I RISULTATI DELLA RICERCA
SCIENTIFICA DELL'UNIVERSITA' DI PADOVA
la recente pubblicazione degli effetti
deleteri dei PFAS sulla gravidanza e sullo sviluppo sessuale di feti da parte
dell'equipe del prof Foresta dell'Università di Padova mette a nudo l'assoluta assenza
di prevenzione che la Regione Veneto avrebbe dovuto applicare per le giovani
coppie e per le gravide mentre tutt'ora mancano protocolli in merito.
Si tratta di una inadempienza gravissima,
e non certo l'ultima, da parte di chi avrebbe dovuto da tempo prendersi cura
dei nascituri, ben sapendo quali nefasti effetti abbiano queste sostanze sulla
gravidanza.
È del 17 novembre del 2016 la
circolare interna del direttore generale Area Sanità e Sociale dott. Domenico Mantoan
che informa gli assessori alla Sanità Luca Coletto, Ambiente Giampaolo Bottacin,
Caccia e Pesca Giuseppe Pan e il presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati
delle patologie correlate alla contaminazione da PFAS.
Il documento elenca la poli-abortività,
la pre-eclampsia, bambini nati fortemente sottopeso, bambini malformati, bambini
nati morti, per citarne alcune.
Da quella data abbiamo atteso
inutilmente che fossero prese immediate misure di prevenzione per la natalità.
Nessuno degli attori in questione, né il dott.
Mantoan, né i destinatari della circolare hanno preso la benché minima misura
di prevenzione per tutelare gravide e nascituri.
Invano
da queste pagine abbiamo continuato a chiedere che a tutte le donne gravide del
Veneto fosse applicato un protocollo che prevedesse un esame del sangue per
accertarne il grado di contaminazione, invano abbiamo chiesto che alle giovani
coppie che intendono avere un figlio si facesse un esame per prevenire
gravidanze infauste.
l'impossibilità,
da parte delle donne, di prendere le necessarie precauzioni ha determinato
l'aumento delle suddette patologie nelle aree fortemente contaminate, ma non
sappiamo quali fossero le condizioni delle madri che hanno avuto le stesse
patologie in diverse aree del Veneto poiché nessuno si è peritato di
controllarne il grado di contaminazione da PFAS.
L'Istituto
Superiore di Sanità, nel suo ultimo report sul monitoraggio degli alimenti
prodotti nella "Zona Rossa", ha evidenziato la presenza di prodotti
altamente inquinati (Latte, uova, carne bovina, verdure) in alcune aziende.
Gli
allevatori e gli agricoltori che mangiavano i cibi da loro prodotti
presentavano contaminazione da PFAS molto più elevata del resto della popolazione
della stessa zona di residenza. La contaminazione dei cibi è dovuta al fatto
che queste aziende traggono l'acqua da pozzi inquinati.
L'Istituto
Superiore di Sanità ha attribuito l'aumentata contaminazione all'assunzione dei
cibi, oltre che all'assunzione dell'acqua dei pozzi.
Tale fenomeno è confermato dall'EFSA
(Ente Europeo per le Sicurezza Alimentare)
Come fa una donna in gravidanza a
sapere se il suo sangue è pieno di PFAS o no se non può effettuare gli esami
nemmeno a pagamento?
Come fanno due giovani sposi a
sapere se possono procreare un bambino senza rischi se non possono fare gli
esami del sangue nemmeno a pagamento?
Come fa una mamma a dare un ovetto
al suo bambino di quattro anni senza correre il rischio di avvelenarlo con dosi
altissime di PFAS?
QUESTO è LO STATO DI GRANDISSIMA
INCERTEZZA IN CUI SONO STATI LASCIATI TUTTI I CITTADINI DEL VENETO.
Zaia e i suoi continuano a nascondere
la polvere sotto il tappeto.
Tutti abbiamo il diritto di potere effettuare
gli esami del sangue per conoscere la nostra situazione, ma i laboratori sono
stati monopolizzati dalla Regione e nessuno può accedervi, tranne coloro inclusi
nel piano di monitoraggio.
Ma questo non basta. La Miteni ha
dichiarato di avere sostituito, dal 2005, la produzione di PFOA e PFOS con
perfluorati di nuova generazione: il Gen X e il C6O4. Tali sostanze non
rientrano in quelle cercate dall'ARPAV nei nostri acquedotti.
VI SIETE CHIESTI IL MOTIVO DI CIÒ?
Oltre al PFOA, ben presente nell'acquedotto
di molti comuni, compreso quello di Arzignano, quali altri veleni, non cercati,
e perciò non trovati, ci fanno bere i nostri governanti?
Anziché ritirare dal commercio i
prodotti inquinati la Regione apre un ulteriore studio (durata 2 anni: intanto …)
si fa così anche con le cavie.
Invano da queste pagine abbiamo continuato a chiedere che a tutte le donne gravide del Veneto fosse applicato un protocollo che prevedesse un esame del sangue per accertarne il grado di contaminazione, invano abbiamo chiesto che alle giovani coppie che intendono avere un figlio si facesse un esame per prevenire gravidanze infauste.
L'Istituto Superiore di Sanità, nel suo ultimo report sul monitoraggio degli alimenti prodotti nella "Zona Rossa", ha evidenziato la presenza di prodotti altamente inquinati (Latte, uova, carne bovina, verdure) in alcune aziende.
Gli allevatori e gli agricoltori che mangiavano i cibi da loro prodotti presentavano contaminazione da PFAS molto più elevata del resto della popolazione della stessa zona di residenza. La contaminazione dei cibi è dovuta al fatto che queste aziende traggono l'acqua da pozzi inquinati.
Come fanno due giovani sposi a sapere se possono procreare un bambino senza rischi se non possono fare gli esami del sangue nemmeno a pagamento?
QUESTO è LO STATO DI GRANDISSIMA INCERTEZZA IN CUI SONO STATI LASCIATI TUTTI I CITTADINI DEL VENETO.
Oltre al PFOA, ben presente nell'acquedotto di molti comuni, compreso quello di Arzignano, quali altri veleni, non cercati, e perciò non trovati, ci fanno bere i nostri governanti?
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