LA MORTE ANNUNCIATA DELLA SANITA’ PUBBLICA IN VENETO E IN
ITALIA
Una testimonianza esplosiva da
leggere tutta d’un fiato.
“In 28 casi su 100 i
cittadini, avuta notizia di tempi di attesa eccessivi o trovate le liste chiuse,
hanno scelto di effettuare le prestazioni a pagamento (il 22,6% nel
Nord-Ovest, il 20,7% nel Nord-Est, il 31,6%
al Centro e il 33,2% al Sud).
Transitano
nella sanità a pagamento il 36,7% dei tentativi falliti di prenotare visite specialistiche
(il 39,2% al Centro e il 42,4% al Sud) e il 24,8% dei tentativi di
prenotazione di accertamenti
diagnostici (il 30,7% al Centro e
il 29,2% al Sud) .
I Lea, a cui si
ha diritto sulla carta, in realtà sono in gran parte negati a causa delle
difficoltà di accesso alla sanità pubblica. È quanto emerge dal IX Rapporto
Rbm-Censis presentato oggi al «Welfare Day 2019.
Lunghe o bloccate:
invalicabili le liste d’attesa.
In media, 128 giorni d’attesa per una visita
endocrinologica, 114 giorni per una diabetologica, 65 giorni per una oncologica,
58 giorni per una neurologica,
57 giorni per una gastroenterologica, 56 giorni per una visita oculistica.
Tra gli accertamenti
diagnostici, in media 97 giorni d’attesa per effettuare una mammografia, 75
giorni per una colonscopia, 71 giorni per una densitometria ossea, 49 giorni
per una gastroscopia.
E nell’ultimo anno il
35,8% degli italiani non è riuscito a prenotare, almeno una volta, una
prestazione nel sistema pubblico perché ha trovato le liste d’attesa chiuse.
Questa la insormontabile barriera all’accesso al sistema
pubblico, che costringe a rivolgersi al privato anche per effettuare
prestazioni necessarie prescritte dai medici.
Moltissimi dati sul modo in cui si
sta trasformando la sanità in un mostruoso e redditizio business, NEGANDO
IL DIRITTO ALLA SALUTE a tutti i cittadini.
Questo
e molto altro troverete nel mio viaggio nel girone dantesco della sanità veneta
e nazionale.
Troverete le testimonianze dei
medici che muoiono di Covid 19 perché mandati allo sbaraglio senza protezione
adeguata e leggerete una lunga e drammatica narrazione
che contraddice la propaganda politica che, abilmente, Zaia e i suoi hanno
messo in campo, sfruttando la pandemia.
La realtà è ben diversa da quella che viene raccontata dai media e nel mio
articolo, pubblicato su
troverete numeri
e testimonianze che stracciano il velo di omertà di quanto avviene nel Veneto
tanto decantato.
Giovanni Fazio
Dedico questo articolo a tutte le persone decedute per incuria ed errori gravissimi da parte delle istituzioni che avrebbero dovuto prendersi cura di loro, a tutti i cittadini che non sono più in grado di avere una sanità pubblica e gratuita, a coloro che si aggravano e muoiono per liste d’attesa lunghissime e inadeguate, ai colleghi medici che hanno affrontato e affrontano la pandemia con sacrificio e abnegazione, agli infermieri e al personale degli ospedali, del territorio e delle case di riposo, a tutti coloro che non possono curare se stessi e i propri cari perché il lavoro loro e di milioni di cittadini è stato precarizzato rendendo incerto il futuro di un intero popolo.
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