ANTIFASCISMO MILITANTE E DIFESA DEL LAVORO E DELLA COSTITUZIONE
COINCIDONO.
Oggi, 25 aprile, si celebra il giorno
della liberazione dal nazi fascismo.
La stampa di destra, che da sempre ha
mal tollerato il ricordo di una lotta di popolo contro la dittatura, contro il
dominio nazista, il razzismo e la sottomissione del mondo alla cricca nazista
che dominava la Germania si sforza di dichiarare superata e desueta questa
giornata, segno che l’antifascismo dà ancora fastidio ai fascisti in camicia
bianca, oltre che a quelle sparute formazioni dichiaratamente neo fasciste che
non vengono prese in seria considerazione da nessuno tranne che da Salvini.
Ad Arzignano, parecchi anni fa, c’è
stato un sindaco democristiano che ha deciso di far coincidere questa giornata
con una inopinabile “Festa degli uccelli” che è più corretto chiamare “Festa agli
uccelli” i quali notoriamente hanno più piacere di vivere all’aria aperta che
non in gabbia.
Anche questo è un modo per coprire in maniera ipocrita il
ricordo di coloro che sono morti, anche qui ad Arzignano, per darci la
possibilità oggi di scrivere quello che sto scrivendo.
Antifascismo militante significa capire che il nostro tenore
di vita, le nostre famiglie, la qualità del lavoro e dello stato sociale che
dovrebbe proteggerci sono intimamente connessi alla difesa di quelle regole
stabilite dai nostri padri costituenti e sancite dalla nostra Costituzione
repubblicana, più volte presa di mira dalla destra vera o camuffata. Ma anche
da una falsa sinistra che ha tentato di stravolgerne il senso e i valori ed è
stata sonoramente battuta nel referendum del 4 dicembre 2016 da una valanga di
no.
Senza la resistenza, oggi probabilmente
non saremmo una repubblica e non avremmo una costituzione democratica.
Più di una volta abbiamo assistito al
tentativo di stravolgere le garanzie costituzionali con leggi elettorali
maggioritarie, strumento attraverso cui una minoranza può, utilizzando
esagerati premi elettorali, trasformarsi in super maggioranza parlamentare e
modificarne le regole costituzionali.
PARTIGIANI AD ARZIGNANO MAGGIO 1945 |
Il primo articolo della costituzione
italiana recita:" L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul
lavoro.
La
sovranità appartiene al popolo che a esercita nelle forme e nei limiti
della Costituzione."
Rappresentanza e ruolo primario del
parlamento sono pertanto i cardini di un sistema democratico reale, stravolto
da leggi come la “porcata” partorita dalla destra ufficiale e il “Rosatellum”,
inventato a suo tempo, dal PD per tentare di vanificare con artifizi elettorali
l’avanzata del Movimento 5 stelle”, cosa che poi è comunque avvenuta.
Il diritto al lavoro è stato cancellato
dal Jobs Act renziano che
ha trasformato il perno della nostra costituzione e della vita sociale di tutti
gli italiani in una merce.
L’abolizione dell’art. 18, che sanciva il reintegro del lavoratore
se licenziato senza giusta causa, la creazione delle agenzie, nuovi
caporalati che tolgono agli imprenditori il disturbo di assumere i dipendenti,
contratti con scadenze settimanali, mensili o trimestrali, peggio ancora dipendenti
mascherati da lavoratori autonomi, sono le macerie di ciò che resta dei
diritti costruiti da un secolo di lotte e sacrifici.
Adesso che la strada è aperta, la destra
ufficiale si fa più arrogante e chiede un sostanzioso abbassamento delle tasse
per i più ricchi, di solito grandi evasori, ché i ceti medi e i lavoratori
dipendenti e perfino i pensionati le hanno sempre pagate; si chiama FLAT TAX
che vuol dire 15% di tasse uguale per tutti sia per quelli che guadagnano
più di 100.000 euro l’anno che per quelli che arrivano a mala pena a 15.000
euro.
Anche questa proposta rientra nella
logica degli attacchi continui alla Costituzione, Art. 53, che dice “Il
sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Infatti
non è la stessa cosa togliere 1.300 euro a chi ne ha guadagnato in un anno
12.000 o toglierne 15.000 a chi in un anno ne ha guadagnato 100.000.
L’impoverimento dei lavoratori e dei
ceti medi provocato dalla riforma del lavoro e dalle regole sempre più
opprimenti delle lobby di Bruxelles, la fine di una prospettiva di vita
sicura, l’attacco alla sanità e alla scuola, alle pensioni e a tutte le
forme di welfare a beneficio dei grandi capitali finanziari stanno
trasformando la vita quotidiana di tutti noi in un inferno.
Per questo la nostra partecipazione alle
celebrazioni del 25 Aprile non è un vuoto rito commemorativo ma una dichiarazione
di impegno per contrastare fino in fondo chi ha trasformato il sogno
europeista di Altiero Spinelli in un feroce strumento degli strozzini al soldo
dei grandi gruppi finanziari e delle multinazionali.
L’attualizzazione della militanza antifascista oggi significa stare attivamente dalla parte della grandissima parte della popolazione, espropriata cinicamente dei diritti, del benessere e del futuro per sé e per i propri figli;
significa sbarrare la strada a chi vuole stravolgere con
colpi di mano tutt’altro che democratici le regole della nostra democrazia.
E SIGNIFICA ANCHE CHE LA COSTITUZIONE NON PREVEDE CHE L'ITALIA POSSA ESSERE GOVERNATA E GESTITA DA COMPAGNIE FINANZIARIE E BANCHE STRANIERE, COME INVECE PREVEDE IL MES.
Abbiamo già lottato molte volte contro il dominio degli stranieri, in qualunque forma esso si sia presentato e contro chi vuole fare a pezzi la nostra patria. l'Italia non è in vendita e non esiteremo nemmeno questa volta a fare ciò che non hanno fatto i greci.
E SIGNIFICA ANCHE CHE LA COSTITUZIONE NON PREVEDE CHE L'ITALIA POSSA ESSERE GOVERNATA E GESTITA DA COMPAGNIE FINANZIARIE E BANCHE STRANIERE, COME INVECE PREVEDE IL MES.
Abbiamo già lottato molte volte contro il dominio degli stranieri, in qualunque forma esso si sia presentato e contro chi vuole fare a pezzi la nostra patria. l'Italia non è in vendita e non esiteremo nemmeno questa volta a fare ciò che non hanno fatto i greci.
Nessun commento:
Posta un commento