Una Legge di Bilancio
squilibrata per i Sanitari e per il SSN. Ci mobilitiamo per non smobilitare.
Chiediamo un incontro al ministro Schillaci. Il comunicato dell’Intersindacale
·
08/11/2023-
L’Intersindacale
dei dirigenti medici, veterinari e sanitari del SSN sente forte l’esigenza di
condividere tutte le forme di mobilitazione finalizzate a modificare la
legge di bilancio.
Una
legge in cui manca qualsiasi idea di riforma e di finanziamento
strutturale del Servizio Sanitario Nazionale. Si continua, ormai da troppi
anni, a mettere toppe ad un sistema che lascia insoddisfatte ampie fasce di
tutela sanitaria dei cittadini, a causa del progressivo definanziamento dei
servizi pubblici e delle controriforme costruite secondo le logiche del
risparmio e della sostenibilità economica.
Questa
miopia strategica non ha fatto che favorire la sanità privata convenzionata
e la sanità integrativa deludendo le promesse di difesa e potenziamento del
Servizio sanitario nazionale.
Abbiamo
bisogno di un programma di riforma e
di finanziamento mirato di lungo respiro che investa prima di tutto sul
personale con lo sblocco al tetto di spesa che impedisce alle Aziende
sanitarie di integrare con assunzioni a tempo indeterminato, secondo i
CCNL, gli organici ormai ridotti ai minimi termini, prevedendo anche uno stop
definitivo all’appalto di personale e al lucro delle cooperative.
Questa
legge di bilancio riduce il valore del Fondo sanitario nazionale
rispetto alle previsioni di andamento del PIL. Infatti, i 3 miliardi di
finanziamento aggiuntivo sono completamente assorbiti sia dalle risorse
necessarie per il rinnovo dei contratti per il triennio 2022/2024, che
pure sono sottofinanziati rispetto all’inflazione registrata nel
triennio, sia dallo sblocco del tetto di spesa previsto per la sanità convenzionata
e dai provvedimenti tappabuchi di finanziamento delle prestazioni aggiuntive
dei professionisti ormai stremati dal sovraccarico lavorativo.
Siamo
sconcertati, in particolare, dal taglio retroattivo, previsto in legge di
bilancio, del rendimento delle pensioni di professionisti
che hanno regolarmente pagato i contributi previdenziali ed hanno investito
risorse per il riscatto degli anni laurea. Un provvedimento incostituzionale
con il quale il governo intende fare cassa con una patrimoniale che colpisce
solo i dipendenti pubblici che da “eroi” sono oggi trasformati in bancomat.
È
una finanziaria che non si limita soltanto a tagliare i rendimenti delle future
pensioni dei medici rientranti nel “sistema misto”, ma che aumenta ancora le penalizzazioni
economiche per l’uscita anticipata, come ad esempio quota 103 e 1/2.
Sfavorendo così anche i giovani, limitando e penalizzando ancora la
pensionabilità in base alla “Opzione Donna”.
Una
legge di bilancio che sul fronte delle entrate non prevede nessuna reale
lotta all’evasione fiscale, mentre l’Irpef – dei lavoratori che la pagano
regolarmente – ormai finanzia oltre il 20% delle spese Inps complessive.
È
una finanziaria che non fa nulla per salvaguardare il cassetto previdenziale
Inps rispetto a quello assistenziale di cui gode anche chi non ha versato
contributi e che non fa nulla per introdurre per la contribuzione Inps una
quota “a capitalizzazione” rispetto al suo sistema interamente “a
ripartizione”.
In sostanza questa legge di
bilancio:
Non contiene le misure necessarie
per stabilizzare i precari.
Non sblocca i tetti alle assunzioni
di nuovo personale.
Non affronta l’iniqua
corresponsione differita, dichiarata incostituzionale, del TFS/TFR dei
dipendenti pubblici, penalizzati rispetto ai dipendenti privati.
Non mantiene le promesse fatte
sulla valorizzazione extracontrattuale dell’indennità di specificità
professionale e sulla defiscalizzazione del salario accessorio e delle
prestazioni aggiuntive.
Con questa linea il Governo
favorisce la fuga dal lavoro del pubblico impiego, favorisce il lucro
delle “cooperative” e dei medici gettonisti, asseconda il profitto dei
grandi gruppi della sanità privata e continua a tutelare i monopoli di
lobbies private alle quali sono appaltati la sanità e altri servizi
pubblici non sanitari, emarginando di fatto le regioni da una politica
sanitaria a protezione dei propri abitanti.
Sono
queste le motivazioni che ci spingono a mobilitarci ed a sostenere ogni
iniziativa sindacale necessaria a modificare gli attuali dannosi indirizzi
governativi della bozza della legge di bilancio, ad iniziare da quelle della
prossima settimana e di quelle che seguiranno.
È
il momento della coesione sindacale per tutelare i professionisti a beneficio
dei servizi offerti ai cittadini, occorre superare le divisioni corporative che
frammentano il panorama sindacale, prestando il fianco alla disintermediazione
voluta dalle Istituzioni per indebolire la protesta e tacitare le proposte.
In
rappresentanza dei 135 mila Dirigenti medici, veterinari e sanitari che
lavorano nei servizi pubblici l’Intersindacale chiede un incontro al Ministro
della Salute per rivedere i provvedimenti inopportuni di questa legge di
bilancio e per riavviare il percorso di confronto, iniziato mesi fa, sulle
riforme necessarie a ripensare la formazione dei professionisti, i fabbisogni
di personale, l’organizzazione di servizi e del lavoro, a partire dalla
revisione del DM 70 e 77.
- AAROI-EMAC
- FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-
SNR)
- FP
CGIL MEDICI
E DIRIGENTI SSN
- FVM FEDERAZIONE
VETERINARI E MEDICI
- UIL
FPL MEDICI
E VETERINARI
- CISL
MEDICI