LO STUPORE DEI POLITICI CI DICE CHE VIVONO SU MARTE!
La distanza tra il paese reale e quello legale è abissale.
Che senso ha scioperare il 16 dicembre?
Per
Salvini, finto popolare dalla parte dei privilegiati, lo sciopero è “folle e
assurdo”.
Per Tajani, quello che vuole il
“delinquente naturale” (Tribunale di Milano dixit) al Quirinale, “Landini si è
montato la testa”.
Pure
l’ex city manager della Moratti, ovvero Sala, è contro lo sciopero.
Questa classe dirigente vive su Marte.
Basta citare tre studi dell’Ocse per capire che cosa sta succedendo
nel nostro paese, ma basterebbe anche uscire dal palazzo e parlare con le
persone:
1) Studio dell’Ocse 2021: l’Italia è l’unico paese in Europa che ha i
redditi più bassi del 1990. Trent’anni buttati via. Come ci segnala il
World Inequality Report, curato da Piketty, la diseguaglianza è in aumento: il
10% dei più pagati guadagnano mediamente 87850 euro l’anno. Il 50% dei meno
fortunati 11320 euro. Come si fa a vivere con salari così?
2) Studio appena pubblicato dall’Ocse: Uno sguardo sulle pensioni: Rispetto
a 20 anni fa le pensioni italiane hanno perso il 15% del potere
d’acquisto. I giovani di oggi con la Fornero andranno in pensione a 71 anni,
contro una media di 66 anni. Se potranno permetterselo, perché chi ha cominciato
a lavorare dopo il 1995, per effetto della Riforma Dini, andrà interamente con
il contributivo e il 60% avrà pensioni povere.
3) Studio Ocse 2019: gli italiani lavorano più di tutti in Europa,
battuti solo dalla Grecia. Lavoriamo quasi 400 ore in più all’anno dei
tedeschi.
Guadagniamo sempre meno, lavoriamo più di tutti, i giovani forse
non andranno in pensione, o se ci andranno, più tardi di tutti.
Va
tutto benissimo.
Forse bisognerebbe aspettarsi dalla politica un cambio di passo, una
visione alternativa rispetto al modello di sviluppo neoliberista degli ultimi
trent’anni, che ci ha condotto a questo disastro.
Invece Letta e Orlando si sono detti
stupiti.
La
risposta di Landini è magistrale:
”Io sono stupito del loro
stupore. Perché se ci si stupisce non si capisce la realtà dove si vive”.
Oppure, aggiungo io, si vive in un’altra
realtà, ritirati in una torre d’avorio di privilegi, lontano dalla vita reale,
incapaci di capire le condizioni materiali di chi fatica ogni giorno, di
comprendere il paese reale. Poi si sorprendono pure se al ballottaggio delle
comunali nelle città più grandi ha votato il 40% degli aventi diritto.
Senza una classe politica capace di
rappresentare le istanze delle persone in carne e ossa, di capire il declino
del paese e di proporre una uscita alternativa alla crisi, anche attraverso il
conflitto, la nostra democrazia rischia di deragliare, mentre la qualità delle
vite dei più declina.
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