La salute nella terra delle Pfas ! Tentarono di
fermarci, circolari burocratiche che invocavano la neutralità della scienza e
la competenza delle istituzioni. Ma il
sistema è poroso. C’è sempre un insegnante con gli occhi aperti, una mamma che
apre le porte del Consiglio, una dirigente osteggiata che trova nuovi
stratagemmi per fare entrare la nostra equipe di medici, geologi, biologi,
esperti ex ARPAV e genitori attivi. Si frantuma la diga di complicità che
nasconde una realtà urlante ai ragazzi. “Non dite ai bambini che Babbo Natale
non esiste!” ma oggi Babbo Natale entra furtivamente nelle case portando doni
avvelenati. Chi ha aperto le porte? Chi ha permesso all’acqua corrotta di
scorrere attraverso i rubinetti nei bicchieri dei bambini? Novantamila
tonnellate al giorno di reflui conciari affluiscono, attraverso un tubo di trenta chilometri,
nelle acque di un piccolo fiume che irrora la pianura. Non c’è altra risorsa
ché i diecimila pozzi degli agricoltori furono avvelenati da Miteni in
cinquant’anni di incuria. Voltavano la testa dall’altra parte i grandi uomini
delle istituzioni. Scaricare si doveva e produrre sempre più. Annacquavano i
veleni succhiando acqua all’Adige. Ma il grande fiume si è prosciugato, ché la
ingordigia di una generazione cieca ha disseccato il suo letto, ha cancellato
le nevi e i ghiacciai, ha avvelenato l’aria con il gas dei motori e delle
ciminiere. La grande sete è alle porte ma, non ditelo ai ragazzi. Piove sabbia.
Il Ghibli la sospinge, là in alto. Viene
da Sirte, dai deserti infuocati da cui scappano
i “ clandestini” della terra. Porta un messaggio: la siccità non è
retaggio di popoli lontani dal nostro cuore e dal nostro sentire; sta arrivando
rapidamente anche qui”. L’insensatezza e l’irresponsabilità, l’ipocrisia di chi
gestisce la festa, sono ancora più micidiali delle PFAS.
Si festeggia sulla tolda del Titanic. Si levano
i calici di prosecco. Si liberano bollicine inebrianti, profumo di palmenti e
di autunni nebbiosi. Scorrono le Pfas silenziose, si irradiano verso i gangli
vitali del cervello. Il portafogli è
pieno.
Giovanni Fazio