Due giorni fa si è spento
nell'ospedale di Vicenza il dott. Alberto Guidetti, ginecologo vicentino. Lo ha
annunciato ieri l'Ordine dei Medici, annoverandolo tra le vittime della
pandemia di Corona virus. Guidetti era
molto conosciuto per aver fatto parte del team di ginecologi guidato dal dott.
Franco Dal Maso che, negli anni, fece nascere ad Arzignano migliaia di bambini,
contribuendo a far diventare l'ospedale della città del grifo uno dei più
prestigiosi punti nascite del Veneto.
Guidetti,
famoso non solo per la sua professionalità ma anche per la sua simpatia fu poi
anche primario di ostetricia e ginecologia nell'ospedale di Valdagno. in queste
ore è forte la commozione in tutte le donne e mamme che nei suoi quarant'anni e
più di professione aveva seguito.
Mio cugino Alberto Guidetti
era un uomo di fede laica, bravissimo professionista e carico di simpatia e
umanità. Quando fu approvata la legge sulla interruzione della gravidanza, solo
lui e il primario Franco Dal Maso, rimasero al loro posto perché le donne di
Arzignano non dovessero ricorre ancora alle mammane clandestine. Tutti gli
altri colleghi del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di
Arzignano si dichiararono obiettori di coscienza. Ricordo la sofferenza con cui
mi raccontava questa esperienza dolorosa e la difficoltà derivante dalla obiezione
di coscienza anche da parte degli anestesisti. Ricordo anche un intervento
molto duro con cui, in una seduta burrascosa del Consiglio Comunale, denunciai
questo fatto. Anche grazie al mio intervento, quindici giorni dopo, arrivò all'ospedale
un nuovo anestesista non obiettore.
Era quello
il periodo in cui il reparto di Arzignano superava per numero di parti quello
di Vicenza. Una vera eccellenza di cui la città andava fiera.
Purtroppo,
adesso, l'ospedale arzignanese, i politici, non vedono l'ora di chiuderlo.
Magari per svenderlo a qualche milionario per farne una clinica privata.
In questi giorni la nostra
famiglia ha subìto questo lutto tristissimo senza nemmeno potere essere vicino
ad Alberto, morto in solitudine nell'ospedale di Vicenza. Nemmeno le esequie
sono state possibili.
Resterà in noi la sua presenza gioiosa e
allegra, il suo coraggio, nel non volere mai cedere davanti all'ostruzionismo
dei capi, rimasto al suo posto grazie alla forza della sua incontestabile
professionalità ed esperienza, in un tempo in cui non sono questi i criteri con
cui si scelgono i primari ospedalieri.
Alberto, sei profondamente radicato nei nostri cuori e in
quello della moltitudine di donne che hai aiutato e di bambini che sono nati
tra le tue mani.
Titta
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