AVVENIRISTICA INIZIATIVA
AVVIATA IN VENETO
Apprendiamo da un
comunicato, sul quale campeggia una accattivante foto dell’assessora Elena
Donazzan, la recente istituzione da parte della Regione di un nuovo corso
formativo per gli insegnanti veneti (delusi dalla mancata realizzazione dell’autonomia
regionale)
“Prof a scuola di impresa
e aziende alla scoperta del sistema educativo regionale: l’incrocio
formativo tra scuola e aziende è l’obiettivo dell’iniziativa sperimentale
avviata in Veneto da Regione e Ufficio Scolastico regionale, nell’ambito del
protocollo di intesa sull’alternanza scuola-lavoro siglato con le parti
datoriali e sindacali”.
(I sindacati,
infatti, anche questa volta, non potevano deludere le aspettative del mondo
della scuola).
Finalmente gli insegnanti
delle scuole Arzignanesi potranno andare ad imparare dai conciari come si
preserva il territorio dall’inquinamento.
Sarà molto istruttivo, un vero
spasso, per i bravi professori, aggirarsi tra bottali e sacchi di perfluorati,
scoprendo come vengano scaricate legalmente e quindi impunemente, tonnellate di
solfati, cloruri, cromo e altre fetenzie nel fiume Fratta Gorzone per la gioia
delle centinaia di migliaia di cittadini che vivono a valle del nostro favoloso
depuratore consorziale.
Una vera occasione da non
perdere.
Sottolinea il comunicato
della bella assessora
“L’iniziativa, battezzata “Si-Fa, la Scuola innovativa, si fa
spazio in Azienda” … e punta a potenziare e sviluppare forme sempre più
qualificate di alternanza scuola-lavoro. … Sono
certa che questo nuovo strumento di alternanza, che rinforza il modello
veneto dell’educazione, potrà diventare il modo per superare le reciproche
diffidenze e portare quella giusta contaminazione tra esperienze e storie
diverse, quella della scuola e quella dell’impresa”.
Gli
insegnanti in verità erano in trepidante attesa di questa contaminazione e di
conoscere dal di dentro “storie diverse”.
Per esempio, come si costruisce in venti anni,
senza mai venirne a capo, una superstrada pedemontana (a spese dei cittadini
veneti) per assicurare lauti incassi al costruttore.
Ci sono in queste mirabili imprese dei know how
che sfuggono ai comuni mortali ma finalmente, con la contaminazione, forse
potremo sopperire alla nostra incresciosa ignoranza.
C’è poi da imparare a
Vicenza come si costruisce illegalmente un tribunale in un terreno alluvionale.
Sono
cose difficilissime da portare a termine, ma la nostra imprenditoria è più in gamba
di super man e arriva là dove i comuni mortali non oserebbero mai.
Potremmo
elencare tante imprese gloriose che fanno dei nostri imprenditori una classe
speciale capace di trasmettere valori e saperi ai nostri modesti insegnanti;
per
esempio il modo come siano stati capaci di spendere 5 miliardi per il MOSE
senza che nessuno protesti perché non funzionerà mai. Sono abilità innegabili
che i nostri poveri insegnanti non mancheranno di apprezzare.
E che dire del turismo!
Bravissimi
i nostri imprenditori del divertimento a far sfilare le grandi navi davanti a San
Marco e al Palazzo Ducale. Ma nemmeno in America! Altro che Disney Land!
Non
ci dilungheremo sulle magnifiche opportunità che offre il Trevigiano, dove non
solo si irrorano vigne e territori con sostanze chimiche di prim’ordine ma si riesce
a farlo togliendo posti agli ospedali. Una magia che sconvolge anche la mente
del nostro Governatore.
E' infinita la serie di innovazioni e soluzioni impensabili. Per quanto riguarda la finanza, per esempio, è tutto da imparare il metodo con cui far fallire due banche e farla franca; oppure l'assolutamente grandiosa innovazione nel campo dello smaltimento dei rifiuti, utilizzando i sottofondi autostradali per i rifiuti di fonderia.
Insomma è proprio vero, l'imprenditoria veneta non ha più niente da imparare da quella partenopea.
Anche per quanto riguarda l'infiltrazione mafiosa nelle aziende del territorio non siamo rimasti indietro a nessuno.
Tirando le somme,
per gli insegnanti, questa opportunità di apprendere dalla viva voce degli imprenditori è una vera golosità, un'occasione unica che solo il Veneto può dare.
Tornando
a casa qualcuno mediterà sulla lezione di vita impartita, con arguta filosofia, dall’ultimo conciario: “Par far schei no ghe sé bisogno de studiare”
Davanti a tanta atavica saggezza si chiederanno, pensando con tristezza all’ultimo
aumento di stipendio di 20 euro elargito dal governo, che cosa hanno studiato a
fare ma anche che cavolo di lavoro totalmente inutile (per far schei) hanno
intrapreso
Conclude l’assessora:
“Ringrazio
l’Ufficio scolastico regionale che ha subito colto la valenza dell’iniziativa e
ha supportato e valorizzato questa significativa innovazione…A chi si spaventa
per una eccessiva autonomia della scuola e nella scuola, rispondo con il nostro
metodo di lavoro, fatto di obiettivi per il miglioramento della qualità del
sistema educativo e di profonda collaborazione tra i diversi soggetti del
territorio, di cui la scuola è parte integrante”.
Giovanni Fazio
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