AD ARZIGNANO I
RITARDATARI ESULTANO.
Mercoledì 12
febbraio il Giornale di Vicenza pubblica una dichiarazione dell'AD di Acque del
Chiampo, Andrea Pellizzari, che annuncia l'imminente bando per un
progetto che prevede la realizzazione del nuovo centro idrico che sorgerà in
via Canove. Impegno finanziario 7.500.000 euro. Saranno realizzate
le vasche necessarie per potere applicare i filtri a carboni attivi che,
finalmente, porteranno un'acqua meno inquinata ad Arzignano.
Le opere dovrebbero
essere completate in circa 2 anni.
Il
Sindaco Alessia Bevilacqua dichiara: "Contro i PFAS questo è
un importante passo avanti e siamo felici che il progetto si vada
concretizzando. Comincia a delinearsi una data certa per l'inizio dei lavori
per questa importante opera che risolverà sia il problema delle interruzioni
d'acqua che il filtraggio a carboni attivi per abbattere la presenza di
PFAS".
Siamo contenti
anche noi
che sia programmata un'opera la cui realizzazione chiediamo da anni, totalmente
inascoltati e fortemente criticati dall'amministrazione precedente, con in
testa il sindaco Gentilin.
Allora, quando spiegavamo i gravi rischi ai
quali veniva esposta la popolazione bevendo un'acqua che conteneva un'alta percentuale
di PFOA, il sindaco in persona ci rispondeva che "l'acquedotto di Arzignano
aveva un'acqua di ottima qualità, assimilabile ad acqua oligominerale."
Questo passo avanti si poteva compiere 8 anni fa, evitando a
tutti gli abitanti di Arzignano una prolungata esposizione al PFOA.
Da sempre la nostra preoccupazione è la salute dei nostri concittadini e per questo obiettivo continuiamo ad operare per allertare la popolazione sui rischi che le sono stati fatti correre e per quelli che stanno correndo attualmente.
L'entusiasmo della sindaca per il progetto di Acque
del Chiampo che costerà 7.500.000 euro e l'elevato costo dell'opera
confermano la giustezza delle nostre preoccupazioni e smentiscono
clamorosamente Gentilin e le sue dichiarazioni.
Ovviamente nessuno spenderebbe
una tal somma se l'acqua fosse veramente buona e potabile: sarebbe preso per
pazzo o scialacquatore.
Intanto consigliamo alla popolazione,
soprattutto i giovani e i bambini, le gravide e le giovani coppie di non bere l'acqua
del rubinetto e di bere acqua minerale, in bottiglia di vetro, proveniente dalle
nostre montagne fino a quando i progetti annunciati non saranno realizzati.
I livelli di performance (390 ng/litro del
decreto Zaia del '17) indicano solo un limite massimo consentito agli
acquedotti ma non garantiscono contro un aumentato rischio per gravi
malattie delle donne in gravidanza e gravissimi rischi per il feto (tra cui
anche gli aborti ripetuti e le malformazioni), infarti, ictus e Alzheimer, per
citare solo alcune delle patologie epidemiologicamente correlate alla presenza
di PFAS nel nostro corpo.
I suddetti dati scientifici sono confermati
dalle stesse pubblicazioni del Servizio Epidemiologico Regionale che ha
riscontrato un aumento di tali malattie nei residenti dei comuni inquinati,
rispetto a quelli non inquinati. I danni agli apparati sessuali dei bambini
e delle bambine esposti ai PFAS durante la gravidanza sono stati dimostrati
dalla letteratura scientifica internazionale e dalle ricerche
sperimentali del prof. Foresta e della sua equipe dell'università di
Padova.
Pertanto, pur apprezzando l'intenzione da parte
di Acque del Chiampo di ottemperare a un dovere (darci acqua sicura) che
avrebbe dovuto essere rispettato da parecchi anni, invitiamo tutti a tenere
alta la guardia poiché le sole parole non bastano a pulire l'acqua contaminata
da PFAS e queste tristi molecole non si trovano solo nell'acqua ma anche negli
alimenti e nell'aria che respiriamo.
Giovanni Fazio
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