Gravidanza e miscele chimiche: secondo un nuovo studio i rischi sono alti e provocano alterazioni dello sviluppo sul nascituro
Riportiamo dalla rivista Green Me un importante articolo che riguarda da vicino le nostre donne e i nostri bambini.
FRANCESCA CAPOZZI
18 FEBBRAIO 2022
PFAS, pesticidi o comunque in generale i composti
chimiche fanno parte ormai della nostra quotidianità ed oltre ad essere
terribilmente nocivi per l’ambiente, sono altamente pericolosi per la salute
umana ed il rischio dell’esposizione del nostro organismo a queste sostanze è
ancora più alto quando si parla di neomamme, come già dimostrato da molte
ricerche. Un recente studio svedese ha però scoperto che tale esposizione altera il sistema endocrino ed ha delle
ripercussioni sullo sviluppo del cervello del feto e sull’acquisizione del
linguaggio.
Alla ricerca, chiamata SELMA e pubblicata sulla
rivista scientifica ScienceDaily, hanno partecipato 2.000 neomamme,
dimostrando che quasi il 54% di queste donne in
gravidanza sarebbe a rischio di sviluppare disturbi endocrini provocati
dall’esposizione a sostanze chimiche con cui il corpo viene a contatto tramite
l’aria, l’acqua e non per ultimo il cibo. Parliamo di componenti chimici presenti anche in prodotti di uso comune come
detergenti, vernici, confezioni di plastica, flaconi.
Anche i neonati delle 2.000 mamme sono stati seguiti
fino al 30° mese di vita, riscontrando non poche alterazioni.
Gli esperti hanno fatto riferimento alle informazioni
raccolte dal progetto quinquennale EDC-MixRisk della Commissione europea dove 12 università straniere hanno osservato e valutato i rischi degli effetti degli interferenti endocrini sui bambini, sostanze chimiche che “possono alterare il normale equilibrio ormonale accendendo, spegnendo oppure modificando i segnali inviati dagli ormoni, causando effetti avversi in un organismo, nella sua discendenza o in un sotto gruppo di popolazione”, come spiegato dall’Istituto superiore di sanità.Sulla base di questi dati i ricercatori del SELMA
hanno poi diviso lo studio in 3 fasi seguendo metodi sperimentali e
computazionali. Nella prima hanno analizzato i campioni di urine e di sangue
delle donne in gravidanza esposte a concentrazioni di bisfenoli, ftalati e PFAS
ed hanno notato nei loro piccoli un ritardo nello sviluppo
della facoltà del linguaggio. La seconda fase ha avuto luogo in
laboratorio dove gli esperti hanno studiato la regolazione neuroendocrina,
osservando le alterazioni ed i geni responsabili di disabilità intellettiva e autismo per poi fornire
una valutazione finale dei rischi.
Le alterazioni degli ormoni tiroidei sono stati
monitorati con particolare attenzione, essendo fondamentali per la crescita e
lo sviluppo del cervello. Così come le loro mamme, anche il 54% dei bimbi dello
studio SELMA sarebbe perciò vulnerabile e a rischio.
Fonte: ScienceDaily
NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE SEGNALIAMO I DANNI CEREBRALI
PRODOTTI DURANTE LA GRAVIDANZA DA PFAS, PESTICIDI E INTERFERENTI ENDOCRINI,
La Regione
Veneto però nega tale accertamento rendendo impossibile ogni forma di
PREVENZIONE.
Giovanni Fazio
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