POLEMICHE INCROCIATE
«I Pfas, secondo quanto verificato dall’Arpav, arrivano nelle falde a causa
del percolamento delle acque superficiali e dal sito inquinato in cui c’è
Miteni», afferma Boscagin. Finiscono anche nei depuratori del Vicentino, i cui
reflui vanno nel «tubo» che li porta fino a Cologna Veneta, dove li scarica nel
Fratta-Gorzone. Proprio per quanto riguarda il collettore, la Regione aveva
recentemente concesso un’autorizzazione allo scarico che prevedeva un percorso
di riduzione degli inquinanti da concludere nel 2020. La settimana scorsa,
però, il ministero ha imposto che da subito il limite massimo degli inquinanti
sia quello vigente per le acque potabili. «È una follia», commenta Antonio
Mondardo, presidente del consorzio Arica, che gestisce il sistema
depuratori-collettore. Secondo Mondardo, leghista di Cologna e poi trasferitosi
nel Vicentino, l’attuazione di questi limiti «non è attuabile se non chiudendo
decine, se non centinaia, di aziende».
Questo è il testo pubblicato,
dall’Arena a firma Luca Fiorin, da noi citato nel precedente post "Pericolo di chiusura di decine o centinaia di concerie a detta di Mondardo". In esso si
riporta la richiesta del Ministero dell’Ambiente di adottare da subito il
limite massimo relativamente agli scarichi del dotto A.Ri.C.A.
Ci siamo accorti, ad
una più attenta lettura, che il testo pubblicato, riemerso dal mare magnum di
internet, era datato 28 luglio 2016. Una svista da parte nostra che pone le
dichiarazioni del presidente pro tempore del consorzio A.Ri.C.A. fuori contesto
e che si prestano pertanto ad altre interpretazioni. Giuste dunque le sue
lagnanze nei nostri confronti. Ce ne scusiamo con il signor Mondardo, come da
lui richiesto, e ritiriamo il post nel quale lo stesso era stato menzionato.
Detto ciò, abbiamo cercato,
senza esito, nel sito del consorzio A.Ri.C.A. i report semestrali
previsti dal cronoprogramma.
Riteniamo che il
consorzio abbia puntualmente adottato tutti i provvedimenti previsti dal
cronoprogramma e attendiamo la conferma di ciò dalla pubblicazione dei suddetti
report semestrali per scusarci, ancora una volta, di avere dubitato della puntualissima
adesione del consorzio ai dettati del decreto regionale e del Tribunale delle
acque.
Abbiamo anche cercato, a Canove e nell’area
del depuratore di Arzignano, i filtri che avrebbero dovuto essere
installati sui pozzi di approvvigionamento idrico autonomo aziendali entro la
scadenza del settembre 2017 come recita testualmente l’articolo 3 del
cronoprogramma che riportiamo.
“(3) Installazione sui pozzi di approvvigionamento idrico
autonomo aziendali di sistemi di abbattimento con filtri a carboni attivi,
in modo tale da consentire un bilancio ambientale positivo caratterizzato dalla
depurazione dell’acqua di falda e dall’impedire al contempo il potenziale
trasferimento dell’impatto al collettore Arica e conseguentemente ai corsi
d’acqua superficiali (scadenza settembre2017).”
Probabilmente
abbiamo cercato male e i grandi filtri sono sfuggiti alla nostra attenzione.
Tuttavia non abbiamo dubbi che essi esistano e che l’acqua che arriva alle
aziende del distretto sia limpida ed esente da PFAS. Anche di questo sospetto
chiediamo scusa al sig. Mondardo, augurandoci maggiore fortuna quando andremo a
cercare i filtri una seconda volta.
Giovanni
Fazio
Viene scritto che avete "cercato, a Canove e nell’area del depuratore di Arzignano, i filtri che avrebbero dovuto essere installati sui pozzi di approvvigionamento idrico autonomo aziendali entro la scadenza del settembre 2017" e che - tali filtri - non li avete trovati. Dite anche che andrete ad effettuare una seconda verifica, sperando di essere più fortunati (sperando cioè di trovare, in tale occasione, i filtri).
RispondiEliminaMa perchè siete andati a cercare tali filtri a Canove o presso l'area del depuratore di Arzignano?
Credo sia il caso di farvi notare che sarà un po' difficile che possiate mai trovare questi filtri andandoli a cercare nuovamente a Canove o nell'area del depuratore di Arzignano -
Non vi sembra logico che gli eventuali filtri - qualora installati - non possano trovarsi che presso i singoli pozzi di approvvigionamento idrico autonomo delle singole aziende (che tali pozzi posseggono)?