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lunedì 19 settembre 2022

LA CONCIA VERSO L'IMPATTO ZERO?


PNRR 10 MILIONI DI EURO AL DISTRETTO CONCIA

"A partire dalle ore 10 del 15 novembre 2022 le imprese appartenenti al Distretto conciario arzignanese potranno richiedere contributi a fondo perduto per la realizzazione di progetti d’investimento legati all’innovazione dei prodotti e dei modelli produttivi in un’ottica di ecosostenibilità ed economia circolare."

È quanto prevede il decreto del Ministero dello sviluppo economico che stabilisce i termini per la presentazione delle domande relative alla misura agevolativa nel decreto Sostegni bis e che dispone l’erogazione di contributi a fondo perduto per 10 milioni di euro per l’industria conciaria.

 Finalmente viene investita una notevole somma finalizzata al risanamento del territorio,  al miglioramento, in senso ecologico, di tecniche industriali e alla modifica della gestione dei rifiuti.

 

GLI OBIETTIVI DEL DISTRETTO CONCIA:

Il progetto del Distretto si coordina su quattro obiettivi:

  • “la raccolta differenziata degli scarti per recuperare ciò che può essere inserito nuovamente nel ciclo produttivo, permettendo di ridurre notevolmente la parte da smaltire;
  • l'utilizzo di prodotti chimici che abbiano un minore impatto sull'ambiente;
  • il risanamento del bacino del fiume Fratta Gorzone;
  • la carbon neutrality vale a dire l'equilibrio tra anidride carbonica emessa e anidride carbonica rimossa.”

 

IL FRATTA GORZONE

Da anni, insieme ad altre associazioni ambientaliste, ci battiamo per il risanamento del fiume Fratta Gorzone, ormai ridotto ad uno scolo tossico a causa degli sversamenti storici del distretto della concia.

         Questo fiume, dopo l’inquinamento da parte di Miteni della grande falda d’acqua sotterranea, rimane l’unica fonte idrica cui possono attingere i coltivatori del vasto bacino che da Cologna Veneta raggiunge il Brenta, a pochi passi da Chioggia. Qui  la melma industriale trova il suo sbocco definitivo nella laguna di Venezia e nel mare antistante Sottomarina.

Il progetto del Distretto è il primo passo per salvare una riserva d’acqua strategica, soprattutto adesso che il cambiamento climatico sta attaccando la pianura veneta con fenomeni di siccità molto preoccupanti.

È necessario, pertanto, che le sue acque siano indenni da contaminanti se vogliamo preservare le colture della pianura da inquinamenti di ogni genere.

È vero, come sostiene Barbara Mastrotto[1], che Luca Zaiasi è speso in prima persona per sostenere quella che è una filiera strategica per il Veneto e per l'Italia”, cioè le concerie della valle del Chiampo, ma è altrettanto vero che dal 2005  ad oggi due grandi progetti decennali per la bonifica del Fratta Gorzone sono restati lettera morta senza che  lui movesse un dito, così come non si è mai mosso per contrastare il cinquantennale inquinamento di Miteni.   

Le sue orecchie sono rimaste sorde al bisogno di migliaia di coltivatori e di centinaia di migliaia di persone colpite dall’inquinamento da PFAS. Evitiamo quindi inutili e fuorvianti incensamenti . 

Sbocco nel Fratta Gorzone


PERCHE' DEFINIAMO "STRATEGICO QUESTO FIUME ?

Perché gran parte dei prodotti della pianura, che raggiungono i mercati,  sono fortemente inquinati, soprattutto dalle PFAS.

L’ ingestione di questi alimenti, che non vengono controllati da nessuno, sta propagando in tutto il Veneto una contaminazione che inciderà profondamente sulla salute dei suoi abitanti, soprattutto, delle nuove generazioni.

LA PREVENZIONE MANCATA

Della mancata prevenzione in difesa della salute è pienamente responsabile la Regione Veneto con i sui capi politici e le strutture che dovrebbero attivarla.

Ciò risulta anche dal rapporto del Commissario dell’ONU, Marcus Orellana, venuto appositamente nel Veneto per rendersi conto di quanto sta avvenendo.

 

IL PROGETTO DEL DISTRETTO 

Questa volta siamo di fronte ad un progetto vero, e non solo cartaceo, che impegna finalmente il Distretto della concia  a farsi carico di questi annosi problemi. 

Lo conosciamo, oltre che per averne preso visione, anche grazie a due incontri col presidente del Distretto Riccardo Boschetti e con Nicola Muraro, suo portavoce.                                                                                                                           

Riteniamo che alcune parti di esso, come ad esempio la raccolta differenziata degli scarti del processo industriale, passo dopo passo, il recupero e il riciclaggio degli stessi, siano veramente importanti e tali da potere abbassare in maniera significativa lo scarico nell'ambiente di sostanze altamente inquinanti come il cromo e le stesse PFAS, attualmente molto usate nella concia.

Importanti anche la dissalazione e gli interventi di recupero e riciclaggio di quelli che vengono chiamati rifiuti di riviera (pelo e carniccio). Fondamentale è pure la ricerca di prodotti alternativi a quelli tossici, primi fra tutti le PFAS.

Da tali interventi ci aspettiamo un significativo  miglioramento degli scarichi nel Fratta Gorzone e un risparmio di materiale e di energia, anche se questo lodevole inizio non sarà sufficiente a bonificare il fiume in maniera completa. C'è bisogno di altri interventi e di maggiori finanziamenti. 

 Nelle pieghe del discorso con Nicola Muraro, è saltato fuori, però, che il progetto prevedrebbe la costruzione di un gassificatore ad Arzignano 

In realtà, tale struttura non è mai citata esplicitamente nel testo del progetto ma, su questo, la popolazione e le Amministrazioni comunali, che fanno capo al bacino e che in merito hanno già deliberato contro la costruzione di un inceneritore in loco, tengano gli occhi aperti e pretendano una smentita da parte del Distretto.

Il PNRR  per le finalità che persegue non può consentire la costruzione di un’opera che, anziché ripulire l’aria la inquinerebbe più di quanto non lo sia già.


CARBON NEUTRALITY

Per quanto riguarda, infine, il quarto punto del progetto, la carbon neutrality (vale a dire l'equilibrio tra anidride carbonica emessa e anidride carbonica rimossa), esprimiamo forti riserve.

Questo baratto, pur essendo legale, è nei fatti una vera truffa. 

Non ha senso acquistare un pezzo di foresta vergine in Amazzonia per compensare l’inquinamento che avviene ad Arzignano.                                            

 La borsa della CO2, una delle più oscene invenzioni liberistiche, consente infatti di acquistare alberi in un altro continente per compensare l’anidrite carbonica rilasciata in Italia.

Perciò bocciamo ogni soluzione borsistica della CO2, anche perché le emissioni inquinanti ce le beccheremmo noi ad Arzignano, e chiediamo che l’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica si realizzi attraverso adeguate iniziative sul posto.

Foresta amazzonica


UNA IMPORTANTE SVOLTA

Le lotte del Movimento ecologista hanno trovato una prima risposta nell’iniziativa del Distretto conciario. 

Riteniamo di essere di fronte ad una importante svolta. Potrebbe essere l’inizio di una nuova storia e un nuovo rapporto tra industria e territorio:  va pertanto incoraggiata e portata avanti.

 Ci auguriamo che il progetto che si vuole mettere in atto sia il primo passo di un nuovo percorso  di attenzione alla salute delle persone e all’integrità dell’ambiente.

 Siamo appena all’inizio. Riteniamo che stavolta siamo sulla strada giusta e ne facciamo merito anche ad una Amministrazione comunale che, dietro le quinte, ha esercitato ed esercita una forte pressione per il cambiamento.

Il riscaldamento climatico è alle porte con i suoi terribili annunci. Dobbiamo prenderne atto. Ce lo chiedono i nostri figli angosciati da un inimmaginabile futuro.

L'iniziativa del Distretto è una presa di responsabilità per l'avvenire di questa zona e dei suoi abitanti e si inserisce in un piano generale che ci auguriamo possa interrompere il declino climatico del pianeta.

Guardando in avanti, molte sono ancora le opere da realizzare per aderire ad un nuovo modello esistenziale. 

I grandi profitti realizzati con la concia potrebbero avere uno sbocco positivo se utilizzati per una diversificazione produttiva. Questa potrebbe alleggerire l’impatto che un complesso eccessivo di industrie della pelle ha sul territorio.

C’è molto da fare e molto da sperimentare, sul piano del risparmio energetico, dell'utilizzo intelligente delle rinnovabili, sulla partecipazione di tutti ad una nuova organizzazione della società fondata sulla giustizia climatica e sul rispetto della vita. Costruiamo insieme la città del sole  prendendo atto della fine di un modo di produrre e di consumare che ci hanno portato sull’orlo del precipizio.

 

Giovanni Fazio

 

 


 

 

 



[1]
                        [1] portavoce del progetto, nonché vicepresidente di Confindustria Vicenza



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