LA REGIONE LOMBARDIA
CON 16.806 MORTI,
1681 PER MILIONE DI ABITANTI,
È IN TESTA ALLA
CLASSIFICA MONDIALE.
Dai media, però, non viene dato nessun rilievo a queste cifre straordinarie.
Quando i valori forniti per Covid
sono dati “per popolazione” invece che “assoluti” come fanno
quasi sempre in TV per esempio, e sono per “decessi” invece di solo
“casi”, emerge un quadro preoccupante ma cristallino.
Questo riguarda specialmente la
Lombardia, che risulta avere di gran lunga, il tristissimo primato nel mondo
per decessi Covid.
Un dato di non poco conto che in un
paese ben informato e sensibile dovrebbe avere conseguenze politiche notevoli.
Specialmente
quando si scopre che il governatore di quella regione era affaccendato in varie
manovre finanziarie collegate con l’evasione fiscale di un patrimonio di € 5
milioni nei paradisi fiscali. Scoperta, a proposito, che in un paese civile
e normale, avrebbe decretato l’immediata e spontanea dimissione dell’interessato.
Sergio Savioli
TRASPORTI, QUI SI
VIAGGIA A PIENO CARICO.
Guardando bene la tabella si scopre
che anche la Regione Veneto è ben piazzata: 423 morti ogni milione di
abitanti per un totale di 2.074 deceduti.
Zaia ha ben poco di cui vantarsi.
Tuttavia, come fa sempre nei suoi
frequentissimi spot giornalistici e televisivi, questa mattina, (4 agosto), Zaia
ha tranquillizzato i veneti in tema di trasporto pubblico:
«In attesa che a
Roma smettano di litigare, noi confermiamo la nostra ordinanza che permette la
capienza in base all'omologazione …
(l’omologazione dei vagoni
ferroviari non è stata data tenendo conto della pandemia bensì in tempi normali.
N.d.R.)
… Non è un atto di
irresponsabilità: se si tratta di svuotare del 40% i bus e del 50% i treni,
si dica ai cittadini che non ci sono alternative per il trasporto pubblico.
E
il problema che ho io ce l'hanno tutti i colleghi delle Regioni. Non solo. Con
il governo è stato firmato un accordo con le parti sociali contenuto nel Dpcm
del 13 aprile, in cui si dice che chi sta nel comparto produttivo a distanza
inferiore di un metro indossa la mascherina, chi sta a distanza maggiore di un
metro non usa la mascherina; non si capisce perché gli stessi lavoratori che
stanno vicini con la mascherina al lavoro, non possano stare vicini con la mascherina
anche sui mezzi di trasporto».
Zaia non lo capisce o finge di non
capirlo forse perché lui i treni dei pendolari non li prende mai.
I trasporti pubblici, molto carenti
nel Veneto, non sono una piaga di oggi: sono chiaramente insufficienti da
sempre e causa di gravi disagi per coloro che si recano al lavoro.
In dieci anni di governo Zaia non si
è mai sognato di produrre un piano logistico che permettesse ai veneti di
raggiungere i posti di lavoro in maniera dignitosa e in tempi decenti.
La
contropartita della carenza di trasporti pubblici è l’inquinamento delle
città, tra i più alti d’Italia, l’intasamento delle vie e la spasmodica
ricerca di parcheggi, sempre cari e insufficienti.
Dieci
anni di governo in cui i ricchi si
sono arricchiti ancora di più, ma tutti gli altri debbono arrangiarsi come
possono, pagando servizi pessimi e ammalandosi di Covid, visto che oltre ai “carri
bestiame” non ci sono altre alternative: l’ha detto lui!
Giovanni Fazio
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