NON E’ UN PROBLEMA SCOLASTICO MA DI TRASPORTO PUBBLICO.
“QUI
SI VIAGGIA A PIENO CARICO”. PAROLA DI ZAIA
Per
rinfrescare la memoria dei sudditi, riporto un mio post scritto ad agosto
scorso.
«In attesa che a Roma smettano di litigare, noi confermiamo la
nostra ordinanza che permette la capienza in base all'omologazione …
(l’omologazione dei vagoni ferroviari o degli autobus non è
stata data tenendo conto della pandemia bensì di tempi normali; e comunque non
è stata mai rispettata. N.d.R.)
… Non è un atto di irresponsabilità: se si tratta di svuotare
del 40% i bus e del 50% i treni, si dica ai cittadini che non ci sono
alternative per il trasporto pubblico.
E il problema che ho io ce l'hanno tutti i colleghi delle
Regioni. Non solo. Con il governo è stato firmato un accordo con le parti
sociali contenuto nel Dpcm del 13 aprile, in cui si dice che chi sta nel
comparto produttivo a distanza inferiore di un metro indossa la mascherina, chi
sta a distanza maggiore di un metro non usa la mascherina; non si capisce
perché gli stessi lavoratori che stanno vicini con la mascherina al lavoro, non
possano stare vicini con la mascherina anche sui mezzi di trasporto».
Zaia
non lo capisce o finge di non capirlo forse perché lui i treni dei pendolari
non li prende mai.
I
trasporti pubblici, molto carenti nel Veneto, non sono una piaga di oggi: sono
chiaramente insufficienti da sempre e causa di gravi disagi per coloro che si
recano al lavoro o a scuola.
In dieci anni di governo Zaia non si è mai sognato di produrre un piano logistico che permettesse ai veneti di raggiungere i posti di lavoro in maniera dignitosa e in tempi decenti.
La
contropartita della carenza di trasporti pubblici è l’inquinamento delle città,
tra i più alti d’Italia, l’intasamento delle vie e la spasmodica ricerca di
parcheggi, sempre più cari e insufficienti.
Si impiegano ore per raggiungere Vicenza dai paesi vicini, ore di vita rubataquotidianamente agli automobilisti costretti a interminabili file in un traffico saturo di ossidi di azoto, particolati velenosi, biossido di carbonio e altre emissioni che ti accorciano la vita.
Dieci
anni di Governo della Regione in cui i ricchi si sono arricchiti ancora di più,
ma tutti gli altri debbono arrangiarsi come possono, pagando servizi pessimi o
inesistenti e ammalandosi di Covid, visto che oltre ai “carri bestiame” non ci
sono altre alternative: l’ha detto lui!
Ovvero,
una alternativa c’è: è quella di chiudere le scuole. E a favore di questa
soluzione il presidente del Veneto si è sgolato per mesi sul Giornale di
Vicenza e nelle TV locali (in questo prontamente imitato da altri presidenti
regionali).
E’ stata una pressione logorante che ha costretto il
governo, indebolito anche dalle posizioni di una parte del suo schieramento
allineata col presidente De Luca (Campania), a ordinare la chiusura delle
scuole di secondo grado su tutto il territorio nazionale. Tutto ciò, malgrado i
dati statistici davano la scuola il luogo più sicuro (solo il 3% dei contagi)
del Paese.
Non si è tenuto conto de fatto che gli
istituti potevano effettuare i doppi turni (mattina e pomeriggio) con orari
diversi da quelli delle aziende e degli uffici in modo da dimezzare il traffico
nelle ore di punta. Non si è tenuto conto che nelle città meno grandi, come
sono quasi tutte le città del Veneto i ragazzi raggiungono la scuola a piedi,
in motorino o in bicicletta e, talvolta, accompagnati dai loro genitori in
macchina, ma mai con i mezzi pubblici locali che non esistono.
I trasporti urbani , sono di pertinenza
dei Comuni, che conoscono bene la situazione del traffico locale e ai comuni
sarebbe dovuta essere stata lasciata la scelta in merito evitando di scaricare sulle scuole problemi che non competono loro. Si invoca tanto l’autonomia
ma quando te la danno ti lamenti del fatto che ti appioppano responsabilità che
sono del Governo Nazionale. Invece no, cari sindaci e caro Zaia, non è il Ministero
dei trasporti che deve organizzare il traffico del vostro comune o della vostra
regione: mi sembra ovvio.
Non
ho parole per lo scempio che si fa della scuola e del massacro dei diritti
fondamentali degli studenti che gli adulti pretendono di educare. In nessun’altro
Stato europeo sono state chiuse le scuole. Condivido in pieno il grido di
dolore che sale dal post di Donata. Questo intervento è solo la sottolineatura
della ipocrisia con cui si pretende di risolvere una grave mancanza da parte di
chi governa la società italiana a tutti i vari livelli, scaricando il peso
della propria imperizia e incapacità sulla pelle e la vita dei ragazzi.
So benissimo che il tempo di attenzione che si
dedica ad un post su Facebook non dura più di un paio di minuti e che una
paginetta come questa viene saltata dai più. Purtroppo nella comunicazione nei
social prevale l’affermazione sulla argomentazione, il linguaggio lineare a
quello sistemico che prende in considerazioni il contesto oltre che il testo. So
benissimo che l’intervento su Facebook segue lo schema stilistico del tifo
calcistico. Affido, come sempre, il mio messaggio nella bottiglia ad un
pubblico di persone e non a una marea di tifosi.
Giovanni
Fazio
Alleghiamo
l’articolo pubblicato oggi su “Il Fatto Quotidiano” dove la chiusura delle
scuole secondarie di secondo grado viene analizzata e commentata
https://docs.google.com/document/d/1gkWRAbb7x0R-P0XuJySbiZXZvndtjpU3qLhliR26gCQ/edit?usp=sharing
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