Cari concittadini arzignanesi, state bevendo acqua
cancerogena senza che nessuno vi avverta.
Qualcuno vi ha detto che si tratta di acqua
oligominerale, ma non è così.
La IARC (Istituto internazionale per la
ricerca sul cancro) ha classificato il PFOA
come possibile cancerogeno per l’uomo (gruppo 2b, cancro del testicolo e del
rene).
Il PFOS è un interferente endocrino e inserito nella Convenzione di Stoccolma sugli
inquinanti organici persistenti (POP).
Nel giugno 2017 PFOA e PFOS sono stati inseriti
nella lista REACH (Regolamento europeo concernente la registrazione,
valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche) delle
sostanze pericolose sottoposte a restrizioni.
Gli
studi a oggi disponibili legano l’esposizione a composti perfluoroalchilici
(che può avvenire attraverso acqua, cibo, polveri domestiche) a diverse
patologie: ipercolesterolemia, colite
ulcerosa, malattie tiroidee, cancro del testicolo, della prostata, del rene,
linfoma non-Hodgkin, ipertensione in gravidanza, diabete.
Si è notata inoltre un’associazione con patologie cardiovascolari, come arteriosclerosi, ischemie cerebrali e cardiache.
Questi composti si legano alle proteine
plasmatiche, e si accumulano soprattutto nel fegato e nel rene. In virtù della
grande stabilità chimica, la loro
emivita nell’organismo umano è di 3,5 anni.
Nel novembre 2016 l’EPA ( Ente per la protezione dell’ambiente)
ha diramato un health advisory
in cui stabilisce in 0,07 parti
per miliardo (ovvero 0,07 ng/l) la
massima concentrazione di PFOA nelle acque.
NELL’ACQUA POTABILE
DI ARZIGNANO il PFOA E’ PRESENTE CON UNA CONCENTRAZIONE DI 46 ng/l
Giovanni Fazio
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