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domenica 26 gennaio 2025

I PFAS AD ARZIGNANO E L'ACQUA DI ZAIA

 


Ampio dibattito hanno suscitato nei social della nostra regione i dati, pubblicati da Greenpeace, relativi alla contaminazione da PFAS. In particolare quelli del comune di Arzignano, servito dal gestore “Acque del Chiampo”.

Purtroppo, la presenza dei perfluorati nel nostro acquedotto non è una novità. Si tratta di un grazioso dono della multinazionale Miteni, scoperto nel 2013 da due ricercatori del CNR, Stefano Polesello e Sara Valsecchi. Come tutti sanno, da allora la nostra associazione CiLLSA si è occupata del problema, sollecitando iniziative da parte del Comune e della Regione.


Il sindaco, Giorgio Gentilin, eletto a furor di popolo per ben due mandati, si rivelò essere, allora, un negazionista, rispondendo ai nostri continui appelli con dichiarazioni con cui sosteneva che l’acqua erogata dall’acquedotto comunale fosse ottima e paragonabile ad acqua oligominerale. Anni dopo si rese conto di aver sbagliato ma non fece ammenda davanti ai cittadini traditi.  Ormai il danno era stato fatto, la gente, che aveva avuto fiducia nelle sue parole aveva bevuto abbondantemente la sua “acqua oligominerale” e si era perduto molto tempo per correre ai ripari.

La nostra azione, comunque, proseguì insieme a quella di tante persone di buona volontà che riconobbero la gravità di quanto stava accadendo a causa dell’inquinamento prodotto da Miteni.

La situazione ad Arzignano cambiò con l’avvento al comune della nuova sindaca Alessia Bevilacqua che dimostrò attenzione per le nostre proposte. I lavori per la costruzione di nuovi serbatoi e filtri ai carboni attivi nelle prese di Canove e Grumello accelerarono, anche se con problematiche riguardanti l’acquisto dei terreni da parte di Acque del Chiampo.


Arzignano Canove i nuovi filtri per l'acquedotto

Considerati i tempi necessari per realizzare le suddette opere, proponemmo alla sindaca una provvisoria alternativa che garantisse alla popolazione la possibilità di avere acqua filtrata zero PFAS accedendo gratuitamente alle “casette dell’acqua” (25 in tutta l’area servita da Acque del Chiampo ). La richiesta fu accolta e fatta propria dal gestore. Ci interessammo anche dei ragazzi che frequentavano le scuole della città. Acque del Chiampo provvide a fornire boccioni di acqua minerale, per impedire la contaminazione dei bambini e degli studenti (La distribuzione di acqua minerale è ancora in corso e sarà sospesa quando entreranno in funzione i filtri per l’acquedotto).

Tali erano le iniziative in campo, in attesa che i filtri a carboni attivi entrassero in funzione. Bisogna dire che Acque del Chiampo ha avuto, durante questo periodo, un comportamento trasparente pubblicando, ogni quadrimestre, nelle bollette, i valori dei PFAS nell’acqua dell’acquedotto. Inoltre, i dati degli esami delle acque sono pubblicati  nel sito del gestore. 

Questa mattina sono andato a fotografare i filtri a Canove;  ho constatato che sono già pronti per fornire acqua a valore zero Pfas. Non sono ancora pronti, però, quelli della presa di Grumello, per cui si dovrà aspettare  qualche altro mese per completare la totale copertura della città. I limiti, in verità altissimi (390 nanogrammi/litro) e fuori da ogni valora scientifico, non li hanno fissati né il Comune  né, tantomeno,  il gestore.                                                                                                                                                        Sono opera della Giunta regionale con decreto del 2017. Di ciò si è vantato, spesso, l’assessore Bottacin; ha, in effetti, affermato che solo il Veneto aveva fissato i limiti in Italia. È  vero, ma sia lui che Zaia non sono in grado di dirci da quale fonte scientifica siano stati partoriti). Sappiamo, soltanto, che in Danimarca il limite massimo di contaminazione è fissato a 2 nanogrammi/litro.

Nel 2023 la Regione  ha adottato, in anticipo, i nuovi standard europei che dovranno partire in tutta l’Unione dal primo gennaio del 2026. Purtroppo, si tratta, anche in questo caso, di tetti assurdi cioè 100 nanogrammi litro.

Roma Incontro con il ministro dell'ambiente Costa

La signora Von der Leien, anche lei, non è in grado di dirci da quale fonte scientifica sia scaturito il nuovo tetto, considerato che, nel frattempo, lo IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha classificato il PFOA, una delle 20 molecole su cui è tarata la misura, SICURAMENTE CANCEROGENO PER L’UOMO.

Sì, è proprio vero, lo standard europeo è tarato solo su 20 PFAS delle circa 10.000 molecole  attualmente in produzione e in commercio.

È  giusto dire ancora  che noi tutti assumiamo pfas anche dai cibi contaminati,  prodotti non soltanto nella Zona Rossa, caratterizzata da circa 10.000 pozzi privati mai controllati e dalla presenza in falda di PFAS a valori altissimi, ma da tanti altri luoghi del Veneto.  

A parte le discariche, gli inceneritori, le aziende di trattamento rifiuti, le lavanderie industriali, le caserme dei pompieri, gli aeroporti e le basi militari americane, nelle campagne di tutto il Veneto, le piante crescono su un tappeto chimico di diserbanti e sono annaffiate con pesticidi contenenti PFAS (buon appetito!).

Da anni aspettiamo che i responsabili della nostra salute e della nostra vita provvedano a realizzare filiere alimentari certificate e sicure, che gli alimenti in vendita siano certificati PFAS free da una etichetta ecc. Chiediamo alla politica il bando assoluto di tali molecole così pericolose.

In ogni caso, finché il loro uso sarà consentito non è tollerabile che gli scarti delle lavorazioni finiscano nell’ambiente. È noto, infatti, che i depuratori non sono in grado di filtrare i PFAS. Pertanto, questi dalle vasche passano nei fanghi e nei reflui che si scaricano nei corsi d’acqua.

La lotta per assicurare a tutti ALIMENTI SICURI è parallela a quella per garantire ACQUA  POTABILE  non contaminata. La politica è sorda ma noi le stureremo le orecchie.

Il cammino per salvare la pelle, soprattutto quella dei nostri figli e nipoti, sacrificati in nome del profitto,  è ancora lungo. L’avanzata dei PFAS (molecole indistruttibili e bio  accumulabili) è imponente. È dura, anche perché l’influenza delle lobby della chimica sui politici è potentissima e fornita di mezzi economici enormi.

Non brinderemo, il prossimo capodanno, con l’acqua di Ursula, tanto meno, con quella di Zaia.  Grazie ad anni di lotte e sacrifici di tanti che così intendono la politica in prima persona, dai nostri rubinetti uscirà acqua zero PFAS.

Giovanni Fazio

 

PS: Non basta indignarsi davanti al computer: è necessario partecipare di persona.

il 7 febbraio, dalle ore 9 in poi  saremo tutti davanti al tribunale di Vicenza per sostenere la causa contro Miteni.

 Alle 10.30 ci sarà una conferenza stampa da parte del Movimento.

 La manifestazione è stata organizzata dalle mamme no pfas e sostenuta da comitati e associazioni ZERO PFAS.

Non mancare. La tua presenza è importante.






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