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lunedì 28 ottobre 2024

 LETTERA A URSULA VON DER LEYEN

PROGETTO FINALE


Foto di repertorio. Incontro ZERO PFAS  ad Arzignano

Oggetto: Sostegno alla proposta di restrizione dei PFAS a livello UE

 

Gentile Signora Presidente,

Vi scriviamo per sottolineare l’urgente necessità di un forte sostegno alla restrizione dei PFAS –

“sostanze chimiche per sempre” – a livello UE. Le proprietà persistenti e tossiche dei PFAS rappresentano un grave rischio per la salute

l’uomo e l’ambiente, motivo per cui è necessaria una regolamentazione completa di questo gruppo di sostanze è essenziale.

La proposta di restrizione elaborata da cinque Stati europei prevede una soluzione sensata disposizioni transitorie per le applicazioni per le quali non sono ancora disponibili soluzioni alternative, comprese applicazioni nel settore medico e tecnologie per la transizione energetica.

Ciò dimostra che entrambe le proposte sono  ambiziose e praticabili.

Non riusciamo a comprendere la richiesta di alcuni gruppi di interesse di escludere i fluoropolimeri dalla restrizione. I rischi potenzialmente bassi descritti con alcuni fluoropolimeri nella fase di utilizzo non sono un argomento a favore dell'esenzione dei fluoropolimeri dalla regolamentazione in considerazione dei rischi durante la produzione e disposizione.

Per consentire la transizione verso un futuro senza PFAS, è essenziale che la Commissione europea dimostri:

Un chiaro percorso per promuovere lo sviluppo di alternative sicure ai PFAS.

 Allo stesso tempo, è necessaria una discussione sul futuro e sulla trasformazione sostenibile del settore chimico, in cui dovrebbe essere coinvolta anche la società civile.

Ciò contribuirà anche a rendere trasparente e collaborativa l’eliminazione graduale dei PFAS.

Insieme a tutti i gruppi sottoscritti e alle organizzazioni della società civile, vi chiediamo di sostenere un proseguimento non ostacolato della valutazione della proposta di restrizione universale dei PFAS nella sua Firmatari

134

 organizzazioni hanno firmato il manifesto - Se la tua organizzazione desidera sottoscrivere questo manifesto, invia un'e-mail a segno@banpfasmanifesto.org

Firmatari

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 organizzazioni hanno firmato il manifesto - Se la tua organizzazione desidera sottoscrivere questo manifesto, invia un'e-mail a segno@banpfasmanifesto.org

                                                                            

venerdì 4 ottobre 2024

PFAS: PRODUZIONE, COMMERCIALIZZAZIONE E SMALTIMENTI. UNA ETICHETTA CI SALVERA’

 RENDIAMO VISIBILE LE MOLECOLE INVISIBILI



A dieci anni dalla “scoperta" dei PFAS nel Veneto sembra che nessuna iniziativa per la protezione dei lavoratori, che operano in aziende a rischio chimico PFAS, sia stata attuata.  Non ci  risulta, infatti,  che siano mai stati richiesti esami per il monitoraggio o la ricerca dei PFAS nel sangue di chi lavora nelle tante aziende che notoriamente ne fanno uso.

La produzione globale dei PFAS è in continua crescita ma è, al contempo, assai ardua da calcolare poiché produttori e importatori non sono obbligati a dichiarare le quantità lavorate. Le stime sui volumi della produzione globale di PF vanno da 180.000 a 340.000 tonnellate annue[1].


I dati, relativi al nostro paese, ci dicono che la presenza di PFAS nel settore industriale, ma anche in altri, tra i quali fondamentali quello dell’agricoltura e dell’alimentazione, è molto vasta e di difficile esplorazione. Malgrado tale pletora di sostanze perfluorate usate nel nostro paese, nessun riscontro sembra esserci nei  Documenti aziendali della valutazione del rischio (DVR) .

 Ciò significa che nel DVR aziendale nessuno avrebbe incluso il rischio da PFAS.

Se  ciò fosse accertato, ci  troveremmo di fronte ad omissioni gravissime su larga scala. L’obiettivo che ci poniamo, pertanto, è fare emergere il rischio, obbligando così le aziende e le ULSS ad adottare le necessarie misure protettive e di prevenzione.

Del resto è noto il clima di omertà che sovrasta la grande contaminazione.

È per abbattere la totale disinformazione delle persone e dei lavoratori sui rischi che si incontrano a contatto con i PFAS (molecole tossiche e cancerogene) che quest’anno abbiamo dedicato il convegno ecologista di domenica 22 settembre alla informazione e alla presa generale di coscienza di una contaminazione destinata ad aumentare sempre più e a seminare morte e dolore nella popolazione del Veneto.:

PFAS: Produzione, commercializzazione e smaltimenti. Rendiamo visibili le molecole invisibili.” È il titolo della assemblea dei NO PFAS di Arzignano.

Infatti, malgrado incontri, conferenze, manifestazioni, presenze al processo, film ecc. il Movimento NO PFAS, costituito da tantissimi soggetti che, tra l’altro, è stato capace di far chiudere la Miteni e far iniziare un processo nei confronti dei suoi dirigenti e proprietari, trova grandi difficoltà nel portare avanti la proposta del Bando dei PFAS. Ciò accade anche per il fatto che i PFAS sono invisibili, inodori, insapori, niente che, ad occhio nudo, possa denunciare la loro presenza in un frutto o in una camicetta. Negli stati più evoluti degli USA (California e New York) sono state attuate leggi che vietano la presenza di PFAS negli indumenti. Un bel passo avanti che in Europa, per il momento, ci sogniamo. Si stanno prescrivendo limiti di tollerabilità per alcuni alimenti e per l’acqua ma tali limiti sono così compiacenti da non garantire chi mangerà questi cibi da una sicura pericolosa contaminazione.

Assemblea Movimento No PFAS Arzignano Ecofesta 22/09/2024



Stando così le cose, non si vede cosa possa fare la gente per proteggere la propria salute, oltre che arrabattarsi a cercare alimenti prodotti il più lontano possibile dalle zone notoriamente inquinate e bere acqua filtrata.

Ma le zone inquinate non sono soltanto quelle indicate dalla Regione. Un mancato controllo della diffusione delle molecole PFAS ha generato una mappa a macchia di leopardo in cui i cosiddetti punti di pressione sono un po’ dappertutto e la contaminazione dell’acqua potabile, dei fiumi, del mare e delle falde profonde si estende ogni giorno di più.

Dobbiamo prendere atto che siamo di fronte ad un problema gravissimo che riguarda l’intera popolazione nazionale e internazionale, per il quale la politica tarda ad assumere provvedimenti efficaci e risolutivi.

I PFAS non solo sono presenti nella nostra vita quotidiana ma c’è chi propone di bruciarli negli inceneritori di Venezia, Padova e Schio per realizzare profitti, non tenendo conto del danno che fumi e ceneri procureranno a migliaia di cittadini che vivono nelle vicinanze dei siti suddetti. È notorio, infatti, che nessun inceneritore al mondo è in grado di distruggere i PFAS. Altre molecole fluorurate, ancora più piccole, contenenti solo tre atomi di carbonio, (acronimo TFA  Acido trifluoroacetico)  CF3COOH), stanno contaminando le acque di tutta Europa, in parte come molecole degradate dai PFAS).    

            Parlando del Veneto, dove viviamo e operiamo, non possiamo non considerare le  responsabilità enormi della Politica in merito alla prevenzione e al contenimento della contaminazione da PFAS nel territorio.                                                                              La realizzazione di una filiera alimentare certificata “PFAS FREE”, ad esempio, avrebbe dovuto essere una delle prime iniziative da prendere.

La richiesta del bando dei PFAS  in atto, è giusta e sacrosanta. Bisogna bloccare questa follia che distrugge la vita. Tuttavia essa è di difficile realizzazione nell’immediato, visto il potere enorme delle lobby e la complicità dei politici.

La giustificazione che essi adducono al mancato recepimento del Bando PFAS,  è quella secondo cui la mole di prodotti e aziende coinvolte non consentirebbe un bando totale e immediato dei perfluorati (monomeri, polimeri e derivati) senza creare gravi dissesti economici. In realtà sei stati europei, che ne hanno chiesto il bando, hanno dichiarato che i PFAS si possono sostituire, per il 95% dei casi, con prodotti equivalenti meno dannosi. La  propaganda delle lobby è comunque condivisa anche da una parte della popolazione, ovviamente male informata della loro nocività.

Resta pertanto il problema di cosa fare ora e subito, nell’attesa che, negli anni,  con accidentati percorsi politici, si giunga al bando di tali prodotti.

Per affrontare la questione, con buone probabilità di successo, dovremo, quindi, modificare la nostra richiesta promuovendo  una legge di iniziativa popolare (LIP) che obblighi i produttori a dichiarare, in una etichetta accessibile al pubblico,  la presenza e la quantità di PFAS nei propri prodotti.

Parliamo dell’emersione della presenza dei PFAS nelle varie merci, negli alimenti ecc.  Essa   ci consentirebbe  di aprire grandi spazi per un’azione collettiva di boicottaggio della produzione e del commercio delle "molecole eterne" ( come sono state soprannomiate per la loro indistruttibilità).  Parliamo della richiesta di trasparenza.

Nessun alimento controllato e monitorato in Italia e nel Veneto fino ad oggi.

Abbiamo il diritto di sapere cosa mangiamo e cosa indossiamo.                                   

La nostra richiesta non può essere contestata da alcuno senza che una grande impopolarità investa chi ad essa si opporrebbe.

Parliamo di una iniziativa trasversale che potrebbe trovare sostenitori anche in Parlamento e in Europa, nelle associazioni dei consumatori ecc..

Il problema di fatto verrebbe capovolto:

non sarebbero le istituzioni a bandire i PFAS ma i cittadini a scegliere di non acquistarli. Le etichette ci consentirebbero finalmente di farlo.



Del resto, regolamenti, non solo nazionali ma anche europei, relativi alle etichette esistono già per tutti i prodotti alimentari.  Per gli imballaggi (con regole europee sempre più stringenti); per i tessuti  (puro cotone, pura lana ecc.), per le bottiglie di acqua minerale o per i  cosmetici, dentifrici, confezioni dei medicinali, bottiglie di vino “contiene solfiti”, nelle confezioni  degli alimenti ecc.                                                                                                                                                 Il Parlamento Europeo ha emanato nuove norme recentissime per gli imballaggi.

Tuttavia, in nessun caso, si accenna alla segnalazione della presenza di residui di pesticidi, di glifosato e soprattutto di PFAS e derivati.

Non esiste tuttora alcun obbligo relativo alla comunicazione  della loro presenza e ciò, per quello che riguarda alimenti e cosmetici non consente di evitare la contaminazione, esponendo  ignari cittadini ad un concreto rischio.

 L’esclusione dei PFAS dal novero delle sostanze da dichiarare nelle etichette dei  prodotti in commercio, compresi  quelli BIO, assume  pertanto,  un significato politico difficilmente difendibile.

È difficile opporsi con argomenti credibili alla richiesta di completare le etichette dei prodotti alimentari e quelle delle altre merci indicando la presenza di residui di sostanze nocive, nell’imballaggio o nel prodotto,  dal momento che questo già lo si fa per altre sostanze: per esempio per prodotti contenenti glutine. Ci sono, già, molte aziende che, spontaneamente, ci tengono a dichiarare che nei loro prodotti non c’è fluoro  (alcuni dentifrici per bambini e per adulti), aziende di articoli sportivi che hanno aderito al progetto di Greenpeace “DETOX”.



Dirò di più: l’obbligo di pubblicare la presenza di PFAS esiste già per i gestori degli acquedotti, che li pubblicano bene in vista in bolletta.

            La nostra proposta di una Legge di iniziativa popolare (LIP) che imponga di dichiarare in etichetta la presenza di PFAS, interferenti endocrini, residui di pesticidi e glifosato, pertanto, non è campata in aria, è solida e ragionevole, non è contestabile con alcun argomento e ha buone possibilità di andare a buon fine, se fatta propria dal Movimento e da altre organizzazioni politiche e sindacali anche in tempi non eccessivamente lunghi.

Non sarà difficile, una volta fatta emergere la presenza delle molecole tossiche, proporre alla gente di evitarle.                                                                                                                                               Se lo sai le eviti”. 

Ciò spingerebbe molte aziende ad abbandonarne l’uso nei propri prodotti, per non perdere larghe fette di mercato. Tanti produttori agricoli, che non si fanno scrupolo di irrorare i campi e i raccolti con pesticidi di sintesi nei quali sono presenti PFAS per circa il 70%, potrebbero rinunciare al loro uso orientandosi verso tecniche più compatibili con la vita. L’obbligo della segnalazione di PFAS nei raccolti, probabilmente, diventerebbe un deterrente all’uso di tali pesticidi o antimuffa o altro.

La campagna DETOX di Greenpeace ha già indotto moltissime aziende, anche di grandi dimensioni e rinomanza, a escludere volontariamente i PFAS dai propri prodotti.

Ovviamente, l’emersione alla luce del sole della loro presenza  negli oggetti della nostra vita quotidiana non è l’unica questione di cui ci occupiamo, tuttavia la riteniamo strategica per una vera svolta nella lotta contro la diffusione delle molecole perfluoroalchiliche.

Riteniamo indispensabile una riflessione comune su queste proposte  da parte di coloro che da tempo si impegnano in dure battaglie contro i PFAS.    Consideriamo l’assemblea dei NO PFAS del 22 settembre ad Arzignano un primo passo per valutare e costruire le suddette proposte all’interno e all’esterno del Movimento.

Ci auguriamo che attorno ad esse si accenda una larga discussione positiva e propositiva tale da trasformarle in un processo reale, collettivo e autonomo, che realizzi un passo avanti decisivo nella lotta contro i PFAS

 


 PS: La certificazione della presenza di PFAS nei fanghi di risulta dei depuratori potrebbe rendere non praticabile il loro smaltimento negli inceneritori.

La certificazione della loro presenza nelle ceneri degli inceneritori potrebbe richiedere smaltimenti nelle discariche per sostanze tossiche, con costi che renderebbero antieconomico l’incenerimento

La presenza di PFAS negli scarichi industriali consentirebbe ai gestori della depurazione, di chiedere tariffe per il loro smaltimento molto più consistenti delle attuali, considerando la grande difficoltà di smaltire queste molecole (attualmente a  spese della comunità).

Documenti:

Link della rivista Money in cui vengono elencate le creme solari senza PFAS ( Come si vede il mondo del commercio comincia ad essere sensibile alla presenza o meno dei PFAS)

https://www.money.it/creme-solari-senza-pfas-quali-sono-i-marchi-non-a-rischio

 

La richiesta di restrizione da parte di Danimarca, Germania, Norvegia, Olanda e Svezia

https://ambientenonsolo.com/danimarca-germania-norvegia-olanda-e-svezia-propongono-allecha-restrizioni-per-i-pfas/

 

IL REGOLAMENTO REACH

https://echa.europa.eu/it/regulations/reach/understanding-reach

 

  


 

 



[1] “Pfas, una contaminazione persistente, pervasiva e pericolosa” Cordiano e Murgia. Pag.44-45 . nelle pagine 45 e 46 dello stesso volume sono tabellati settori industriali e altre categorie d’impiego di Pfas e altre categorie d’uso.

venerdì 13 settembre 2024

GIORNALE DI VICENZA APPELLO DI CiLLSA A TUTELA DEI CITTADINI

 

IL GIORNALE DI VICENZA 13/09/2024



Ecofesta Da oggi previsti vari eventi su tutela 

dell'ambiente e prevenzione da Pfas G.Z.

«La presenza di Pfas evidenziata nelle etichette dei prodotti e analisi del sangue per i lavoratori di aziende che ne fanno uso».

 È l'appello di Donata Albiero e Giovanni Fazio dall'associazione CiLLSA (Cittadini per il lavoro, la legalità, la salute e l'ambiente), in vista dell'Ecofesta prevista su 5 giorni ad Arzignano, a partire da oggi.

L'appello è arrivato alla vigilia della manifestazione con attività culturali, educative e ricreative in varie location della città su organizzazione della CiLLSA e del Comune. L'obiettivo è sensibilizzare la cittadinanza sui temi dell'ambiente e della comunità. 

«I Pfas in etichetta - spiegano Albiero e Fazio - sono importantissimi per quanto riguarda l'alimentazione. Pensiamo alle donne gravide, ai bambini, alle persone con varie patologie. Inoltre, è importante la protezione dei lavoratori che operano in aziende a rischio chimico Pfas. E' necessario che sia attuata con gli esami per la ricerca e il monitoraggio dei Pfas nel sangue, cosa mai fatta fino ad ora.».

Questioni affrontate in due specifici convegni. Per l'associazione CiLLSA, l'Ecofesta è un modo per «coinvolgere le persone parlando al loro cuore e alla loro mente del problema inquinamento, in particolare quello derivante dai Pfas, che mina la salute e l'ambiente, analizzandone le cause, proponendo possibili azioni di contenimento del fenomeno, che diano speranza ai cittadini».



E lo si può fare, nel corso dell'evento, anche attraverso «intrattenimento, gioco, musica, integrazione, solidarietà e pace che coinvolgono l'intera comunità. Ringraziamo l'amministrazione comunale nella quale continuiamo a trovare ampia collaborazione e disponibilità, in difesa dell'ambiente e della salute dei cittadini».

All'Ecofesta saranno presenti numerosi gazebo, fra cui quelli di CiLLSA, Isde (medici per l'ambiente), polizia locale, settore ambiente del Comune, ben 15 dei gruppi di acquisto solidale, Mamme No Pfas e altre associazioni del territorio come il Movimento No-Tav Vicenza e il CoVePa, nonché il gazebo delle donne palestinesi.

«L'Ecofesta - ha sottolineato il sindaco Alessia Bevilacqua - non è solo un evento, ma un impegno della nostra amministrazione verso un futuro più sostenibile per Arzignano. Ogni attività è pensata per educare e coinvolgere i cittadini di tutte le età». «Quest'evento - ha aggiunto l'assessore Giovanni Fracasso - è una risposta concreta alle sfide ambientali del nostro tempo, con l'intento di creare un legame tra la tradizione e l'innovazione».


 Venerdì 13 Settembre 2024

il programma

Libri e spettacoli tra biblioteca auditorium e parco

La manifestazione, giunta alla terza edizione, inizia oggi, alle 20.30 (ingresso libero), in biblioteca Bedeschi, con la presentazione del libro "Pfas. Una contaminazione persistente, pervasiva e pericolosa", a cura di Vincenzo Cordiano e Vitalia Murgia. A seguire, concerto a cura di Gigi Sella e Giovanna Pescetti. Si prosegue domani, all'audiorium Zanella, alle 10, con il convegno "Salute e prevenzione Pfas nei luoghi di lavoro", un tema di cruciale importanza come confermano gli organizzatori, moderato da Giovanni Fazio di CiLLSA. Sabato 21 e domenica 22, l'Ecofesta si trasferirà al parco di villa Brusarosco con stand delle associazioni ambientaliste, laboratori, mercati contadini, spettacoli teatrali, concerti e altro. 

Nel parco ci sarà l'assemblea ecologista, dedicata al ricordo di Gabriele Bortolozzo. La manifestazione chiuderà venerdì 27 con un concerto lirico nella biblioteca Bedeschi. G.Z.

 




giovedì 5 settembre 2024

UN LIBRO SALVA VITA

 

VENERDI’ 13 SETTEMBRE INCONTRO CON L’AUTORE

Ad Arzignano Biblioteca Bedeschi ore 20.00

Giovanni Fazio intervista Vincenzo Cordiano

 

 Molte persone nel Veneto hanno sentito parlare del grande inquinamento, provocato dall’azienda Miteni di Trissino, che ha inquinato gli acquedotti di 30 comuni delle province di Vicenza, Verona e Padova.

Sono state gravemente inquinate le falde profonde che arrivano oltre Montagnana e i corsi d’acqua superficiali di cui il più importante è il Fratta Gorzone.

I PFAS scorrono fino a Sottomarina Chioggia e alla laguna di Venezia  

360.000 persone  contaminate tra cui bambini.  Molti hanno sentito dire delle gravi patologie provocate dalla contaminazione, della poliabortività, per citarne una e della cancerogenicità  del PFOA certificata dalla IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro).

I pochi numeri citati vi danno una idea della drammaticità di questo evento. Tuttavia sembra che i PFAS non facciano più notizia. Attenzione, queste molecole invisibili, inodore e insapore lavorano per decenni dentro i nostri organismi provocando malattie e morte nei contaminati.

Questo è il motivo per cui il dott. Vincenzo Cordiano e la dottoressa Vitalia Murgia hanno curato un libro “ PFAS una contaminazione persistente, pervasiva e pericolosa” in cui la Contaminazione e suoi effetti vengono spiegati con un linguaggio chiaro, scientifico e comprensibile da chiunque.

Questo libro dovrebbe stare nella casa di tutte le famiglie residenti nel Veneto  e dovrebbe essere letto e consultato. È una guida che ci può aiutare a ridurre il rischio generato dai perfluorati e dai suoi derivati e a salvare i nostri bambini da un futuro tristissimo.  Questo è il motivo per cui, nell’ambito della ECOFESTA di Arzignano, Venerdì 13 settembre presenterò il libro e il suo autore. Sarà un’ ottima occasione per interloquire, porre domande a Vincenzo Cordiano e acquistare il prezioso volume che potrebbe salvarvi la vita

Giovanni Fazio



mercoledì 4 settembre 2024

PFAS: BATTERE LA CONTAMINAZIONE TOSSICA E CANCEROGENA E' POSSIBILE

 


CONVEGNO

SALUTE E PREVENZIONE DAI PFAS NEI LUOGHI DI LAVORO.

Auditorium Zanella, Via Bonazzi 14, Arzignano (VI)

14 settembre 2024

Ore 10.00/13.00  14.30/ 17.00

Presentazione:

Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) hanno un larghissimo uso in alcuni cicli produttivi anche del nostro territorio. In contrasto con questa realtà, da fonti sindacali, non si è a conoscenza di aziende che abbiano analizzato tale rischio nel Documento di Valutazione del Rischio.

In considerazione della gravità delle patologie correlate alla contaminazione, già ampiamente documentata dalla letteratura scientifica internazionale e dall’esperienza di quanto avvenuto alla Miteni, il convegno si propone di approfondire questo fenomeno  da un punto di vista della legislazione speciale sulla sicurezza del lavoro (DLgs 81 e succ. mod.), da un punto di vista delle Norme Comunitarie e della Giurisprudenza.  

            Consideriamo questo un primo passo necessario per far emergere, da una non più accettabile omertà, la conoscenza del rischio PFAS all’interno degli ambienti di lavoro rendendo così possibile la tutela della salute e una concreta prevenzione della contaminazione dei lavoratori e delle patologie correlate a questo rischio.


Ore 10.00 Introduzione al convegno

Giovanni Fazio Medico ISDE  

Relatori

Ore 10.30 Vincenzo Cordiano  Presidente regionale ISDE ( Medici per l’Ambiente)

“I Pfas negli addetti delle industrie tessili, conciarie e negli altri luoghi di lavoro.”

 

Ore 11.15 Franco Sarto  Già direttore SPISAL di Padova

“Perché Datore di lavoro e Medico Compente devono analizzare il rischio PFAS nelle aziende che li impiegano.”

 

Ore 12.00 Claudia Marcolungo Docente di Diritto Università di Padova

“Norme Europee su sicurezza e salute dei lavoratori davanti alla sfida dei PFAS”

ORE 12.45 PAUSA PRANZO

 

Ore 14.30 Edoardo Bortolotto Avvocato

“Tutela Ambientale e Responsabilità Giuridica: Il caso PFAS in Veneto e in Italia.”

 

Ore 15.15 Francesco Basso  Tecnico della prevenzione. Già operatore ARPAV Vicenza

“Cercare i Pfas, come e dove, nelle lavorazioni e nell’impatto ambientale dell’azienda”.

(Si discuteranno esempi e casi che potrebbero accadere)        

 

Ore 16.00  Silvana Fanelli Segreteria CGIL Veneto

Perché i PFAS sono un tema sindacale e contrattuale.

Azioni sindacali possibili contro la contaminazione da PFAS nei luoghi di lavoro, negli organismi sulla sicurezza, nel territorio, con la Regione, con il Governo.

La Formazione come strumento di lotta per la salute nei luoghi di lavoro.

 

Ore 16.45 dibattito e conclusioni

  Invitiamo lavoratrici, lavoratori e tutta la cittadinanza a partecipare. 

La difesa della salute in fabbrica è un dovere,

 prima ancora che un diritto.

 


 

 

 

 

 

 

 


lunedì 2 settembre 2024

1 SETTEMBRE 2024 RIPRENDE L’ATTIVITA’ DEL GRUPPO EDUCATIVO ZERO PFAS “ONE HEALTH

 UN PERCORSO DI CITTADINANZA ATTIVA NELLE SCUOLE VENETE PER BANDIRE I PFAS”

 

“La speranza è un movimento contro.

Se non abbiamo un’idea di ciò contro cui siamo contrari,

allora la speranza si dissolve in genericità”

John Holloway

 Di Donata Albiero

Pfas, prodotti chimici per sempre (‘Forever chemicals’), indistruttibili, circa diecimila composti chimici di sintesi, ampiamente utilizzati dalle industrie per conferire proprietà resistenti, idrorepellenti, antifiamma a una infinità di prodotti di largo  consumo (imballaggi alimentari, carta forno, filo interdentale, cosmetici, capi di  abbigliamento, schiume antincendio, rivestimenti metallici, antiaderenti per padelle,  creme e cosmetici, vernici e fotografia, cromatura, pesticidi, prodotti farmaceutici  eccetera), ci minacciano ogni giorno. Sembra un catalogo di Amazon e, letto così, non  sconvolge nessuno  anche se il messaggio è quello della diffusione universale di un  tossico cancerogeno perenne che mette in discussione la stessa capacità riproduttiva  del genere umano. Tonnellate di PFAS si riversano, ogni giorno, nell’ambiente e fanno  parte degli oggetti della nostra vita ordinaria. Amorevolmente, rimpinziamo con tali  molecole i nostri ignari bambini.

John Alloway, nella prefazione del suo libro “LA SPERANZA IN UN TEMPO SENZA SPERANZA” scrive: “... Il treno corre nella notte, sempre più veloce. Dove sta andando, dove ci sta portando? Ai campi di concentramento? Alla guerra nucleare? A un susseguirsi di pandemie? Noi non lo sappiamo. Ma ora (...) appare un messaggio  sullo schermo in fondo alla carrozza ‘Destinazione Estinzione’. Il riscaldamento  globale, la distruzione della biodiversità, la scarsità d’acqua, più pandemie  distruttive, le crescenti tensioni tra stati, le disuguaglianze sempre più grandi e  oscene ... puntellano la strada per quel destino. Ferma il treno, ferma il treno, ferma il treno!” 



Ma non lo stiamo guidando. Non lo controlliamo. Un fenomeno di rimozione collettiva ci consente di continuare a vivere la nostra quotidianità senza il problema di fermare  il treno”. Prenotiamo le ferie, portiamo ai centri estivi i nostri bambini, ci lamentiamo dell’aumento del costo della vita. Ciò significa che la conoscenza non è sufficiente  per  fermare il treno. È fondamentale che essa si evolva in consapevolezza.

Solo allora nasce in noi la necessità di agire, di tirare il freno a mano. Tuttavia, non il  terrore e la paura debbono essere alla base di una nostra azione consapevole ma la  speranza.  

Noi, gruppo educativo Zero Pfas del Veneto, non andremo, perciò, nelle scuole, per il settimo anno consecutivo, a ripetere “bla bla, bla”, a ribadire quello che tutti, almeno  nel Veneto, bene o male, dovrebbero già sapere sulle cause ed effetti per la salute e l’Ambiente di siffatte sostanze chimiche perfluoroalchiliche. 

Non vogliamo sprecare             tempo perché di tempo ce n’è concesso poco, anzi pochissimo. Nella manciata di ore a disposizione nelle scuole, irrisoria per la complessità e la vastità del problema che trattiamo, per l’empatia da instaurare con i ragazzi, cercheremo di suscitare un sentimento positivo di speranza. La speranza che il treno si possa fermare, la  speranza che, nell’immediato, produce azione. Quale sia l’azione che i giovani  intraprenderanno lo decideranno loro. L’esperienza di questi anni è stata  significativa e tanto numerose sono state le iniziative dei ragazzi da sorprenderci. 

Certamente, non faremo educazione di ‘economia domestica’. Come si fa a credere ancora che la siccità che avanza dipenda dal fatto che ci laviamo i denti senza chiudere  il rubinetto del lavandino? Come si fa, in qualità di medici, dire ad una donna in gravidanza, per quanto riguarda i pfas, di stare attenta alla dieta? Nemmeno nei  negozi biologici si riesce a rinvenire un prodotto, uno solo, su cui ci sia scritto “PFAS  FREE”.

Troviamo, tali sostanze chimiche, nell’acqua “potabile”, probabilmente anche in  quella minerale, ma non ce lo dicono. Sono certamente presenti in una grande  quantità di alimenti che compriamo al mercato.

Il Prof Enzo Merler, medico del lavoro ed epidemiologo, prima di morire, ci ha lasciato una ricerca sui lavoratori della Miteni (azienda che è stata produttrice di  PFAS a Trissino). Essa conferma, in maniera drammatica, la  contaminazione altissima e la correlazione dei PFAS, assunti quotidianamente dagli operai e dagli altri addetti, con le ormai ultra-note  patologie degenerative e mortali.

"E gli altri lavoratori? A dieci e passa anni dalla scoperta dei PFAS nei reflui della Miteni, giù, giù fino a Montagnana e oltre, in nessuna altra fabbrica  del Veneto sono stati ricercati i PFAS nel sangue degli operai. Sono migliaia di persone che lavorano nelle concerie, nelle cartiere nei depuratori, nel  settore della plastica, nella gestione dei rifiuti, nelle produzioni di stoffe  ecc. 

Nemmeno un controllo in dieci anni! Nella regione più inquinata  d’Italia i PFAS non si ricercano nel sangue dei lavoratori! Non fanno parte dei controlli routinari delle visite di fabbrica. La medicina del lavoro  (SPISAL) ignora il problema. Quindi non si fa prevenzione, non si  individuano le specifiche mansioni a rischio, non si interdicono alcune  sostanze ecc. ecc. I lavoratori di cui parliamo, potrebbero anche essere i  genitori dei ragazzi che visitiamo nelle scuole”. 

Sono amare riflessioni, che  condividiamo, di Giovanni Fazio, medico attivista, componente del gruppo  educativo Zero Pfas, fondatore dell’associazione ecologista CiLLSA, il quale  ha ritenuto doveroso realizzare nella Ecofesta in Arzignano proprio un convegno su “PFAS salute e prevenzione nei luoghi di lavoro"  il 14 settembre 2024. 

      Vogliamo proseguire? Non si vietano i PFAS, presenti nei pesticidi in  grande abbondanza, né quelli appositamente introdotti nelle creme per il  mare, tali da consentire di fare il bagno senza che la crema abbandoni la    pelle (impermeabili!).

 Inutile dilungarsi in un criminale elenco di omissioni. C’è chi produce i  PFAS, c’è chi ne consente la produzione e l’uso, c’è chi finge di prendere  misure cautelative, autorizzandone l’assunzione giornaliera fino ad un  certo limite (ovviamente incommensurabile poiché nessuno sa quanti  PFAS ingoia, respira, beve). C’è chi firma petizioni ai parlamentari  nazionali ed europei perché venga bandita la produzione dei PFAS. Lo  facciamo anche noi anche se abbiamo scarsissima fiducia di un interessamento reale da parte del Governo e dei parlamenti. Nel  frattempo, il dottor Francesco Bertola, presidente ISDE di Vicenza, con la  sua meritoria ricerca sui ragazzi, nati da madri contaminate da PFAS,  scopre che molti di loro hanno problemi importanti della sfera riproduttiva. Lo confermano anche gli studi in vitro dell’emerito prof.re Calo Foresta dell’Università di Padova. Chi ci sta leggendo assume, anche  lui, una buona dose di PFAS quotidiana.

Il problema non è tecnico bensì politico. È il risultato di una società  ingiusta dove prevalgono gli interessi economici e commerciali sul diritto  alla vita e alla salute. Non prenderne atto; non agire, di conseguenza, è  pura ipocrisia o connivenza (a rischio) col sistema. 

RIBELLARSI è giusto. Contro l’ingiustizia evidente e la sopraffazione dei diritti fondamentali della vita non resta, in effetti, che ‘insorgere’! Non puoi  startene con le mani in mano se ti rovinano chimicamente tuo figlio di  diciannove anni; è quello che sta avvenendo e che avverrà sempre più  frequentemente se non fermiamo i responsabili. È una constatazione dura  ma necessaria. Non esistono altre alternative. Dobbiamo riprenderci i  diritti, che ci appartengono, con le nostre mani, con la nostra azione. Se

assisti, per strada, all’aggressione di una donna devi intervenire subito per salvarla; non è certo necessario prefigurare una società senza stupri per  farlo. Lo si fa e basta.

Ribellarsi è giusto anche se non hai prefigurato “La città del sole”, di Campanella o l’“Utopia” di Thomas More. Ribellarsi significa agire,  impedire il male adesso e tutti insieme. Per il resto, si vedrà. 

Noi, gruppo educativo, evidenzieremo tale aspetto agli studenti, in una visione sistemica dei problemi. Ribadiremo, infatti, che i cambiamenti  climatici e la contaminazione chimica sono due facce della stessa medaglia  e stanno interagendo in maniera sinergica, diventando una minaccia  esistenziale su scala globale.

Come reagire? Come sperare ancora? La risposta ce la danno i ragazzi, con  la loro partecipazione all’itinerario educativo e le tante “buone pratiche”  che prefigurano un’azione più vasta ed efficace.

 


Partiremo, in continuità con quanto emerso nella relazione finale di giugno  2024 (in Pfas.land. organo di informazione on line del Movimento che ci  ha accompagnato sostenendoci per sei anni. Ad agosto 2024 ha chiuso la  sua attività progettuale), al termine di un anno di lavoro con le scuole, a  cui rimando per chi volesse approfondire.

Abbiamo finora, in sei anni consecutivi, già incontrato 8500 studenti, oltre a 1500 adulti (genitori, docenti). Inizieremo da lì, per parlare di speranza  nell’azione. Cercheremo di convincere i ragazzi che il destino non è  segnato. Il futuro non è scritto: nessuno può prevederlo. Come diceva  Piero Angela, qualsiasi futuro è possibile. Lo costruiamo noi stessi, giorno per giorno, attraverso ogni decisione presa (o non presa), con il nostro comportamento e con le nostre scelte.

Quello che facciamo conta. Sia come individui, ma molto di più come parte di una comunità. Bisogna farsi sentire. Tenere alta la tensione sul  problema, accendere un faro di attenzione su chi ostacola il cambiamento,  sui responsabili reali, sia di quelli che operano direttamente che su coloro  che agiscono omissivamente.

Contestare le falsità con cui ci propinano i veleni, contrastare chi non garantisce, a tutti i livelli, la nostra salute. Pensiamo intensamente alle  nostre mamme, alle nostre sorelle, ai nostri figli a tutti coloro che, ignari,  sono vittime di un avvelenamento collettivo preordinato a scopo di  profitto. Contestiamo i politici che ci tradiscono; indichiamoli per nome,  neghiamo il nostro consenso in maniera forte e chiara a chi è complice, in

modo che capiscano che non lo avranno più, che non li voteremo se non

prenderanno decisioni forti, concrete per contrastare il male che ci distrugge.

Mettiamo alla berlina chi trae profitto dalla produzione, il commercio e l’uso dei PFAS. Agiamo concretamente contro i PFAS. Stimoliamo le  soluzioni alternative e boicottiamo pubblicamente i prodotti che   contengono PFAS e chi li produce.

Difendiamoci da chi continua a temporeggiare come ha fatto fino ad ora. Assumiamo, in definitiva, la buona disposizione a ribellarci, se necessario,  con una grande speranza cocciuta e combattiva, pur in tempi gravi senza  speranza, quelli, per intenderci, in cui viviamo. Pratichiamo una speranza  attiva che ha forti fondamenti nella nostra azione. Creiamo un mondo  basato sul mutuo riconoscimento della dignità umana. Contrastiamo, prima di tutto, l’indifferenza generale mettendo a fuoco il reale

problema che riguarda ognuno di noi, la nostra vita, la nostra salute, il nostro futuro.

 

dialogo tra una studentessa e la coordinatrice del progetto  Bisogna  fermare il treno, salvarsi la pelle e scendere. Poi si rileverà il da farsi. 

Jane Goodall, etologa e antropologa ( la citiamo spesso nei nostri post su Generazione Speranza), nel “Il libro della speranza. Manuale di  sopravvivenza per un pianeta in  pericolo” (Bompiani) avvisa "La speranza  non cancella le difficoltà e i pericoli che esistono, ma allo stesso tempo non si fa sconfiggere da questi. C'è tanta oscurità, ma sono le nostre azioni a  riportare la luce". Ne facciamo tesoro. 

Donata Albiero

Allegati

LETTERA ALLE SCUOLE CON ITINERARIO EDUCATIVO A.S. 2024 2025

https://drive.google.com/file/d/14OwL_RzotPbVyrCAjqaTvtEd_AVGaqr8/view?usp=drive_link

 

COMUNICATO STAMPA

https://drive.google.com/file/d/18jDYjBRZlBroloI7MB8siA5fCvqqLe-m/view?usp=drive_link