Mamme, genitori, cittadini attivi, gruppi,
comitati, associazioni, movimenti riuniti in assemblea a Montecchio Maggiore il
23 marzo 2017 organizzano per DOMENICA
14 MAGGIO una grande mobilitazione regionale a difesa dell’acqua e dei beni
comuni.
Cosa chiediamo?
1. che sia garantito un approvvigionamento dell’acqua potabile e irrigua da fonti
sicure; (da subito, per prima cosa, acqua non inquinata agli asili nido, alle mense
scolastiche, alle donne in gravidanza).
2. che il limite dei PFAS siano portati ZERO; (attualmente
il limite di tolleranza nell’acqua potabile è stato fissato a 2030 nanogrammi
litro)
3. che sia dato libero accesso gratuito alle analisi del sangue a tutti i cittadini
nell’area contaminata;
4. che sia messo in atto il sequestro e la bonifica della MITENI, accompagnate da un serio
piano di tutela per i suoi lavoratori;
5. che la MITENI sia costretta a pagare gli ingenti costi passati, presenti e futuri dei filtri a carboni attivi, la bonifica dell’area contaminata e le spese sanitarie di ogni ordine e grado.
(Ma anche dei danni derivanti a tutto il
comparto agroalimentare dall’inquinamento da PFAS delle falde acquifere del
Veneto.)
MARCIA DEI PFIORI, ACQUA E BENI COMUNI 2017
Ma,
nel frattempo, sempre più pressante si fa sentire il bisogno di sicurezza dei
cittadini che vogliono sapere se, oltre all’acqua, anche i cibi siano inquinati.
Si
fa sentire anche l’inquietudine di agricoltori e allevatori, abbandonati da
anni a se stessi, che temono il disastro economico per l’inquinamento dei loro
prodotti agro alimentari.
Pressata
da ogni parte la Giunta Zaia ha varato un provvedimento del costo di 40.000
euro ( pagati da noi) per analizzare tutti i pozzi della “zona rossa”
Zaia e Pan |
Potremo così completare
la mappatura di tutte le fonti idriche potenzialmente nocive per la salute
dell'uomo e la salubrità della catena alimentare».
Così
riporta il Giornale di Vicenza del 22 Aprile in un articolo di Giorgio Zordan.
Una iniziativa giusta
ma tardiva e incompleta.
La
giunta Zaia, anziché minimizzare e diffondere notizie tranquillizzanti,
assolutamente infondate, avrebbe dovuto effettuare il controllo di tutti i
pozzi già tre anni fa.
Lo
fa adesso perché, dopo l’esplosione mediatica del disastro ambientale causato
dalla Miteni nel Veneto, non può più farne a meno.
Tuttavia ci sono 2
punti deboli nell’iniziativa della Giunta:
1) L’analisi dei pozzi
sarà effettuata solo su base volontaria
(il ché
significa che chi teme le conseguenze economiche che potrebbero ricadere sulla
propria azienda può tranquillamente evitare di far controllare l’acqua del proprio
pozzo.)
2) Al rilevamento dell’inquinamento dei pozzi dovrebbe seguire un controllo meticoloso della contaminazione di piante e animali. Ma di ciò non c’è traccia nella delibera di Giunta.
Sappiamo
che parecchi prodotti agroalimentari sono stati trovati
abbondantemente contaminati da PFAS ma i reperti sono spariti e nessuno sa che fine fanno uova, verdure, tacchini, polli e altro.
abbondantemente contaminati da PFAS ma i reperti sono spariti e nessuno sa che fine fanno uova, verdure, tacchini, polli e altro.
Le
grandi catene alimentari sono visibilmente preoccupate ma anche i singoli
produttori.
Il danno economico, oltre quello sulla salute
umana, potrebbe essere ingentissimo e determinare una crisi di tutto il
settore.
Il
problema è stato ignorato per troppo tempo e ora la Giunta Regionale si trova
invischiata in una rete di complicazioni che derivano dall’avere volutamente
sottovalutato la gravità dell’inquinamento.
L’altro aspetto gravissimo è quello per cui le spese delle analisi e del filtraggio
dell’acqua degli acquedotti vengono addossate ai cittadini.
La Miteni
continua bellamente a sversare i suoi rifiuti e nessuno le chiede i danni.
Du Pont sul fiume Ohio |
Da noi invece nessuno chiede i danni che sono già arrivati nelle bollette
dell’acqua e della depurazione.
Anzi il
sindaco di Arzignano, in coppia con quello di Montecchio, invita i cittadini a
bere tranquillamente l’acqua dell’acquedotto;
“L’acqua del sindaco” verrebbe da dire
parafrasando una infelice trovata pubblicitaria di qualche tempo fa.
IL FILMATO IN CUI I DUE SINDACI CI INVITANO A BERE L'ACQUA AL PFAS
IL FILMATO IN CUI I DUE SINDACI CI INVITANO A BERE L'ACQUA AL PFAS
Nella ULSS 5 il numero di ictus cerebrali si discosta dalla media regionale in maniera eclatante |
Noi quell’acqua cerchiamo di evitarla in tutti
i modi perché i limiti di sicurezza italiani fissati dall’ISS non rispondono al
PRINCIPIO DI PRECAUZIONE previsto
dall’UE.
In
Germania il massimo di PFAS tollerato negli acquedotti è di 100
nanogrammi/litro, in Italia è di 2030 nanogrammi/litro.
Ma per noi nell’acqua potabile non devono
esserci né 100 né 2030 nanogrammi di PFAS perché queste sostanze si accumulano negli organismi viventi, compreso il
nostro e impiegano dai 14 ai 20 anni per
essere eliminate del tutto.
Le indagini epidemiologiche effettuate in America e anche da noi rilevano un aumento considerevole di rischio per tumori al rene, ai testicoli, al fegato aumento del colesterolo, degli infarti, degli ictus , delle malattie degenerative come l’Alzheimer, malattie della tiroide, diminuzione della fertilità, danni ai nascituri, aborti ecc.
Che le indagini epidemiologiche abbiano rilevato questo aumento di rischio nelle zone inquinate da PFAS rispetto a quelle non inquinate il sindaco Giorgio Gentilin lo sa perché è un medico; e allora, perché ci invita a bere l’acqua del rubinetto?
I cittadini si sentono presi in giro da chi
dovrebbe dare informazioni precise e intraprendere iniziative efficaci e
tempestive.
PER QUESTI
MOTIVI,
Mamme, genitori, cittadini
attivi, gruppi, comitati, associazioni, movimenti riuniti in assemblea a
Montecchio Maggiore il 23 marzo 2017 organizzano per DOMENICA 14 MAGGIO una
grande mobilitazione regionale a difesa dell’acqua e dei beni comuni.
Giovanni Fazio
Giovanni Fazio
Nessun commento:
Posta un commento