOLE DARE A BERE.
I
ragazzi con alti valori di PFAS nel sangue non possono ingerire quest’acqua che
aggreverebbe sensibilmente la loro condizione. Questo il sindaco lo sa e sa che,
giorno dopo giorno, il veleno si
accumula nel sangue e negli organi interni perché ha tempi di smaltimento
lunghissimi.
Sa
che se va dato alle donne gravide
passa per nove mesi di seguito dentro il
corpicino del feto attraverso il cordone ombelicale.
Sa
che gli interferenti endocrini sconvolgono
l’equilibrio ormonale maggiormente durante la crescita dei bambini e degli
adolescenti, rischiando di danneggiarli per tutta la vita.
Le
parole di Luca Restello sono state
la cartina di tornasole che ha rilevato la
GRANDE AMBIGUITA’ CHE
CARATTERIZZA LA MANIFESTAZIONE CHE SI TERRA’ L’8 OTTOBRE A LONIGO.
Siamo
allarmati per quello che sta succedendo: uomini come Restello e Gentilin si
stanno impadronendo della manifestazione.
Il
giorno dopo sul Giornale di Vicenza si celebrerà il loro trionfo:
“Migliaia di cittadini
alla loro manifestazione, NON ALLA “NOSTRA”.
Ieri
sera , a Lonigo, è emersa dagli interventi e dagli applausi una notevole discrepanza tra la linea del MOVIMENTO
e quella dei sindaci e delle istituzioni.
Discrepanza confermate
dalle parole di Giorgio Gentilin
“La manifestazione vedrà anche logo e patrocinio del
consiglio di Bacino Valle del Chiampo, come stabilito
dal Comitato istituzionale a
condizione che sia «istituzionale e non pilotata da comitati appartenenti a una qualsivoglia fazione
politica”
LE DIFFERENZE
1) IL MOVIMENTO HA COME
OBIETTIVO ZERO PFAS
I SINDACI SEGUONO ZAIA CON I SUOI NUOVI OBIETTIVI MOLTO AL DI
SOPRA DELLO ZERO e non si sa quando realizzati.
2) IL MOVIMENTO CHIEDE ACQUA POTABILE SENZA INQUINANTI SUBITO (anche con le autobotti e la mobilitazione dei militari o della
protezione civile, se necessario)
I SINDACI, PER VOCE DI RESTELLO, DICONO DI NO PERCHE’ E’ TROPPO
COSTOSO
(aggiungiamo noi: la salute dei
nostri ragazzi e dei cittadini tutti non ha prezzo)
3) IL MOVIMENTO CHIEDE LEGALITA’ E TRASPARENZA
LA REGIONE CHIEDE UNA
GESTIONE COMMISSARIALE E IMPONE LA SECRETAZIONE DEGLI ATTI DELLA COMMISSIONE
REGIONALE.
(Non dimentichiamo cosa
è successo a MOSE e PEDEMONTANA)
4) IL MOVIMENTO CHIEDE CHE I
RESPONSABILI (AZIENDE E POLITICI) PAGHINO I DANNI ARRECATI ALLE PERSONE E ALL’AMBIENTE
GENTILIN CHIEDE DI
ADDEBITARE AI CITTADINI (cioè le vittime del disastro) L’ADEGUAMENTO DELLE BOLLETTE
DELL’ACQUA).
5) IL MOVIMENTO CHIEDE CHE
SIA FERMATA SUBITO L’ATTIVITA’ INQUINANTE DELLA MITENI
LA REGIONE NON HA MAI
ACCENNATO A TALE EVENTUALITA’
6) IL MOVIMENTO CHIEDE CHE
I DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE ESCLUDANO DAL MERCATO I CIBI INQUINATI (uova con 22.000 ng/K di PFOSS repertati dall’ARPAV
NEL 2015 in un allevamento di Cologna
Veneta. Non si sa che fine abbiano fatto, né chi li abbia comprati, venduti
o mangiati e continui a farlo tuttora).
LA REGIONE HA MESSO
TUTTO A TACERE.
A
nostro avviso il perseguimento degli obiettivi riconfermati dall’incontro di
ieri sera al teatro di Lonigo non ci
consente di accodarci alla
processione dei sindaci sotto il patrocinio del Consiglio di bacino della Valle
del Chiampo.
CHI STA IN TESTA AL
CORTEO DETTA L’AGENDA POLITICA DELLA MANIFESTAZIONE
Pertanto
IN TESTA AL CORTEO DOVREBBERO
ESSERCI LE MAMME DI LONIGO, SEGUITE DA TUTTI I CITTADINI, DAI COMITATI, DALLE
ASSOCIAZIONI E DA TUTTI I PARTECIPANTI AL MOVIMENTO ZERO PFAS.
IN
CODA, SE LO VORRANNO E ACCETTERANNO I NOSTRI OBIETTIVI, POTREBBERO VENIRE ANCHE
I SINDACI, perché noi non respingiamo l’aiuto di nessuno purché sia sincero e
onesto.
Questa,
a nostro avviso, potrebbe essere l’unica condizione in grado di farci uscire da
un disgraziato equivoco che, se mantenuto, darebbe forza solo a chi persegue obiettivi e politiche che non sono le
nostre.
Facciamo in modo che i cittadini non siano trattati come pecoroni venuti a far da comparsa alla
manifestazione di Gentilin, di Rostello e di Zaia.
Stiamo
mettendo una grande energia e fatica nell’organizzare questa manifestazione che
però, come afferma Gentilin, NON E’ LA NOSTRA.
E’
LA MANIFESTAZIONE DI COLORO CHE CI HANNO SEMPRE PRESO IN GIRO.
Abbiamo
raggiunto un livello di mobilitazione e di organizzazione che i nostri
avversari non hanno; il consenso nei
nostri confronti è in continua crescita perché rappresentiamo gli interessi
reali della gente.
Rischiamo
di portare l’acqua al mulino del nostro
avversario e se le cose andassero come temiamo il movimento avrebbe un colpo da cui
sarebbe difficile riprendersi.
Abbiamo
comunque una settimana di tempo per riflettere e per modificare la forma e la
sostanza di una manifestazione su cui, in tantia abbiamo riposto la nostra fiducia.
Le
parole pronunciate dal sindaco di Lonigo sono state chiare e le nostre dovranno
esserlo altrettanto:
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