La
commissione parlamentare di inchiesta ha documentato nei minimi particolari le
responsabilità di Miteni per quanto concerne la fonte primaria dell’inquinamento
da PFAS di una vastissima area di territorio veneto.
Apprezzo e condivido totalmente
fino in fondo quanto scritto da Alberto Peruffo e aggiungo che la
responsabilità di quanto accaduto e di quanto avviene si estende a chi avrebbe
dovuto e dovrebbe tutelare cittadini e territorio e non lo ha fatto.
Chiedetevi
chi è corso a Roma al ministero dell’ambiente per ottenere livelli di scarico
per i PFAS più permissivi, chiedetevi chi tuttora propone, come misura
risolutiva, l’allungamento di qualche chilometro del dotto ARICA.
Chiedetevi
chi ha tollerato e tollera tuttora la logica della diluizione.
Chiedetevi anche
quante siano le aziende presenti sul territorio che utilizzano i perfluorati e
quali controlli siano stati mai fatti alle emissioni di aerosol in atmosfera e
a quelle dei liquidi a piè di fabbrica.
Chiedetevi perché “stranamente”
Arzignano non sia stata mai inclusa in nessuna delle zone inquinate pur essendo
una delle aree più vicine alla sorgente dell’inquinamento primario e
secondario.
Chiedetevi perché mai il
censimento delle aziende agro alimentari sia stato fatto con tanta superficialità e
incongruenza e perché i prodotti con presenza massiva di PFOS e PFOA non siano
stati tolti dal commercio.
Chiedetevi perché non si parli più degli alimenti e
ci si focalizzi solo sull’acqua. C’è ancora qualcuno che pensa che la quantità
abnorme di PFAS riscontrata nel sangue dei ragazzi sia da attribuire
esclusivamente all’acqua bevuta?
Ci sono interessi macroscopici che gravitano
attorno all’inquinamento MITENI che rimane comunque, senza alcuna attenuante,
la causa prima del disastro ambientale.
Il
silenzio a volte è peggiore della menzogna e oggi è proprio questo assordante
silenzio lo strumento con cui si tenta di nascondere agli occhi e alla
coscienza dei cittadini le responsabilità enormi dei soggetti pubblici che
hanno contribuito e contribuiscono alla diffusione della contaminazione.
È
proprio questo il motivo per cui è così difficile fermare Miteni.
Giovanni
Fazio
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