GLI ULTIMI SARANNO (DETTI) I PRIMI.
È DAL 2013 CHE STIAMO ASPETTANDO I FILTRI.
Finalmente, per ultimi, noi arzignanesi potremo avere acqua
filtrata; non subito ma tra due anni circa.
Per questo è grave sentire dire alla Sindaca "da sempre il Comune di Arzignano insieme ad Acque del Chiampo è in prima linea".
Non
dimentichiamo che dal 2013 CiLLSA ha chiesto che si provvedesse
tempestivamente ad applicare i filtri all'acquedotto arzignanese ma le
amministrazioni precedenti, guidate dal sindaco Gentilin, ci hanno sempre
contestato asserendo più volte che l'acqua di Arzignano era potabilissima al
pari di "acqua oligominerale", lasciando così che la
popolazione bevesse, senza saperlo, acqua inquinata da PFAS (al di sopra di
ogni limite accettabile, secondo le recenti dichiarazioni dell'EFSA). Sarebbe
stato più corretto invitare subito la popolazione a bere acqua in bottiglia,
per precauzione, e stimolare acque del Chiampo a muoversi tempestivamente e non
dopo sette anni.
Un vero disastro per chi per lunghi anni, ingannato sulla qualità dell'acqua, ha caricato il proprio organismo e quello dei propri bambini di PFAS che, come si sa, si accumulano per anni all'interno del nostro organismo, che non è capace di espellerli rapidamente, provocando gravissimi danni alla salute (ultimamente il prof Foresta dell’Università di Padova ha trovato i PFAS negli spermatozoi dei ragazzi contaminati di Lonigo).
Tuttavia
il problema PFAS, quando finalmente saranno messi i filtri a carboni
attivi, non è risolto. Lo diciamo oggi, ma è da anni che lo stiamo
ripetendo.
L'EFSA (Agenzia Europea per la Protezione Alimentare) valuta la
contaminazione da PFAS per gli esseri umani solo per il 20% dovuta all’acqua mentre il restante 80% è dovuto ai cibi. E molti dei cibi che compriamo al mercato sono prodotti nella vasta area dell’inquinamento del Veneto Sud Occidentale di cui anche noi facciamo parte, le cui acque sotterranee sono state gravemente inquinate dalla ditta Miteni senza che nessuno prendesse provvedimenti.
Su questa vastissima falda il cui inquinamento si spinge a Sud fino a Montagnana e a Est verso Vicenza e oltre, insistono circa 10.000 pozzi privati, in massima parte non controllati, da cui si estrae l’acqua per annaffiare le colture di vasta parte della bassa pianura veneta.
L’Istituto
Superiore di Sanità ha monitorato in parte i cibi prodotti in questa vasta area
e il sangue di allevatori e agricoltori, constatando che i livelli di
contaminazione di costoro erano molto più alti dei quelli della popolazione di
riferimento.
Ciò è
dovuto al fatto che queste persone mangiano i propri prodotti.
Purtroppo,
fino ad oggi nessuno ha provveduto ad escludere dal mercato i cibi contaminati,
né, tanto meno, ad aiutare i produttori a filtrare l’acqua dei pozzi. Un altro
vero disastro che ci coinvolgere tutti, costretti a fare la spesa ogni giorno
senza sapere se gli alimenti che porteremo a casa siano o meno contaminati.
Ancora, come sette anni fa per l’acqua che bevono gli arzignanesi, siamo totalmente inascoltati anche se in Regione sono perfettamente a conoscenza delle ricerche e Monitoraggio effettuate dall’ Istituto Superiore di Sanità.
Assemblea cittadina ad Arzignano contro i PFAS |
Ancora
una volta chiediamo che la salute e la vita nostra e dei nostri concittadini
sia tutelata.
Tra l’altro la grandissima area in cui i cibi
sono contaminati da acqua malata, ci fa ritenere che il rischio sia esteso a
tutta la popolazione del Veneto. Secondo EFSA ogni bambino del veneto assume
già, settimanalmente, più del doppio della dose di PFAS ritenuta non a rischio.
Non
ci è concesso nemmeno di effettuare le analisi del sangue per controllare a che punto siamo con la contaminazione da
PFAS né, tanto meno, siamo informati sulla presenza dei PFAS a catena corta Gen-X
e C6O4, che per anni, con tanto di autorizzazione di provincia e Regione,
la Miteni ha continuato a produrre e a sversare.
Chiunque legga questo articolo può chiedere al
proprio medico di famiglia o al distretto se sia possibile effettuare il
dosaggio dei PFAS nel proprio sangue; vi invito tutti a farlo per constatare il
diritto che vi viene negato. Vi chiederete il perché. Lo scoprirete da soli.
Chiediamo
di mangiare cibi sani così come per anni abbiamo chiesto di bere acqua sana.
Questo è il nostro delitto.
Giovanni
Fazio
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